giovedì 12 aprile 2018

pc 12 aprile - Guerra in Siria - la valutazione di proletari comunisti del 2012

I venti di guerra che portano ad una nuova aggressione imperialista nei confronti della Siria hanno preso a soffiare forte dopo il reciproco sconfinamento militare e abbattimento dell'aereo turco. La Turchia ha assunto ora il ruolo di prima fila in questa nuova aggressione, spinta dagli USA e dalla Nato, ma a sua volta trainante USA e la Nato, perchè trasformare un incidente sia pur grave in una richiesta di attuazione dell'accordo Nato che prevede che quando uno dei paesi membri è fatto segno di un'azione militare tutta la Nato della reagire è evidentemente una forzatura che si spiega solo con la determinazione e la volontà di arrivare all'aggressione anti Siria. La Nato, quindi, viene a riunirsi in seduta straordinaria per fare un atto dovuto.
All'interno della Nato, però, diversi pesi imperialisti, tra cui l'Italia, non sembrano avere molta voglia di imbarcarsi in una nuova avventura militare del tipo Libia, tenendo conto anche dei gravi problemi che attraversano USA, Nato, Italia in Afghanistan. 
Nella storia e negli ultimi tempi si è visto molto spesso come alcuni fatti si producano al di là della stessa volontà dei contendenti per il complesso di azioni e reazioni e per lo stato incandescente della situazione in Siria e di tutta l'area. Su due punti però occorre avere una posizione chiara: 
la Siria non è la Libia e il legame Siria/Russia è ben più consistente di quello con la Libia. Chi interviene in Siria scherza col fuoco e può trasformare questo focolaio in un incendio dispiegato. Per questo il comunicato congiunto dei maoisti franco italiani ha segnalato l'importanza delle contraddizioni interimperialiste. 
Noi siamo contro l'aggressione imperialista alla Siria e contro il ruolo che il nostro paese può avere in essa come membro della Nato e come potenza imperialista allineata a chi oggi ancora domina la Nato, l'imperialismo USA. Il governo di Monti come i governo che lo hanno preceduto può trascinarci in una nuova avventura militare scaricandone i costi sui proletari e le masse popolari già vessate dallo scaricamento della crisi.
Essere contro l'aggressione imperialista e combatterla non può voler dire, come insistono sezioni comuniste ml antimperialiste, essere dalla parte del regime siriano nella contesa interna, e considerare la rivolta popolare in atto in questo paese da diversi mesi come manovra dell'imperialismo. Il regime siriano non è un regime antimperialista, è un regime reazionario socialfascista, legata da sempre al socialimperialismo sovietico prima e con l'imperialismo russo oggi.
Noi marxisti leninisti maoisti ci battiamo affinchè i proletari e le masse popolari siriane si liberino di questo regime, autonomamente, e costruiscano una Repubblica di Nuova Democrazia realmente antimperialista e realmente dalla parte dei proletari e delle masse arabe in tutta l'area.
Certo, la mancanza di forze autenticamente comuniste e antimperialiste autonome dal regime siriano pesa nell'orientamento della rivolta in corso in Siria e facilita il ruolo dell'imperialismo nell'intervenirvi e cercare di utilizzare la rivolta a fini dell'aggressione alla Siria. Questo rende quanto mai complessa e difficile la situazione. 
Ma una cosa è la situazione difficile in cui orientarsi per fare la cosa giusta di fase in fase in questa vicenda, altra cosa è il revisionismo che è la sostanza delle posizioni che appoggiano il regime siriano anche all'interno del paese. 

Proletari comunisti-PCm Italia



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