lunedì 28 maggio 2018

pc 28 maggio - Non si intesta una scuola a un fascista! Vergogna!

La scuola elementare di Carrosio è dedicata da oltre cinquant’anni a Felice Costa, medico condotto all’inizio del Novecento, sindaco dopo la Prima guerra mondiale nonché podestà fascista. Proprio qui sta il nocciolo della questione: la carica ricoperta dagli anni Venti fino alla metà degli anni Trenta non va giù alla minoranza consiliare del gruppo Alternativa Civica. Da novembre i consiglieri cercano di portare la discussione in Consiglio comunale ma il sindaco Valerio Cassano si oppone: a suo dire l’argomento non rientrare fra i compiti dell’assemblea, tesi sostenuta, con qualche condizionale, anche dal ministero dell’Interno che ha imposto la discussione degli altri temi proposti dall’opposizione dopo il “niet” del primo cittadino, supportato dal prefetto Romilda Tafuri. Nella
seduta consiliare della scorsa settimana, ancora disertata per protesta dalla minoranza, Cassano ha comunque spiegato perché non intende cambiare il nome alla scuola: “Costa, nel suo ruolo di medico condotto, era una persona molto attenta ai bisogni dei poveri, quindi benvoluta in paese. Era diventato sindaco nel 1922, eletto dai cittadini, e poi è stato podestà”. Come a dire che il suo ultimo incarico aveva una base di sostegno tra i carrosiani, per altro non necessario per quel ruolo, visto che i podestà venivano nominati dal governo del Fascio in base alla fedeltà politica al regime. Il sindaco ha infine spiegato che cambiare l’intitolazione della scuola vorrebbe dire “mancare di rispetto agli amministratori comunali che nel 1964 dedicarono l’edificio a Costa, quindi in tempi lontani dal fascismo”.
Luigi Traverso, consigliere di minoranza, spiega perché al suo gruppo la figura di Costa non piace: “Il sindaco non ha ricordato cosa scriveva quel signore in un suo libro, “Pensieri e rime”, pubblicato nel 1937. In sostanza, elogiava alla grande il Duce e diceva di essere stato “folgorato” dalla sua figura già nel 1922, a Cremona, in vista della marcia su Roma.
Dopodichè venne scelto come podestà, guardacaso, a differenza dei sindaci di altre fedi politiche, rimossi dal regime”. Costa, come risulta dal suo libro, già nel 1922 divenne fascista e scrisse un sonetto dedicato a Mussolini, dal titolo “Il Duce”, proprio nel 1926, anno della sua nomina a podestà di Carrosio, nel quale celebra la figura del capo del fascismo in maniera (involontariamente) ridicola. Può un personaggio del genere convivere con un personaggio di grande levatura morale come don Emanuele Levrero, ex parroco nominato Giusto fra le nazioni da Israele per aver salvato molti ebrei a Genova, durante la guerra, al quale è dedicata la piazza dove sorge la scuola, si chiede la minoranza. “Inoltre – conclude Traverso – a Carrosio c’è anche una una via dedicata a Giancarlo Odino, comandante partigiano, fucilato al Turchino dai nazifascisti dopo essere stato catturato alla Benedicta. La scuola può essere intitolata ad altri carrosiani illustri, come la famiglia Bruzzo, titolare dell’ex Jutificio che tanto lavoro diede ai carrosiani, o il teologo Brengio, ma non a un fascista conclamato come Costa, la cui immagine, va ricordato, si trova negli uffici del municipio”.

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