martedì 26 gennaio 2021

pc 26 gennaio - Fuori l'imperialismo italiano, fuori la NATO dall'Afghanistan!

Dall'Ottobre del 2001 dura la guerra d'occupazione imperialista in Afghanistan. Più di metà della popolazione è alla fame, accentuata dalla pandemia.

Nel giorno dell’esplosione che ha coinvolto un veicolo dell’ambasciata italiana, il ministro della Difesa è atterrato in Afghanistan per l’avvicendamento al cuore della partecipazione nazionale alla missione Nato Resolute Support. Il dossier sarà al centro del vertice dell’Alleanza Atlantica tra poche settimane, il primo con Austin, nuovo capo del Pentagono.


L'Italia dispiega in Afghanistan un contingente di circa 800 militari, concentrato per lo più nella provincia di Herat, nell’ambito della missione Resolute Support della Nato, quella che ha preso in carico l’eredità di Isaf, l’impegno scattato dopo gli attentati dell’11 settembre 2001. Cuore della presenza italiana è il Train advise assist command West (Taac-W) con base a Camp Arena, dedicato alle attività di addestramento, assistenza e consulenza a favore delle istituzioni e delle Forze di sicurezza locali concentrate nella regione ovest. A Camp Arena è atterrato oggi il ministro Guerini, per assistere domani all’avvicendamento tra la Brigata alpina Julia e la Brigata paracadutisti Folgore in qualità di “multinational land force”.

Guerini: “la nostra posizione non è cambiata: rimarremo nel Paese, insieme agli alleati, fin quando sarà necessario e fin quando le istituzioni e il popolo afgano ce lo chiederanno, nel pieno rispetto degli impegni assunti”.

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