In
Italia in questi giorni ricorre il 40° della L.194 questo
anniversario si è intrecciato e si è unito alle donne che in Irlanda
hanno lottato e vinto il referendum per abrogare l’ottavo
emendamento, una legge che criminalizzava l’aborto e puniva con il
carcere. In tante parti del mondo le donne lottano per il diritto
d’aborto e la vittoria del sì in Irlanda- accolto con gioia non
solo dalle irlandesi, ma da tutte le donne che hanno sostenuto questa battaglia - è in continuità con il movimento
di lotta delle donne che si sta sviluppando poderoso in tanti paesi, dal Cile, all'Argentina, al Messico, in Spagna, in Italia, ecc., e oggettivamente rafforza, ispira e aiuta la
lotta delle donne nei paesi in cui l'aborto è ancora vietato.
A
Milano, come in tante altre città, si è tenuta una iniziativa promossa da NUDM. Anche noi come compagne
dell’mfpr, all’interno delle iniziative da noi portate avanti in
questi giorni - volantinaggi in quartiere e verso lavoratrici in lotta
“in effetti c’è anche questo per cui lottare” il commento di
una lavoratrice; affissioni - abbiamo partecipato ad una parte della
giornata al parco della Guastalla con il nostro volantino, i nostri
materiali e striscione.
Avremmo
preferito, come previsto nel programma iniziale, che si tenesse
l’assemblea pubblica “molto più di 194”. Questo passo indietro di
NUDM, è frutto di
una non adeguata comprensione della situazione concreta oggi sul
fronte dell’attacco al diritto d’aborto ed è comunque un
rinchiudersi invece che allargare e favorire la partecipazione delle
donne che sulla loro pelle subiscono gli aspetti più brutali di
oppressione in tutti gli ambiti, il peggioramento della loro
condizione complessiva. Servono mobilitazioni, iniziative che rafforzino,
unifichino, permettano di amplificare lotte e percorsi diversi delle
donne; invece, ci sembra sempre più un agire come una sorta di inter gruppi.
Abbiamo invece molto apprezzato la scelta simbolica di fare l’iniziativa nei pressi della Mangiagalli. Questa clinica da un lato è stata amata da tantissime donne che vi hanno trovato sostegno, possibilità di praticare l’IVG, tra le prime ad introdurre l’aborto farmacologico e in cui l’obiezione di coscienza non raggiunge livelli proibitivi. Una situazione migliore di altre, ma frutto delle lotte delle donne che hanno saputo imporre i loro bisogni e hanno conquistato sanitari sensibili.
Abbiamo invece molto apprezzato la scelta simbolica di fare l’iniziativa nei pressi della Mangiagalli. Questa clinica da un lato è stata amata da tantissime donne che vi hanno trovato sostegno, possibilità di praticare l’IVG, tra le prime ad introdurre l’aborto farmacologico e in cui l’obiezione di coscienza non raggiunge livelli proibitivi. Una situazione migliore di altre, ma frutto delle lotte delle donne che hanno saputo imporre i loro bisogni e hanno conquistato sanitari sensibili.
Dall'altro lato, però, come giustamente sottolineato da NUDM, è stata
anche la prima clinica a Milano ad ospitare gli antiabortisti del
centro di aiuto alla vita. Per questo, nell’arco della giornata del
26/5, in concomitanza con l’iniziativa al parco Guastalla, abbiamo
volantinato alla Mangiagalli.
La presenza più che visibile di polizia e carabinieri nell’area ha indignato varie donne.
Siamo uscite da questa giornata con la considerazione che c’è tanto da fare nel movimento delle donne perché cresca e si consolidi la necessaria lotta e un reale protagonismo delle donne
La presenza più che visibile di polizia e carabinieri nell’area ha indignato varie donne.
Siamo uscite da questa giornata con la considerazione che c’è tanto da fare nel movimento delle donne perché cresca e si consolidi la necessaria lotta e un reale protagonismo delle donne
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