giovedì 25 ottobre 2018

pc 25 ottobre - LEGITTIMA DIFESA = LEGITTIMA LICENZIA DI UCCIDERE - LA PROPRIETA' PRIVATA VAL BENE LA VITA DELLE PERSONE

La legittima difesa ha avuto il via libera al Senato ora passa alla Camera. 
Il macabro Salvini esulta sulle morti e il M5S compatto dà il via libera. Gli emendamenti che per fare "scena" aveva presentato, sono stati immediatamente ritirati. Scrive il manifesto: "per tutto il giorno i grillini si costringono in un basso profilo, dal quale viene disgraziatamente fuori il solo senatore Dessì per prodursi in un’appassionata difesa della sacralità del proprio appartamento – si tratta dello stesso signore scoperto ad abitare un alloggio popolare per 8 euro al mese". 

Uno dei cardini della legge è l'articolo 1 che introduce la parola "sempre": «chi compie un atto per respingere l'intrusione posta in essere», recita l'articolo 1, «agisce sempre in stato di legittima difesa», "se taluno usa un'arma legittimamente detenuta o altro mezzo idoneo al fine di difendere la propria o la altrui incolumità, i beni propri o altrui, quando non vi è desistenza e vi è pericolo di aggressione" nelle pertinenze della propria abitazione o luogo di lavoro.
La legge codifica l'ordine di priorità di questo sistema sociale borghese: al primo posto la "proprietà privata". La difesa della casa, negozio, ma anche delle "cose" (quindi anche mobili, gioielli, soldi...?),
cioè la difesa della proprietà privata, comunque e dovunque, val bene la vita delle persone.

Perchè scatti la legittima difesa, perchè si possa uccidere non è necessario che il ladro abbia un'arma in mano, bensì è sufficiente la sola minaccia di utilizzare un'arma;  Basta entrare in un negozio e dire "questa è una rapina", senza avere neanche un mezzo di offesa, è sei morto.

Il Partito democratico - in coerenza col suo "apripista" disegno di legge di riforma della legittima difesa già presentato nel 2017 - ha votato Sì all'articolo 2 che esclude la punibilità di chi ha agito per la salvaguardia della propria o altrui incolumità "in condizioni di grave turbamento, derivante dalla situazione di pericolo in atto". 
Articolo che, evidentemente, mette un ulteriore carico alla legge, dato che sparare non è neanche collegato a un pericolo oggettivo ma semplicemente allo stato soggettivo. 
Avremo così persone ammazzate anche se non armate ma solo perchè l'altra persona si è presa paura.
Siamo alla legge ad personam. Una sconfessione della stesso concetto di "legge" che dovrebbe valere per tutti, come non regge il concetto stesso di "legittima difesa": difesa da chi e perchè, se manca anche il pericolo di vita?  

Una legge tutta politica, nel senso più deteriore del termine, di autopropaganda, dato che come dice anche Patrizio Gonnella, presidente dell'associazione Antigone: "Oggi i dati degli omicidi sono ai minimi storici e incentivare il possesso e l'utilizzo delle armi non farà altro che far aumentare il numero dei morti nel nostro paese. Inoltre anche i numeri delle rapine sono incomparabilmente minori rispetto a quelle dei furti in casa".

Una legge di classe, per la "gente per bene", una legge di classe. Chi potrà detenere le armi? La borghesia bottegaia, proprietaria, commercianti, professionisti, ecc, (mentre certamente per esempio a nessuna donna che si senta in pericolo di essere violentata, uccisa, verrà mai data l'autorizzazione all'uso dell armi).


Una legge che favorirà la lobby delle armi. Scrivevamo tempo fa: "la Lega è storicamente sensibile agli interessi del mercato delle armi (e dei suoi fabbricanti). Era il 2011 quando l’allora presidente del consiglio Silvio Berlusconi fece l’ultimo regalo a Umberto Bossi, accettando di inserire nella legge di stabilità un codicillo che in pratica cancellava il catalogo delle armi comuni da sparo, rendendo nulla la distinzione tra armi leggere e pesanti, e permettendo così a chiunque l’acquisto di entrambe le tipologie.... Nel 2014, il consiglio regionale della Lombardia approvò una mozione, firmata dalla Lega ma votata da tutto il centrodestra (e pure da un consigliere Pd, Corrado Tomasi), a favore delle imprese che esportano armi. La mozione in pratica chiedeva al governo di modificare le norme nazionali per ridurre i vincoli burocratici alle aziende lombarde del settore delle armi".

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