"Non riprenderemo il corso
normale delle nostre vite"
15/12/2018
Lo scorso lunedì, dopo una delle
più importanti settimane di lotta e repressione nello stato francese da
decenni, un discorso del Presidente della Repubblica francese è stato trasmesso
sui canali televisivi e alla radio. Con un tono falsamente comprensivo e una
messa in scena drammatica, il presidente, dopo aver assicurato che le
repressioni erano giustificate e che avrebbero continuato, dichiarò "lo
stato di emergenza economica e sociale".
Dietro queste parole vuote,
misure ancora più vuote! E soprattutto, parole che dimostrano ancora una volta
tutta la sua arroganza e tutto il disprezzo che può avere contro questo
movimento popolare e le persone che lo compongono. In risposta alla richiesta generale
di aumenti salariali rivendicati dal
movimento, ha annunciato che ogni
lavoratore a salario minimo (SMIC) avrebbe ricevuto € 100 in più al mese a
partire da gennaio 2019, ma "senza che ciò costasse un centesimo in più al
datore di lavoro". In realtà, si tratta di aumentare il “premio di
attività”, che era già pianificato ma si sviluppa su 4 anni. Poiché il premio
di attività è indicizzato al gettito fiscale di riferimento, è chiaro che
questo non è assolutamente un aumento di stipendio! Un’altra Macronade insomma.
Le altre misure hanno seguito lo
stesso principio: esenzione fiscale degli straordinari, buonuscita senza tasse
ma per la buona volontà del padrone (ovviamente!), pseudo-abbassamento del CSG
(contributo sociale generalizzato), il tutto mimetizzato nel fraintendimento
della rivolta popolare che scuote la Francia e le sue rivendicazioni di classe.
La maggior parte delle richieste sociali non vengono affatto menzionate. E
alcuni media presentano tutto questo come una "svolta sociale". Che
brutto scherzo per il campo delle masse. In effetti, Macron ha portato avanti
le misure in piena coerenza con il suo programma, compreso l'annunciato
smantellamento dell'assicurazione sociale e della disoccupazione, e in linea
con i suoi principi economici. Successivamente, Macron ha iniziato a soddisfare
i movimenti fascisti annunciando un grande dibattito sull'identità nazionale e
l'immigrazione, mentre queste sono discussioni veramente ai margini del
movimento. Non ha fatto alcuna menzione del movimento dei liceali, o del
movimento studentesco, che invece hanno avuto un certo slancio nei giorni
scorsi, specialmente in Guadalupa.
Ma il primo punto sollevato
durante questo intervento, e la prima aspettativa del governo, è il
"ritorno dell'ordine repubblicano". A questo proposito, il potere borghese
e i suoi cani da guardia hanno trovato presto un punto di discussione dietro cui
nascondersi: l'attacco al mercatino di Natale di Strasburgo che ha fatto tre
vittime e dieci feriti. Le carogne borghesi del governo non hanno esitato un
secondo a sfruttare questa tragedia contro il movimento popolare, chiedendo di
vietare le manifestazioni e il ritorno alla calma. Il quotidiano Le Parisien ha
persino annunciato il giorno seguente, in un tentativo audace di colpevolizzare
e per giustificare la fuga del killer, che i CRS del mercatino di Natale era
stati spostati per "inquadrare" una manifestazione studentesca. Quale
modo migliore per lo stato borghese di dimostrare che la sua polizia non ha
altro scopo che reprimere la popolazione e che non ci “protegge” per niente?
Se questo bluff, con la promessa
di crescente repressione, avrà scoraggiato alcune persone sincere nel
continuare la lotta, rende anche un servizio al campo delle masse. Cedendo alle
rivendicazioni reazionarie e borghesi di una certa minoranza nel movimento, la
più accettabile per esso, il governo borghese ha permesso di tracciare una
linea tra le masse e i loro falsi alleati, che si sono smascherati da soli nei
giorni seguenti. Laurent Wauquiez e Marine Le Pen, pseudo sostenitori del
movimento fino a questa settimana, hanno fatto entrambi appello a fermare il
movimento, a non fare manifestazioni di protesta il 15 dicembre, e,
naturalmente, di votare per loro! Quelli sono sicuramente parte di quelli che
osano tutto ...
Il nostro partito sarà
naturalmente presente il 15 tra le masse come lo è stato questa settimana e le
precedenti. Non possiamo prevedere in anticipo se questa giornata sarà più o
meno importante di altre, ma le decine di migliaia di partecipanti precedenti,
e gli scioperi che iniziano un po’ ovunque, mostrano che il movimento è
tutt'altro che morto. Questo trucco codardo del governo non sarà sufficiente
per fermare la lotta.
Abbiamo tanti motivi per ribellarci,
Macron ce ne ha dato uno in più rispetto alla scorsa settimana! Come lui stesso
ha confessato alla fine del suo discorso, "non riprenderemo il corso
normale delle nostre vite, come spesso accadeva in movimenti simili". Il
movimento dei Gilet Gialli è stato una rottura troppo importante nella storia
della lotta di classe perché finisca con bei discorsi e una truffa di basso
livello. Non dimenticheremo mai le vittime delle settimane scorse,
l'incredibile repressione, le immagini di compagni smembrati e di bambini messi
in pericolo che hanno fatto il giro del mondo. Se alcuni e alcune di noi non
avevano ancora alzato la testa, ora è cosa fatta e sarà molto difficile farcela
abbassare. Non sopportiamo più questa vita e non la supporteremo più. Lo
abbiamo dimostrato, non saremo soddisfatti né con queste misure scellerate, né
con una seconda Grenelle. Vogliamo il potere, perché senza il potere, tutto non
è che illusione.
Ci impegniamo infatti in una
lotta prolungata, e sarà compito del Partito comunista di integrarsi in questa
lotta per costruire un fronte unito, una forza di combattimento e portarli
verso la guerra popolare, verso la vittoria finale, verso il comunismo.
Continuiamo la lotta!
Ribellarsi è giusto!
Senza il potere, tutto è
illusione!
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