giovedì 28 gennaio 2021

pc 28 gennaio - Libia: una condanna e la denuncia sugli orrori dei lager finanziati dall'Italia imperialista e la situazione sul campo

La sentenza di Milano contro l'aguzzino somalo del campo di Bali Walid in Libia è una sentenza contro il Memorandum dell'Italia con la Libia: stabilisce non solo la verità processuale, ma anche la verità storica dell'orrore che prosegue in Libia di cui l'Italia è responsabile. 

Intanto prosegue la destabilizzazione della Libia divisa in 2 con la farsa dei colloqui di pace con le truppe imperialiste e reazionarie schierate sul campo
Rete petrolifera


dal il manifesto

 «L’attualità del male. La Libia dei lager è verità processuale», a cura di Maurizio Veglio, (Edizioni SEB27), è il titolo di un libro scritto da alcuni giuristi che parte dalla sentenza che condanna all'ergastolo un aguzzino, torturatore e stupratore, del campo di Bali Walid in Libia, denunciato da alcuni sopravvissuti ai lager libici che lo hanno riconosciuto alla stazione di Milano e condannato dal Tribunale di Milano. Il documento descrive con rara chiarezza le stazioni della via crucis delle vittime fino al loro arrivo in Italia. 

«La pronuncia conferma che attualmente i campi di prigionia libici possono essere considerati dei veri e propri lager. Gli orrori che si perpetrano sono assimilabili a quelli che si verificarono a

Treblinka o ad Auschwitz. Alla luce di questa sentenza appaiono ancora più gravi le conseguenze delle scelte adottate dalle autorità del nostro Paese, volte a favorire il contenimento del flusso dei migranti» (Pierpaolo Rivello, pubblico ministero in molti processi contro i crimini compiuti dai nazisti in Italia).

L’AVVOCATO LORENZO TRUCCO, Presidente dell’Asgi, spiega ancora ne «L’attualità del male» che questo Memorandum, come altri recenti accordi, sono giuridicamente «deleghe di respingimento. Ricordiamo – dice Trucco – che la Libia rimane un paese che non ha ratificato le più fondamentali convenzioni in materia di diritto d’asilo e di rispetto dei diritti umani». 

L’ASGI ha presentato un esposto alla Procura presso la Corte dei Conti di Roma segnalando numerose criticità relative agli interventi realizzate da alcune ONG italiane in Libia con fondi dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS).

ASGI nell’esposto osserva come in alcuni centri le ONG italiane sembrino svolgere interventi a beneficio non tanto dei detenuti quanto delle strutture detentive, con attività volte a preservarne la solidità e l’efficienza

Sul campo continua la destabilizzazione degli stati imperialisti e delle milizie ad essi legate

Il 20 gennaio, i delegati della Camera dei rappresentanti libica e dell'Alto Consiglio di Stato si sono incontrati a Hurghada in Egitto sotto gli auspici delle Nazioni Unite e hanno concordato di indire un referendum sull'adozione di una nuova costituzione e tenere le elezioni presidenziali e politiche il 24 dicembre di quest'anno.

Una clausola dell'accordo di cessate il fuoco raggiunto dalle parti nell'ottobre 2020 tra il governo di accordo nazionale (GNA) di Faiz Sarraj a Tripoli e l'Esercito nazionale libico (LNA) di Khalifa Haftar prevedeva la partenza, entro un periodo di 90 giorni, di mercenari e forze straniere. La realtà è un'altra: le milizie di Haftar stanno costruendo una mega trincea da Sirte fino alla base aerea di al Jufra con l'aiuto dei mercenari russi del gruppo Wagner, così come  restano in Tripolitania truppe della Turchia e jihadisti fatti arrivare dai turchi da Idlib, dei miliziani di ISIS e AlNusra.

La presidenza USA con Biden sta cercando di recuperare il terreno: "Russia e Turchia devono ritirare le truppe dalla Libia" (Richard Mills, ambasciatore per gli Usa al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite) e si trascina con sé i governi di Francia, Germania, Italia, Regno Unito con una dichiarazione congiunta a sostegno del processo di "pacificazione" dell'ONU.

Nessun commento:

Posta un commento