Varavara Rao: la strage di Thoothukudi mi ricorda quelle di Nandigram, Kalinganagar, gli interessi delle grandi aziende sono la causa di questi massacri
Abbiamo visto
foto agghiaccianti di un poliziotto armato di fucile che prende la
mira per sparare contro i manifestanti anti-Sterlite a Thoothukudi la
scorsa settimana. Perché credete che la polizia apra il fuoco contro
persone inermi quando ci sono altri modi per gestire i problemi di
ordine pubblico?
Non solo questo,
avete ascoltato la voce di un ufficiale di polizia che ordina di fare
almeno un morto, visto le immagini di un poliziotto che solleva un
corpo esanime e dice che non è morto, che finge di essere morto, e
gli spara per abbatterlo, come fosse un animale ferito. In realtà
era stato colpito al collo, bersaglio per aver violato la Sezione 144
cpp, ed è morto all’istante. È come se la Dyer chiudesse la
chiusa di Jalianwalah Bagh uccidendo le persone indiscriminatamente.
Un massacro voluto e pianificato ...
Non ricordano
altri casi in cui la polizia ha sparato sui manifestanti?
La strage di polizia
a Thoothukudi mi ricorda la sparatoria contro i manifestanti a
Nandigram il 14 marzo (per l’anniversario della morte di Karl Marx)
dove sono state uccise 14 persone, e anche l'uccisione di 11 persone
a Kalinganagar nel 2006.
Il cadavere
trascinato a Thoothukudi (Tutikorin) mi ha ricordato quelli di
Ramabai Nagar nel Ghatkopar di Mumbai nel 1997, dove 11 manifestanti
dalit furono uccisi a colpi di arma da fuoco e i loro corpo gettati
su un camioncino della polizia come carcasse di animali.
A Nandigram, fu per
il Salim Group, società indonesiana, a Kalinganagar per la Tata, ora
per la Vedantha, la famigerata multinazionale già nota per Niamgiri.
Quando Arundhathi Roy andò Dandakaranya - su invito dei maoisti –
e, al suo ingresso in Bastar, vide il Vedantha Cancer Hospital pensò
che in Dandakaranya ci doveva essere un’enorme attività mineraria
della Vedantha. È nell'interesse privato delle grandi aziende che si
perpetrano questi genocidi di adivasi, pescatori, donne dalit e altre
minoranze.
Ma questo tipo di
attacchi feroci, chiudendo le voci del dissenso, non spingono la
gente comune a prendere le armi contro lo Stato?
La gente protesta
quando il governo, le classi dominanti, la casta superiore e la
maggioranza religiosa attaccano i diritti del popolo.
Per quasi cento
anni, Satyagraha, non-cooperazione, sasanalonghana contro le leggi
antidemocratiche sono rimaste forme di protesta gandhiana. Scioperi,
raduni, dharna, gherao, sono tutte forme di protesta della classe
operaia, fin dalla rivolta di Naval, dal movimento Chowra-Chowri ecc.
Prendere le armi contro l'imperialismo, il colonialismo, in India ha
una tradizione politica di oltre 100 anni, sin dalla formazione del
partito Gadar per l'indipendenza. Krishna predica la violenza, nella
Bhagavad Gita, il Sikh Qualam indica cinque armi di autodifesa del
corpo o della persona.
Dunque, dire che la
non-violenza è indiana o appartiene cultura indù è una menzogna.
L’Hindutva come religione crede nel sistema gerarchico delle caste
e nella violenza. Il popolo ha sempre usato come armi per difendersi
arnesi per la caccia, per la produzione agricola, (archi, frecce,
lame, falci). La prima guerra di indipendenza indiana del 1857 fu la
rivolta dei sepoy.
La lotta di classe
non è invenzione di Marx ed Engels, è la loro scoperta storica,
materialistica e dialettica, a partire dalla storia dell'umanità
dall'inizio della società di classe. La lotta armata è una
necessità per le masse lavoratrici.
Ma il fatto che
gente comune prenda le armi è cosa del tutto diversa dalla lotta
armata per rovesciare il sistema burocratico semi-feudale e
semi-coloniale.
Questa vi fu tra il
1946-51 nello stato di Telangana o Hyderabad, quando le classi dei
contadini poveri, senza terra e i braccianti agricoli occuparono un
milione di ettari di terra in 3.000 villaggi. Con la rivolta di
Naxalbari nel 1967 in Bengala, è emersa la via della rivoluzione di
nuova democrazia che, nonostante le battute d'arresto, continua da 50
anni, forse la più lunga storia di rivoluzione armata al mondo, che
continua tuttora nell'India orientale e centrale, in Dandakaranya,
Bihar, Jharkhand, Odisha, AOB e nei Ghati occidentali.
Pensa che una
reazione armata a un’azione armata risolva il problema? Possono
esserci metodi non violenti per far fronte alla violenza di stato?
Dopo le morti dei manifestanti anti-Sterlite potrebbe sembrare
assurdo, ma lo chiedo in generale.
Gente comune può
prendere le armi per rivalsa, a livello individuale o
collettivamente, come in Thoothukudi.
Ma la rivoluzione
armata guidata dal PCI (maoista) è per la rivoluzione di nuova
democrazia, lungo la via aperta a Naxalbari, concetizzatasi nello
"Janatana Sarkar" in Dandakaranya, nei consigli
rivoluzionari provinciali nella zona speciale di guerriglia di
Saranda o in Jharkhand Andhra Orissa Border. Simili tentativi furono
fatti in Jangalmahal, nei Ghati occidentali, nella Trigiunzione e in
Telangana, nel 1996-1999.
