Pubblichiamo alcune parti della sentenza uscita il 7 maggio del Tribunale di Torino, giud. Marco Buzano, che sono esemplari della partigianeria faziosa di questo giudice, contro i lavoratori.
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(Il lavoratore non "ha inteso" un bel niente, o firmava questo tipo di contratto o niente lavoro) |
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(la "libertà" del lavoratore stava solo nel mantenere il lavoro o farsi licenziare, dato che la sua
indisponibilità per i turni lavorativi era spesso condizione di perdita del lavoro) |
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(per questo giudice, fissazione di orari, luogo, controlli non solo della presenza ma delle modalità e tempi di lavoro, ecc. "non sono determinanti"... Cos'è, occorreva in più l'uso del frustino?) |
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(ogni fatto portato dai lavoratori nel processo, per questo giudice - che in un'altra società sarebbe mandato a fare lui il fattorino - si tratta sempre di "elemento irrilevante) |
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(la "sottile distinzione" tra telefonata e ordine...; salvo che quelle telefonate spesso sono determinanti per mantenere o perdere il lavoro) |
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(è la classica "libertà" che il nostro buon Marx ci spiega:la "libertà" di continuare a mangiare o morire di fame...) |
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(questo giudice è ancora più a destra del "jobs act" - è tutto dire... E per affermare la sua tesi si avvale delle parole dell'avvocato dell'azienda, giocando sulla paroletta "ANCHE") |
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