Milano,
tangenti nella sanità. Domino, il 'sistema' per fare soldi
Ai domiciliari Calori, luminare del
pubblico, e Romanò, big del privato
di ANNA
GIORGI e GIULIA BONEZZI
Pubblicato il 11 aprile 2018
Giorgio
Maria Calori, direttore dell’Unità operativa complessa di Chirurgia ortopedica
Milano, 11 aprile 2018 - C'è il
luminare dell’ospedale pubblico, Giorgio Maria Calori, direttore della
divisione di Chirurgia ortopedica riparativa (Cor) all’Asst Gaetano Pini-Cto,
specializzato in chirurgia della mano e microchirurgia negli Usa, fondatore
della società europea Estrot, un sito internet dove si presenta con tanto di
video e annuncia che c’è speranza per «fratture che non guariscono, risoluzione
di infezioni gravi, recupero della mobilità anche in casi che non trovano
risposte da anni». E c’è il big dell’ospedale privato accreditato: Carlo
Luca Romanò, 54 anni, direttore del Centro di chirurgia delle infezioni
osteo-articolari al Galeazzi, considerato un mago della guerra ai batteri che
minacciano le protesi ortopediche in coppia con Lorenzo Drago, 55 anni,
direttore del dipartimento di Microbiologia e professore alla Statale. In
coppia, ieri, sono finiti ai domiciliari, insieme al terzetto del Gaetano
Pini-Cto: Calori, Carmine Cucciniello, 61 anni, che dirige l’Ortopedia
correttiva, e Paola Navone, che li dirige entrambi, perché è il
direttore sanitario dell’Asst ortopedica. Cinquantanove anni, carriera iniziata
negli anni ’80 al San Raffaele ancora di don Verzè, poi in Asl dov’è stata anche
a capo del Noc, nucleo operativo di controllo; al Gaetano Pini da dieci anni.
In quota Forza Italia, partito nel quale s’è candidata alle comunali nel 2016,
prendendo 29 preferenze.
Milano
tangenti sanità. Il medico alla moglie: "La Vuitton costa troppo? È un
regalo"
In una intercettazione ambientale
descrive in modo chiarissimo "la scarsa trasparenza e legalità nelle
pubbliche forniture dell’Istituto Ortopedico Cto-Gaetano Pini"
di ANNA
GIORGI
Pubblicato
il 11 aprile 2018 ore 07:09
Milano, 11 aprile 2018 - «Il Pini è l’ospedale
più facile del mondo (...) perché non ci sono gare, se sei amico di un
chirurgo è fatta, usi i prodotti che vuole, cioè è tutto libero, tutto
libero!». C’è un mondo nella frase pronunciata al telefono con entusiasmo
dall’imprenditore dell’Eon medica, Tommaso Brenicci. In una intercettazione
ambientale descrive in modo chiarissimo «la scarsa trasparenza e legalità nelle
pubbliche forniture dell’Istituto Ortopedico Cto-Gaetano Pini».
L’intercettazione
è anche uno dei passaggi fondamentali dell’ordinanza che dispone
l’arresto, firmata dal gip Teresa De Pascale. E dietro questa libertà di
concludere affari privati, fatta di accordi tra amici, società occulte per
guadagnare stecche da 100mila euro a colpo, di richieste di «consigli» ad ex
magistrati perché si informino su pratiche, esce un sottobosco miserabile e, a
tratti, criminale. A un’anziana definita «morta di fame», pensionata in
difficoltà economica, che già «aveva pagato 300 euro di visita» e chiedeva di
pagare a rate il resto, lo stesso Calori risponde sprezzante: «Allora la
perizia la prossima volta gliela farò anche io in due tempi». La
cupidigia del medico è descritta in un’intercettazione in cui parla l’ex
sottosegretario alla Regione Lombardia, l’ex magistrato Cioppa su Calori dice:
«Come clinico numero uno, sì numero uno come clinico, anche come chirurgo, ma
come umanità vale zero spaccato». Sempre Calori avrebbe diagnosticato a
un paziente 70enne una grave infezione che, se non curata, avrebbe portato «all’immediata
amputazione di un piede». «Dobbiamo procedere subito con un intervento»,
naturalmente in clinica privata e costosissimo. Ma l’infezione non c’era e
Calori lo sapeva, ma aveva bisogno di soldi. Un altro medico arrestato, Carmine
Cucciniello, accortosi dell’intervento proposto all’anziano lo etichetta come
un «delinquente vero», anche per via, chiarisce il giudice, «di alcune scelte
condizionate dal crescente bisogno di denaro e dalle contingenti difficoltà
finanziarie in cui versava». Brenicci, l’imprenditore arrestato, parlando
con la sua collaboratrice raccontava di avere ricevuto da parte di Calori un’esplicita
richiesta di denaro di 150mila euro. «Eh Calori mi ha chiesto soldi in prestito
– racconta al telefono Brenicci – dice che è in difficoltà perché deve pagare
il mutuo di una casa nuova, (costata quasi due milioni) eh gli regalerò altri
30mila euro, questo si è comperato una casa da 330 metri quadrati e adesso
spende 600mila euro per metterla a posto, prendono il marmo, hanno scelto un
parquet da 600 euro al metro, tutte queste cagate qua fanno, hanno preso una
vasca da bagno da 5000 euro e poi...». I soldi Calori li prendeva anche
come socio indiretto e poi per le consulenze, le interviste tv, i rimborsi per
partecipazione a convegni extralusso. E ancora una borsa di Louis Vuitton in
regalo . La moglie si lamenta per la spesa eccessiva. «Stefi, ti va bene
una Vuitton? E la moglie: «Ma no io ne ho già una più grande. Ma non rompere...
che ce la regalano». Poi una Maserati Ghibli e un cesto natalizio con
champagne, fois gras e altri prodotti enogastronomici di lusso che riceve il
manager Paola Navone. «Mi è arrivata questa cosa stasera, un enorme pacco da
Brenicci – racconta la Navone alla segretaria – c’è dentro un salmone
enorme, un culatello gigante, una bottiglia di champagne che da sola
costerà mille euro e un intero tartufo». Poi la Navone chiede ancora a Brenicci
di aiutarla con la figlia, di assumerla in una delle sue società. Navone:
«Ciao, mi si è laureata la bambina la settimana scorsa». Brenicci:
«Amore, ma certo, con piacere». Navone: «Le fai fare un po’ di... un
po’ di stage». Brenicci: «Certo e se le piace l’estero abbiamo appena
chiuso l’accordo, sai...» Navone: «No, ma non è laureata in Medicina, quella
che studia medicina è l’altra, questa si è laureata in Giurisprudenza. Sai, le
piacerebbe tanto fare comunicazione». Brenicci: «Ma certo amore se tu me la
mandi con piacere le parlo, lei mi dice, davvero Paolina, con tanto tanto
piacere».
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