Libia
“esecuzioni e torture sui detenuti”: l’Onu accusa ministero Interno di Sarraj.
Che ferma i migranti per conto dell’Italia
Al dicastero fanno capo due milizie - la
'Central Security/Abu Salim' e la 'Special Deterrence Force' - accusate
dalla missione Unsmil di commettere violazioni dei diritti umani nelle sue
strutture di detenzione. Dallo stesso ministero dipende il 'Dipartimento per la
lotta alla migrazione illegale' che gestisce diversi centri nei quali viene
rinchiuso chi viene fermato nel Mediterraneo in base all'accordo firmato da
Gentiloni e Al Sarraj
Un uomo sui 50 anni. Una milizia controllata dal ministero
dell’Interno lo aveva sottoposto a interrogatorio. Nel giugno 2017,
quattro giorni dopo il fermo, i familiari erano stati informati della sua
morte. Un rapporto visionato dalla Human Rights, Transitional Justice, and
Rule of Law Division della missione Unsmil certificava che
l’uomo era stato “sottoposto a pestaggi e torture”. Il suo è uno dei 37
corpi portati senza vita negli ospedali di Tripoli lo scorso anno
con inequivocabili segni di tortura addosso. E’ la punta di un iceberg
gigantesco fotografato nell’ultimo
report dell’Office of the United Nations High Commissioner for Human Rights e fatto
di “orribili abusi, detenzioni illegali e violazioni dei diritti
umani” che avvengono almeno dal 2015 nelle prigioni gestite dalle
milizie alleate del governo di unità nazionale patrocinato dall’Occidente e guidato da Fayez
Al Sarraj. Cui l’Italia ha affidato il compito di fermare i barconi carichi
di migranti diretti verso la Sicilia. Il ministero dell’Interno è controllato
dagli uomini di Al Sarraj. E’ il dicastero cui fa riferimento una delle due “Guardie
costiere” di Tripoli che, in base al memorandum firmato da Sarraj e Paolo
Gentiloni il 2 febbraio 2017, hanno il compito di fermare in mare i
migranti diretti verso l’Italia. “La detenzione di migranti, richiedenti
asilo e rifugiati non è l’oggetto di questo report”, si legge, ma dal
ministero guidato da febbraio dal generale di brigata Abdul Salam
Ashour dipende anche il Dipartimento per la lotta alla migrazione
illegale che gestisce diversi centri di detenzione nei quali viene
rinchiuso chi viene fermato nel Mediterraneo, definiti
il 14 novembre 2017 dalle Nazioni Unite “un oltraggio alla coscienza
dell’umanità“.
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