mercoledì 27 gennaio 2021

pc 27 gennaio - Milano 29/30 sciopero generale e manifestazioni - info Slai cobas sc - Patto d'azione

Lo Slai cobas per il sindacato di classe Milano sanità partecipa e invita a partecipare alla manifestazione degli studenti sotto la Regione  nella mattinata del 29 e alla manifestazione in piazza Duomo sabato 30


APPELLO ALLE LAVORATRICI ED AI LAVORATORI DELLA SANITÀ: PARTECIPIAMO ALLO SCIOPERO GENERALE NAZIONALE DI TUTTI I SETTORI PUBBLICI E PRIVATI DI 24H INDETTO PER IL 29 GENNAIO 2021!

Molte le ragioni perché, qui ed ora, lavoratrici/lavoratori della sanità combattano rassegnazione, illusioni, divisione.

Perché la pandemia avanza- la cosiddetta "seconda ondata" dei contagi ha avuto un impatto maggiore della prima anche in ambito lavorativo- secondo i dati dell’ISS; anziché diminuire i carichi di lavoro aumentano, con una realtà ampiamente denunciata di una sanità pubblica al collasso.

Perché: gli annunci di assunzioni massicce e del potenziamento della sanità territoriale, in parziale controtendenza rispetto alla la privatizzazione della sanità , sono rimasti lettera morta; nei fatti è aumentato il diffondersi dei contagi tra gli operatori sanitari, ma anche stress e l’insorgere di patologie collegate, come vediamo il proliferare di strutture sanitarie private;

Perché: usando la retorica di definirci “EROI”, ma citando solo medici ed infermieri, hanno fatto avanzare una divisione, che chiamiamo guerra tra poveri, tra i lavoratori e chiarendo definitivamente cosa intendono per Sanità: cioè da una parte i lavoratori utili, a cui lisciano il pelo chiamandoli indispensabili e professionisti ma per fargli digerire turni massacranti e nessuna tutela in termini di DPI -riposi – nuove e massicce assunzioni; e dall’altra parte gli invisibili, i non utili dagli OSS agli appalti – dalla ristorazione alla sanificazione, quelli che per essere chiari vengono denigrati, quelli per cui non ci sono assunzioni da più di 20 anni e la cui età media è tra i 45/50 anni, in pratica lo schiavismo e una logica da fabbrica, che si chiama “eccellenza lombarda/leghista”

Perché: il piano vaccinazioni appena partito e con difficoltà in Lombardia già rischia di arenarsi e venire vanificato dalla mancata fornitura di dosi di vaccino

Perché: in Lombardia siamo passati da Fontana/Gallera che ha contribuito a trasformare la pandemia in strage a Fontana/Moratti che invoca più vaccini alla Lombardia perché motore economico, che vuol dire affermare “l’odio di classe” di questo sistema verso la classe lavoratrice

Perché: per contrastare la pandemia, per trovare le soluzioni occorre che i lavoratori scendano in

campo, si mobilitino e si uniscano contrastando sul campo lo sfruttamento sempre più feroce, la divisione tra lavoratori, unirci con altri settori di lavoratori/lavoratrici che hanno lottato e continuano contro sfruttamento, peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro, per la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, (i/le lavoratori/lavoratrici combattivi/ve hanno messo da subito in pratica la parola d’ordine “se dobbiamo lavorare, senza protezioni, possiamo, dobbiamo, scioperare”) e lo sciopero del 29 gennaio è un’opportunità concreta, da cogliere per:

- Massicce assunzioni a tempo indeterminato di tutte le figure di operatori sanitari nella sanità pubblica

- Internalizzazione di servizi mensa, pulizie, lavanderia..

- Potenziamento della medicina territoriale e domiciliare

- Abolizione delle liste d’attesa e intramoenia, potenziamento dei servizi ambulatoriali pubblici

Esprimiamo la massima solidarietà ai lavoratori della Fedex che rischiano un taglio di circa 6.300 lavoratori diretti per la ristrutturazione annunciata dalla multinazionale, a fronte del fatto dell’aumento dei profitti durante la pandemia.

