All’ordine
del giorno il proseguimento della lotta contro la linea ad
alta capacità Genova Fegino-Rivalta Scrivia, anche alla luce di quello
che è stato il tradimento subito dai maggiorenti grillini.
Questi
hanno barattato la lotta contro la devastazione di interi territori in
cambio di un pugno di posti di un governo formalmente gialloverde ma
nella realtà egemonizzato totalmente dalle orde barbariche leghiste.
Davanti
ad una platea che riempie il locale in ogni ordine di posti – formata
in larga parte da militanti di Potere al Popolo, ma è presente anche il
locale circolo di Proletari Comunisti – l’assemblea comincia alle 21:20.
Dopo
una breve introduzione curata dal moderatore della serata, Massimo del
movimento No Tav-
Terzo Valico di San Quirico e Pontedecimo, la parola
passa a Gianluca del comitato di Isoverde.
Questi
illustra le ragioni dell’assemblea: rispondere, con i mezzi a nostra
disposizione, visto che «alla fine, se non facciamo da soli, non ci
aiuta nessuno», al martellamento mediatico del fronte favorevole
all’opera, effettuato in primis dal presidente della Regione Liguria e
dal sindaco di Genova in perfetta continuità con chi li ha preceduti.
Nonostante
si sostenga – anche da parte del consigliere della Rete a Sinistra,
Giovanni Battista Pastorino – che ormai l’opera è partita e
quindi va terminata, la si può ancora fermare, dato che ne è stato
completato appena il venti per cento.
Un
intervento successivo spiegherà che questa percentuale, in realtà,
riguarda i lavori di corollario allo scavo delle gallerie, che
praticamente sono fermi da tempo, a causa dei guai giudiziari che hanno
coinvolto il Cociv e le ditte di subappalto.
Esaurito
questo primo discorso, tocca alle due relazioni – una dell’ingegner
Bruno Marcenaro, l’altra dell’ingegner Mauro Solari – che, con l’aiuto
di diapostive, illustrano un documento in cui si analizza l’opera dal
punto di vista trasportistico e della difesa della salute pubblica.
Particolare
interesse dovrebbe suscitare l’affermazione del Marcenaro che sostiene,
con ragione, che il vero terzo valico utile sarebbe stato lungo circa
millecinquecento metri, e sarebbe stato rappresentato dalla
realizzazione di quel pezzo mancante di ferrovia che collegasse Genova
Borzoli con il bivio di Fegino.
Inutile
aggiungere che in quel modo si sarebbe proceduto al risparmio di circa
sei miliardi di risorse drenate dai servizi pubblici essenziali: ma
proprio questo, evidentemente, costituiva la ragione per cui non si è
proceduto in tal senso trent’anni fa, quando si è cominciato a parlare
di connettere il porto di Genova Voltri con il suo retro.
Esauriti
i due rapporti, la parola viene data al pubblico: tutti gli interventi –
effettuati da attivisti sia liguri sia piemontesi – si focalizzano
sulla necessità di continuare la lotta perché la grande opera inutile si
può ancora fermare.
Inoltre si
assiste al plateale divorzio tra il movimento ed i politicanti del
Movimento 5 Stelle, accusati a più riprese di aver «svenduto la lotta in
cambio di posti al governo con una formazione apertamente fascista e
razzista e che perciò non potrà mai avere a che fare con il movimento No
Tav-Terzo Valico».
In sala sono
presenti Alice Salvatore e Marco De Ferrari, consiglieri regionali
liguri pentastellati, che tentano di rintuzzare gli attacchi ricevuti
ripetendo il ritornello della possibilità di far valere le proprie
ragioni nella camera di consultazione, e che comunque i contenuti del
contratto travalicano le loro competenze.
A
rispondere alla Salvatore è Egio Spineto, del comitato No Tav-Terzo
Valico di Arquata Scrivia, che le contesta di «aver sproloquiato per
dieci minuti per non dire nulla su quello che le è stato contestato»; a
questo punto, per lui e per tutto il movimento in generale, «ogni
rapporto con il Movimento 5 stelle è rescisso».
Bosio (Al), 31 maggio 2018
Stefano Ghio - Proletari Comunisti Alessandria/Genova
http://pennatagliente.wordpress.com
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