È questa la sostanza che ci restituiscono
le ultime statistiche ufficiali che dicono che in Italia ci sono 30 milioni di contribuenti che pagano
l’imposta sulle persone fisiche (Irpef): e cioè 14 milioni e 600 mila pensionati e, nella sostanza, oltre 15 milioni di lavoratori, insomma
quelli che non possono evadere perché la ritenuta viene fatta direttamente
sulla busta paga.
Di questi 15 milioni, circa 3 milioni sono dipendenti pubblici,
mentre il resto, 12 milioni, è composto
da lavoratori privati, operai di
fabbrica, lavoratori dei servizi e altri settori.
Il Sole 24 Ore del 2 aprile dice:
“… 30 milioni di contribuenti Irpef … la
quota destinata a saldare gli interessi sul debito pubblico si attesta all’11
per cento.”
Ripetiamo: l’11 per cento dell’Irpef
che ogni lavoratore versa allo Stato viene usato da questo per pagare gli interessi
sul debito pubblico!
Il resto dell’Irpef versata viene
distribuito in questo modo: “Il 21% delle tasse pagate va a finanziare le pensioni … il 19% alla sanità” mentre solo circa il 10 per cento all’istruzione e
addirittura quasi niente, il 2,5%, il 2,4% e 1,8%, rispettivamente “a tutela dell’ambiente, cultura e sport,
nonché abitazioni e tutela dei territori ricevono”.
Chi incassa questi miliardi sotto forma di interessi sul debito pubblico,
circa 80 miliardi l’anno? Questi miliardi
vanno ai padroni, anche nella veste
di “investitori finanziari” in fondi di investimento, e altro tipo, il 70 per cento in Italia e il 30 all’estero.
Chi paga? Abbiamo detto operai, lavoratori, pensionati… facciamo
quindi l’esempio di un operaio: il
padrone lo sfrutta in fabbrica ricavandone il profitto e in più riceve anche
una parte del salario dell’operaio che questi deve versare obbligatoriamente
allo Stato come Irpef!
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