Fortemente voluta dal presidente Orbán e dal partito di governo di destra Fidesz, stretti alleati di Salvini e della Lega, la “legge sulla schiavitù” aumenta le ore di straordinario che il padronato potrà richiedere ai propri dipendenti, portandole da 250 a 400 l’anno, consentendo il pagamento fino a 3 anni dopo ed eliminando anche la contrattazione sindacale sostituita dalla trattativa diretta tra dipendente e azienda. Naturalmente dal governo nazionalista Fidesz-KDNP fanno sapere ipocritamente che sarà una “libera scelta” del lavoratore decidere se “guadagnare di più” accettando questo straordinario, utilizzando le solite ingannevoli argomentazioni facendo finta di ignorare il livello di ricattabilità a cui viene sottoposto il lavoratore
che sarà costretto a lavorare quasi due ore in più al giorno (raggiungendo 10 ore di lavoro) o un giorno in più a settimana!
Il salario minimo in Ungheria è di circa 533 dollari al mese, mentre il salario medio, secondo Trading Economics, è di 1.136 dollari al mese. La legge aggiunge inoltre 8 ore settimanali in più, o una settimana lavorativa di sei giorni.
Proteste di piazza si sono svolte lo scorso 8 dicembre e per quattro giorni consecutivi dal 12 al 16 dicembre. Più di 10mila persone hanno marciato il 16 dicembre 2018 in direzione del Parlamento e del quartier generale della tv di stato, dando vita a una delle più grandi proteste mai realizzate nel paese da quando le nuove normative sul lavoro sono state approvate la scorsa settimana.
La polizia ha lanciato gas lacrimogeni contro la folla per disperdere i manifestanti che si erano radunati vicino alla stazione televisiva.
I manifestanti hanno anche protestato contro la creazione di un sistema parallelo di tribunali amministrativi alle dirette dipendenze del ministro della Giustizia e che si occuperà anche di questioni politicamente delicate come legge elettorale, corruzione e diritto di manifestare. Infine hanno chiesto indipendenza e obiettività dei media pubblici e l’adesione (rifiutata dal governo) alla procura europea, una procura indipendente e comune specializzata nella lotta alla criminalità finanziaria nell’UE.
Il partito di governo Fidesz ha cercato di sminuire le proteste, accusando il magnate George Soros di aver pagato i manifestanti, definiti dei “mercenari”.
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