E'
ripresa questa mattina, davanti al giudice Giuseppe Romano Garganella,
l'udienza per diffamazione aggravata nei confronti dell'avv. Antonio
Valentini. Il querelante non era presente in aula, mentre erano presenti
le donne imputate, di cui una del MFPR, e decine di donne e compagne
solidali, che hanno sfoggiato le loro cravatte rosa, insieme
all'articolo di Ilaria Boiano sul Manifesto di oggi.
L'avvocata
Marzia Lombardo, rappresentante di A. Valentini, ha chiesto, oltre al
reato di calunnia, un risarcimento per il "povero" avvocato, di soli
250.000 euro + 50. 5 volte di più della provvisionale cui il Tribunale
condannò Tuccia per i danni subiti da Rosa, circa il triplo dei
risarcimenti previsti dallo Stato per ciascun parente delle vittime del
terremoto dell'Aquila dopo la sentenza di primo grado della Commissione
Grandi Rischi.
La richiesta per ora non è stata accolta perché presentata preliminarmente al processo penale.
La richiesta per ora non è stata accolta perché presentata preliminarmente al processo penale.
L'avvocata
Lombardo ha poi presentato, per l'ammissione alle prove, un elenco di
link ai blog, dove la lettera incriminata sarebbe stata pubblicata,
anche se dopo la chiusura delle indagini preliminari e il rinvio a
giudizio, per dimostrane la diffusività.
Si è quindi passate alla presentazione della documentazione e alla proposta dei rispettivi testi.
In particolare, l'avvocato delle 2 compagne romane ha depositato una corposa memoria difensiva, che il giudice non ha preso molto in considerazione.
Il giudice Garganella, che dopo 4 mesi di carcere con Parolisi mandò Tuccia ai domiciliari, ha inoltre ricusato diversi testi, ammettendo solo quelli necessari ad un processo "tecnico".
Ma noi sappiamo che ogni processo è un processo politico e anche le decisioni dei giudici lo sono, anche se spacciate per tecniche o formali.
Per questo siamo rimaste tutte in aula a vigilare sull'andamento dell'udienza e uscendo abbiamo gridato uno slogan che è risuonato nel tribunale: "Antonio Valentini sei messo proprio male se per campare ci devi denunciare"
Si è quindi passate alla presentazione della documentazione e alla proposta dei rispettivi testi.
In particolare, l'avvocato delle 2 compagne romane ha depositato una corposa memoria difensiva, che il giudice non ha preso molto in considerazione.
Il giudice Garganella, che dopo 4 mesi di carcere con Parolisi mandò Tuccia ai domiciliari, ha inoltre ricusato diversi testi, ammettendo solo quelli necessari ad un processo "tecnico".
Ma noi sappiamo che ogni processo è un processo politico e anche le decisioni dei giudici lo sono, anche se spacciate per tecniche o formali.
Per questo siamo rimaste tutte in aula a vigilare sull'andamento dell'udienza e uscendo abbiamo gridato uno slogan che è risuonato nel tribunale: "Antonio Valentini sei messo proprio male se per campare ci devi denunciare"
L'udienza
è stata rinviata al 13 giugno alle ore 12, quando verranno escussi i
testi dell'accusa ed invitiamo sin da ora tutte le donne e le compagne
femministe e solidali ad essere presenti
Non abbiamo nulla da cui difenderci!
Noi non dimentichiamo e continueremo a denunciare le atrocità commesse sul corpo di Rosa dal militare Tuccia.
Noi continueremo a mettere sotto "processo" le complicità e coperture dello Stato verso chi stupra e uccide le donne!
Noi continueremo la lotta contro la guerra di bassa intensità verso le donne e questo sistema borghese che la produce!
______________________________________________
Leggi il report della giornata sul blog dedicato ci riguarda tutte
Ascolta le corrispondenze su Radiondarossa
Guarda il tg regionale (edizione h 14)
Leggi l'articolo di Ilaria Boiano sul Manifesto
Non abbiamo nulla da cui difenderci!
Noi non dimentichiamo e continueremo a denunciare le atrocità commesse sul corpo di Rosa dal militare Tuccia.
Noi continueremo a mettere sotto "processo" le complicità e coperture dello Stato verso chi stupra e uccide le donne!
Noi continueremo la lotta contro la guerra di bassa intensità verso le donne e questo sistema borghese che la produce!
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