Lo dice apertamente, e non è il solo, uno dei massimi rappresentanti dei gestori di capitale finanziari (1.750 miliardi!),
Joachim Fels, consulente della Pimco, in una intervista al Sole 24 Ore del 12
aprile.
Riportiamo alcune frasi dell’intervista
perché individua elementi che mostrano la crisi infinita del Capitale, nella
fase dell’Imperialismo (quella che viene definita come globalizzazione da economisti, giornalisti e padroni vari).
“La
crescita economica globale sta arrivando al suo picco massimo, già si vedono i
primi segnali prospettici di rallentamento in Cina, Europa e per alcuni aspetti
anche negli Stati Uniti. Non penso che quest’anno ci possa essere una
recessione, perché l’economia resta forte, ma tra il 2019 e il 2020 i rischi
sono concreti”.
“Sentirlo
parlare di recessione – dice il giornalista - anche se nel medio termine, in
questi tempi di grande ottimismo generale, fa un certo effetto. Soprattutto perché
l’Europa (e l’Italia in prima fila) non è preparata per una nuova crisi
globale.” “Ma Fels è convinto che accadrà.” continua sconsolato. “Impossibile
dire quando con precisione – spiega al Sole 24 Ore – ma succederà. E, proprio
per questo, Pimco sta iniziando ad adeguare i suoi investimenti a questo
scenario nuovo dopo 10 anni di crescita” perché “E’ buona norma attrezzarsi per
i momenti bui quando ancora c’è il sole – osserva. La situazione è ancora buona
per l’economica globale, per cui la maggior parte degli investitori approfitta
di ogni calo della Borsa per comprare. Noi facciamo il contrario: approfittiamo
di ogni rally per vendere. Per ridimensionare il portafoglio. La situazione d’oggi è simile a quella del
2006”.
Cioè a prima dello scoppio
della peggiore crisi del Capitale dal 1929!
Tra i motivi principali che porteranno
alla prossima recessione elencati da Fels ci sono: la crisi commerciale scatenata da Trump con i dazi e la fine del “soldi facili” stampati dalle grandi
banche centrali, soprattutto degli Stati Uniti e dell’Europa, che sostengono
artificialmente l’economia mondiale. Ma qui è l’esperto che diventa ottimista, perché
le banche continueranno con le loro “politiche fiscali” ancora per molto.
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