Invitiamo a partecipare al presidio alla Regione Lombardia, insieme agli studenti, che hanno aderito allo sciopero del 29, e che si stanno mobilitando in tutta Italia contro la DAD e per il rientro in sicurezza

Slai Cobas per il sindacato di classe Sanità Milano cobasint@tiscali.it cell. 3387211377

ASSEMBLEA NAZIONALE LAVORATRICI/LAVORATORI COMBATTIVI

Rif: Slai Cobas sc – slaicobasta@gmail.com

Rif: SI. COBAS – info@sicobas.org




sciopero

Facciamo pagare la crisi ai padroni: tutti/e in piazza il 29 e 30 gennaio

sciopero

FACCIAMO PAGARE LA CRISI AI PADRONI!
TUTTI/E IN PIAZZA IL 29 E 30 GENNAIO!

La crisi sanitaria ancora pienamente in atto a livello mondiale sta accelerando e rendendo ancora più evidenti le contraddizioni strutturali dell’attuale modo di produzione.

Un’emergenza pandemica che non è casuale ma al contrario è strettamente legata al sistema capitalistico e alla sua espansione vorace e predatoria, che non risparmia alcun ecosistema.

Sono infatti in progressivo e costante aumento la deforestazione e la desertificazione, l’incremento irreversibile della temperatura terrestre che produce ciclicamente catastrofi naturali, l’agribusiness e l’allevamento intensivo, l’inquinamento e l’urbanizzazione esasperata, la rapina di territori e i conseguenti fenomeni di migrazione alla ricerca di una vita dignitosa.

Un sistema fondato sulla massimizzazione del profitto, sul massiccio sfruttamento di vite e sul saccheggio di risorse su scala globale non poteva che provocare, tra i suoi rovinosi effetti sociali, anche questa crisi sanitaria mondiale.

Sebbene l’intero sistema produttivo e sociale sia stato travolto da questa crisi, governi e padroni si appellano alla retorica dell’unità nazionale: in realtà intendono scaricare i costi della crisi solo sulle classi subalterne per tutelare l’accumulazione di ricchezze dei capitalisti che non viene minimamente intaccata dalle misure governative, anzi il più delle volte continua a crescere.

Le politiche messe in atto dai governi nazionali, Conte in primis, segnano la subordinazione servile alle richieste e alle forti pressioni padronali che spingono per misure di tutela dei loro profitti e di socializzazione delle perdite sulle classi subalterne, le quali saranno costrette a pagare le inevitabili ristrutturazioni produttive.

Le misure di emergenza sino ad ora messe in campo comporteranno l’aumento del debito (a partire dal Recovery Plan) epertanto ulteriori stagioni di “sacrifici”, con tagli del welfare, sterilizzazione dei salari e sgretolamento di tutele e diritti acquisiti (tra cui anche il diritto di sciopero e di attività sindacale).

In questo quadro tendono ad inasprirsi il patriarcato e le discriminazioni di genere:
l’atomizzazione e la segregazione generata dallo smart-working scaricano il peso del lavoro di cura e riproduttivo ancor più sulle spalle delle donne.

Lo stesso vale per la discriminazione degli e delle immigrate: il razzismo istituzionale
che ricatta chi non è cittadino italiano, imponendo la subordinazione ad un documento e criminalizzando chi non ce l’ha, comporta un accesso differenziale alle cure, alla prevenzione e al welfare.

La finta ‘sanatoria’ promossa dalla ministra Bellanova e il ritocco di facciata ai decreti Salvini sono la prova di quanto faccia comodo alla classe
dominante mantenere gli immigrati in una condizione di subalternità legalizzata.

L’imminente termine della moratoria dei licenziamenti non potrà che aggravare la
condizione di impoverimento già approfondita da anni di austerità: una moratoria peraltro più fittizia che reale, in quanto il mancato rinnovo dei contratti a termine, la chiusura totale di attività, i licenziamenti disciplinari fittizi, l’espulsione del lavoro sommerso e in nero, già ne hanno decretato la fine.