Lo Janatana Sarkar
si è insediato in vaste aree del DK, in particolare nel Bastar
meridionale, dove Adivasi, Dalit, caste e classi oppresse si
autogovernano, occupando terre, attuando dal basso programmi di
sviluppo alternativi. Hanno formato un ampio fronte, supportato dal
partito e dall'Esercito Guerrigliero Popolare di Liberazione (PLGA),
e hanno la loro milizia popolare.
Dopo Salwa Judum
(2004-2009), Green Hunt (dal 2009) e, dal 2014, con la guerra a tutto
campo scatenata dal governo Modi-Rajnath-Raman Singh, questo ha
proclamato il "Samadhan" di porre fine al movimento maoista
entro il 2022.
Ci sono state
deportazioni e concentrazione di Adivasi, incendi di villaggi, stupri
di massa, massacri di Adivasi in falsi scontri, perché questi
resistono alla penetrazione delle grandi aziende tramite i programmi
statali. I media di regime li descrivono come maoisti che vogliono
impedire lo sviluppo delle aree di Adivasi.
La Salim a
Nandigram, la Tata a Singur, la Jindal a Jangalmahal hanno commesso
crimini e sono solo i maoisti, che piacciano o no il loro metodi, che
sono riusciti a impedire a Jindal di occupare e distruggere 5.000
acri di terre di adivasi a Jangalmahal.
Dunque, il popolo
che prende le armi non è solo protesta o resistenza contro la
violenza di Stato, ma anche lotta per la presa del potere politico.
Naxalbari, 50 anni fa, ha indicato la via dell’abbandono della via
parlamentare.
Crede che lo
stato stia diventando sempre più intollerante?
Nella concezione
marxista, lo Stato è sempre uno strumento di oppressione delle
classi sfruttatrici e dominanti. Dopo il 1990, la caduta della
bandiera rossa in Russia ed Europa dell'Est e l’affermarsi degli
Stati Uniti come potenza imperialista unipolare globale, lo stato, in
un impeto di sincerità, afferma apertamente che non è uno stato
sociale. Roti, Kapdu, Makan, Educazione, salute, acqua potabile, non
sono responsabilità dello Stato. Piuttosto, in ogni paese lo Stato è
diventato responsabile verso Banca Mondiale. Il programma di sviluppo
imposto dalla Banca Mondiale è globalizzazione, privatizzazione e
liberalizzazione, sviluppo nell'interesse delle grandi
multinazionali. Lo Stato deve svolgere solo un ruolo di
facilitatore/agente.
È naturale che lo
stato stia diventando sempre più intollerante, per attuare i
protocolli di intesa firmati con le multinazionali.
Il recente massacro
di 42 persone a Gadchiroli, nell'interesse dei Lloyds, e la polizia
che spara a Thoothkudi vanno visti in questa stessa luce; anche gli
attacchi contro i dalit e i musulmani.
Le proteste ci
sono, ma le grandi aziende e l'enorme potere statale mettono a tacere
ogni voce di dissenso. È difficile orientare oggi i giovani verso il
naxalismo?
La tua domanda è la
mia risposta. Qualsiasi repressione o riforma non risolvono i
problemi. Il problema vero è che la cosiddetta "politica di
sviluppo" è in sostanza una politica di devastazione che
deporta e emargina le masse lavoratrici. In solidarietà con questi
dannati della terra i giovani non possono che scegliere il Naxalismo.
Molti Naxaliti si
stanno arrendendo, si accontentano di un lavoro e una vita pacifica.
Il governo centrale e dei vari stati dicono che il naxalismo è un
problema per lo sviluppo e che lo stanno affrontando come tale. Pensa
che possano risolvere il problema?
Forse quelli che si
arrendono senza subire processi o imputazioni sono felici di una vita
normale. Ma sapete che la signora che si è arresa e poi sposata di
fronte a Mamata Banerjee, primo ministro del Bengala Occidentale,
probabilmente ha causato l'arresto e l’assassinio di Kishanji in un
falso scontro. Abbiamo tanti altri esempi come Nayeem. Lo stesso è
accaduto in Jammu e Kashmir, negli stati del Nordest, in Jharkhand,
Odisha, DK, ecc. Lo stato non permette a nessuno di vivere in pace.
In tutto il
paese, i partiti di sinistra si sono indeboliti, il BJP è sempre più
forte, in tutto il mondo la destra è in ascesa, ovunque la politica
identitaria sta cambiando le dinamiche politiche. In questo contesto,
come crede che un "movimento popolare", l'ideologia di
sinistra, i maoisti, possano essere ascoltati o possano fare la
differenza?
I cosiddetti partiti
di sinistra hanno abbandonato la lotta di classe. Quindi, per loro le
classi che partecipano alla produzione e alla lotta di classe sono
solo degli elettori. Quando sono eletti, applicano gli stessi
programmi di sviluppo che abbiamo visto in Bengala e Kerala. Se si
deve fare la differenza si deve prendere parte e aderire alle lotte
antifeudali e antimperialiste, basate su programmi democratici e
rivoluzionari.
Il PCI(maoista)
aderirà mai alla democrazia parlamentare? Non sarebbe un paradigma
più "accettabile" per il popolo? (Intendo non solo gli
oppressi, ma tutti coloro che sono d'accordo con i principi ma non
possono essere a favore della lotta armata contro lo Stato)
Io
non la penso così. Se PCI(maoista) aderisse alla cosiddetta
democrazia parlamentare, non sarebbe più un partito rivoluzionario
che con la lotta armata conduce la lotta di classe per fare la
Rivoluzione di Nuova Democrazia. Il compito de PCI(maoista) oggi è
combattere contro l'imperialismo, il fascismo e il fascismo
brahmanico Hindutva su due fronti: con una forma ampia, democratica,
con tutte le forze antimperialiste e antifeudali e on la rivoluzione
armata di lunga durata.
28 maggio 2018
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