venerdì 13 aprile 2018

pc 13 aprile - In arrivo la prossima crisi dell’economia mondiale! Altro che ripresa…


Lo dice apertamente, e non è il solo, uno dei massimi rappresentanti dei gestori di capitale finanziari (1.750 miliardi!), Joachim Fels, consulente della Pimco, in una intervista al Sole 24 Ore del 12 aprile.
Riportiamo alcune frasi dell’intervista perché individua elementi che mostrano la crisi infinita del Capitale, nella fase dell’Imperialismo (quella che viene definita come globalizzazione da economisti, giornalisti e padroni vari).

“La crescita economica globale sta arrivando al suo picco massimo, già si vedono i primi segnali prospettici di rallentamento in Cina, Europa e per alcuni aspetti anche negli Stati Uniti. Non penso che quest’anno ci possa essere una recessione, perché l’economia resta forte, ma tra il 2019 e il 2020 i rischi sono concreti”.

“Sentirlo parlare di recessione – dice il giornalista - anche se nel medio termine, in questi tempi di grande ottimismo generale, fa un certo effetto. Soprattutto perché l’Europa (e l’Italia in prima fila) non è preparata per una nuova crisi globale.” “Ma Fels è convinto che accadrà.” continua sconsolato. “Impossibile dire quando con precisione – spiega al Sole 24 Ore – ma succederà. E, proprio per questo, Pimco sta iniziando ad adeguare i suoi investimenti a questo scenario nuovo dopo 10 anni di crescita” perché “E’ buona norma attrezzarsi per i momenti bui quando ancora c’è il sole – osserva. La situazione è ancora buona per l’economica globale, per cui la maggior parte degli investitori approfitta di ogni calo della Borsa per comprare. Noi facciamo il contrario: approfittiamo di ogni rally per vendere. Per ridimensionare il portafoglio. La situazione d’oggi è simile a quella del 2006”.

Cioè a prima dello scoppio della peggiore crisi del Capitale dal 1929!

Tra i motivi principali che porteranno alla prossima recessione elencati da Fels ci sono: la crisi commerciale scatenata da Trump con i dazi e la fine del “soldi facili” stampati dalle grandi banche centrali, soprattutto degli Stati Uniti e dell’Europa, che sostengono artificialmente l’economia mondiale. Ma qui è l’esperto che diventa ottimista, perché le banche continueranno con le loro “politiche fiscali” ancora per molto.

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