In definitiva, il padronato sta approfittando della crisi in atto per continuare la propria guerra di classe e regolare i conti con i lavoratori e i proletari: l’offensiva padronale sul versante dei salari, dei contratti e delle complessive condizioni di lavoro è ormai esplicita e palese a chiunque: l’annuncio di oltre 6000 licenziamenti in tutta Europa di lavoratori da parte di Fedex-TNT ne è la riprova.

La gestione dell’emergenza, anche in questa infinita seconda fase, segnala e conferma l’assoluta assenza di tutela della salute e della vita dei lavoratori e delle lavoratrici,subordinata anch’essa alle deroghe tese a tutelare gli interessi padronali e il profitto.

Questo, e non altri, è il principale motivo per cui l’Italia è il paese europeo col più alto numero di vittime per CoViD-19, alimentate ulteriormente da una gestione fallimentare dell’emergenza e da anni di tagli e di distruzione programmata del sistema sanitario nazionale: un sistema al collasso anche per il pressoché completo abbandono delle politiche di prevenzione e della medicina territoriale e del lavoro.

L’inizio a dir poco zoppicante della campagna vaccinale ne è un’ulteriore dimostrazione.

Questo stato di cose richiama la necessità di porre con forza all’attenzione dei lavoratori e degli oppressi la necessità oggettiva del superamento del sistema di sfruttamento capitalistico, stante l’assoluta incompatibilità e contrapposizione degli interessi generali di classe con quelli della borghesia imperialista e dei suoi maggiordomi al governo.

Un’incompatibilità e una contrapposizione oggettiva e storicamente data che necessitano di una mobilitazione a livello di massa, di strumenti di lotta che diano realistiche e praticabili risposte alla materialità dei bisogni di classe immediati, per affrontare concretamente le difficoltà del proletariato soprattutto nell’attuale fase storica.

Ma ciò non è sufficiente: devono essere poste le basi per superare la mera difesa sul piano aziendale o di singola categoria per rispondere agli attacchi che subiscono tutti i proletari e per strutturare un fronte di azione e di lotta di massa, esteso, comprensivo dell’insieme dell’intera classe, superando i mille rivoli e le mille vertenze in cui è tutt’ora scomposta.

Un fronte di classe con un chiaro indirizzo anti-capitalista, che rilanci le parole d’ordine storiche e unificanti del movimento operaio, che sia capace di invertire una volta per tutte la tendenza al riflusso e alla passività, e che restituisca ai proletari quel protagonismo e quella fiducia nei propri mezzi che è il requisito fondamentale per resitere e per vincere.

In continuità con le mobilitazioni del 18 e 19 dicembre il Patto d’Azione anti-capitalista aderisce allo sciopero generale del 29 gennaio convocato dalla partecipata Assemblea dei Lavoratori e delle Lavoratrici Combattivi, ne condivide e ne fa proprie le parole d’ordine:

riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, cassaintegrazione al 100% del salario, salario medio garantito a disoccupati e precari, imposizione di una Million tax del 10% sul 10% per farpagare la crisi ai suoi artefici, rispetto e potenziamento dei protocolli sanitari per l’autodifesa della salute sui luoghi di lavoro, regolarizzazione senza condizioni degli immigrati sprovvisti di documenti, e lancia una giornata di mobilitazione nei territori, ove possibile, nella giornata di sabato 30 gennaio per riaffermare la necessità della costruzione di un fronte unico di classe il più ampio possibile.

Facciamo quindi appello a tutte le realtà sociali, sindacali e politiche che condividono questa necessità, e ai singoli proletari stanchi di subire quotidianamente le politiche di sfruttamento emarginalità, a partecipare in massa alle giornate del 29 e 30 gennaio e ai prossimi appuntamenti del Patto d’azione.

Patto d’Azione anticapitalista – Per un fronte unico di classe

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