Proposta dell'economista Andy Xie, ma la russia è un'incognita
La Cina super inquinata potrebbe comprare il gas di scisto da Trump
di Maicol Mercuriali da italia oggi
«Inseguire il protezionismo è come chiudersi in una stanza buia». Ora quella stanza buia evocata dal presidente cinese Xi Jinping durante il Forum di Davos, in riferimento alle politiche di Donald Trump, potrebbe essere illuminata dal gas americano.
A tracciare questo scenario, fatto di una collaborazione più stretta tra le due grandi economie globali, in virtù di un accordo energetico, è l'economista cinese Andy Xie, un passato in Morgan Stanley e famoso per le sue uscite provocatorie.
Dalle colonne del South China Morning Post, Xie propone una strategia win-win tra gli Stati Uniti e la Cina, volta a migliorare i rapporti bilaterali dei due paesi e a ridurre l'inquinamento nelle metropoli del Dragone. Come? Grazie al gas di scisto che gli Usa potrebbero esportare verso Pechino.
Già Vladimir Putin ha messo gli occhi sull'appetito energetico cinese. Gazprom con il gasdotto Power of Siberia vuole rifornire il paese asiatico e nei giorni scorsi il colosso guidato da Alexey Miller ha reso noto di aver avviato una trattativa per realizzare un impianto di stoccaggio sotterraneo nella Repubblica popolare. Ad annunciarlo è stata la stessa Gazprom in una nota, dopo che l'amministratore delegato ha incontrato Wang Yilin, presidente della China National Petroleum Corporation, il più grande player cinese in campo petrolifero.
Ma torniamo all'analisi dell'economista Xie. Se con lo shale gas gli Usa hanno incrementato la loro produzione di idrocarburi, dall'altra parte del Pacifico la Cina avrebbe fallito i suoi tentativi di dotarsi di un'adeguata produzione petrolifera. Così, con le industrie che reclamano energia, si è puntato tutto sul carbone. Il risultato è davanti agli occhi di tutti, un inquinamento catastrofico.
Il successo americano con il gas di scisto, però, fa presente l'esperto cinese, ha bisogno di un mercato ricettivo, in grado di pagare e di avere un approccio commerciale su lungo periodo. L'identikit del cliente risponde al nome della Cina, i cui consumi energetici, ha aggiunto l'economista, sono destinati a crescere nell'ordine del 2-3 per cento ogni anno nei prossimi vent'anni, arrivando così ai valori odierni degli Usa. Se il Dragone dovesse far fronte a questo incremento con il solo carbone, beh, l'aria cinese diventerebbe irrespirabile. Per Andy Xie il nucleare non è una strada percorribile e così il gas resta l'unica soluzione possibile e proprio qui si innesterebbe la sinergia con gli Stati Uniti: per far arrivare lo scisto americano a Pechino servono infrastrutture e investimenti, che solo contratti a lungo termine possono sostenere. Contratti che il Dragone potrebbe sottoscrivere e onorare, ma l'industria energetica americana dovrebbe accettare di legarsi, e in parte dipendere, dai cinesi.
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