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Una foresta da 26mila miliardi
Il dramma della deforestazione. Negli
ultimi 10 anni l’uomo ha spogliato il pianeta di una superficie alberata grande
come l’Italia, stima global Forest Watch. Nel 2017 sono scomparsi 16
milioni di ettari a livello globale, il secondo peggior risultato dopo il 2106
(16,9 milioni), calcola World Research Institute. L’Amazzonia, polmone verde
del Pianeta, è l’area più fragile: nell’ultimo biennio, ogni minuto ne sparisce
un tratto grande come 40 campi di calcio.
Solo da agosto 2017 al luglio scorso, si sono persi 8mila chilometri
quadrati di alberi, cinque volte l’area di Londra, stando al governo
brasiliano. La Fao calcola che 1,2
miliardi di persone dipendono
dalle foreste per cibo, energia e riparo. Senza alberi, addio biodiversità, con danni economici e sociali enormi. Un’azione audace di governi e imprese per la sostenibilità produrrebbe guadagni per 26mila miliardi di dollari entro il 2030, secondo Gcec, la commissione globale sull’energia. [Ma questa azione “audace” è impossibile per la borghesia che rincorre solo il profitto ad ogni costo! ndr] L’Italia è in controtendenza. Anche per l’abbandono dei campi nell’ultimo mezzo secolo la superficie forestale ha raggiunto il 37% del territorio, secondo l’Ispra: come la Germania, il 7% in più della Francia. Poiché la ricognizione die dati è stata frammentata dai cambiamenti nelle strutture centrali e periferiche, dal 2016 l’Istat non pubblica più ricerche sulle foreste: oggi le stime sono prodotte da osservazioni satellitari. Faggi, cerri, querce, larici, pini: boschi e foreste catturano carbonio, influiscono sulla velocità dei venti, mitigano i cambiamenti climatici. L’ultimo vertice sulla questione nei giorni scorsi tra i Grandi a Katowice. [L'ennesima farsa che non può risolvere nulla! ndr]
dalle foreste per cibo, energia e riparo. Senza alberi, addio biodiversità, con danni economici e sociali enormi. Un’azione audace di governi e imprese per la sostenibilità produrrebbe guadagni per 26mila miliardi di dollari entro il 2030, secondo Gcec, la commissione globale sull’energia. [Ma questa azione “audace” è impossibile per la borghesia che rincorre solo il profitto ad ogni costo! ndr] L’Italia è in controtendenza. Anche per l’abbandono dei campi nell’ultimo mezzo secolo la superficie forestale ha raggiunto il 37% del territorio, secondo l’Ispra: come la Germania, il 7% in più della Francia. Poiché la ricognizione die dati è stata frammentata dai cambiamenti nelle strutture centrali e periferiche, dal 2016 l’Istat non pubblica più ricerche sulle foreste: oggi le stime sono prodotte da osservazioni satellitari. Faggi, cerri, querce, larici, pini: boschi e foreste catturano carbonio, influiscono sulla velocità dei venti, mitigano i cambiamenti climatici. L’ultimo vertice sulla questione nei giorni scorsi tra i Grandi a Katowice. [L'ennesima farsa che non può risolvere nulla! ndr]
Affari e Finanza
17/12/2018
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