Bologna:
Contestazione alla Cisl, condannati
sette studenti
sette studenti
Protesta
punita con due mesi per interruzione di pubblico servizio.
In
tutta Europa il 14 novembre 2012 furono convocati simultaneamente
scioperi e mobilitazione dal basso contro le politiche di austerity.
In diverse città italiane scesero animatamente in piazza anche le
realtà dell’autorganizzazione sociale e del sindacalismo autonomo.
Nelle stesse ore, alla Camera a Roma si teneva la lunghissima seduta
della commissione Bilancio che poco prima dell’alba del 15 avrebbe
licenziato il testo della legge di Stabilità del governo Monti. A
Bologna una della manifestazioni di quella giornata partì alle 9 da
via XX settembre per passare dalla T e poi andare a bloccare i viali,
da porta Mazzini alla Stazione. In via Amendola, i manifestanti
lanciarono uova contro la sede Cisl e poi entrarono a protestare per
cinque minuti all’interno, dove era in corso un convegno. Per
questo fatto sette studenti sono stati condannati ieri a due mesi di
reclusione per interruzione di pubblico servizio, un ottavo multato
800 euro per il lancio di un uovo contro l’insegna del sindacato
confederale.
Ha
scritto ieri il Collettivo
Universitario Autonomo:
“Prendiamo
l’occasione per rivendicare politicamente quell’importante
iniziativa che nel contesto di aggressione frontale alla stragrande
maggioranza della società da parte delle banche e della finanza grazie al governo Monti indicò anche la Cisl tra i responsabili dell’impoverimento e della sofferenza di milioni di studenti e studentesse, e uomini e donne dalla culla alla pensione nel nostro paese”.
Tra l’altro in quei giorni il movimento operai dei
facchini iniziava a muovere i suoi primi passi nella nostra città e
noi insieme scioperavamo ai cancelli della logistica per porre fine
alla schiavitù delle cooperative”, meccanismi a cui gli studenti
accusano i sindacati confederali di non essersi mai opposti. In
particolare alla Cisl si contestava in quei giorni (erano i tempi
della vertenza della Centrale adriatica) la dichiarazione di un
dirigente che, accusando i SiCobas di intraprendere proteste
strumentali, arrivò a invocare “che qualcuno insegnasse loro come
si sta al mondo, anche intervenendo democraticamente sulle loro
schiene”.
Conclude il Cua:
“Come
studenti e studentesse quel giorno dimostrammo quindi la nostra
completa ostilità al sindacato dei padroni che con efferata solerzia
invitava alla repressione contro i nostri compagni di lotta operai.
Oggi quindi nel solidarizzare con gli studenti colpiti dalla
repressione non possiamo che rivendicare quella straordinaria
giornata di lotta affermando l’attualità delle sue ragioni! Ieri
come oggi solidarietà di classe senza frontiere!“maggioranza della società da parte delle banche e della finanza grazie al governo Monti indicò anche la Cisl tra i responsabili dell’impoverimento e della sofferenza di milioni di studenti e studentesse, e uomini e donne dalla culla alla pensione nel nostro paese”.
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