Nelle ultime settimane la trattativa è stata serrata per fissare i
contenuti. A bloccare l’accordo c’era la richiesta del comune di
eliminare dal pacchetto i progetti coperti da fondi già stanziati ma non
ancora spesi, in particolare l’ultimo tratto della metropolitana e
l’abbattimento delle Vele di Scampia. I 308 milioni del patto saranno
quindi fondi aggiuntivi e verranno impiegati per trasporti e acquisto di
treni, messa in sicurezza degli edifici, infrastrutture, investimenti a
Napoli est.
!Si è passati dal muro contro muro a una convergenza totale nel giro
di una decina di giorni. Da Palazzo San Giacomo sottolineano che si è
trattato di un’azione progressiva: la richiesta di De Magistris all’Anci
di farsi interprete della volontà del sindaco di incontrare il premier;
la mediazione del presidente Sergio Mattarella; la manifestazione a
Roma del 23 settembre, a cui ha partecipato anche il sindaco. Anche la
campagna per il referendum deve aver convinto Renzi a cambiare
atteggiamento.
A Napoli il Pd alle amministrative è andato malissimo, raccogliendo
appena l’11%. I comitati per il Sì viaggiano spediti nel salernitano, ma
nel capoluogo partenopeo non c’è lo stesso entusiasmo e lo stato
maggiore bassoliniano è tutto arruolato nel fronte del No, con l’unica
eccezione “tattica” di Antonio Bassolino. Per il No anche
l’amministrazione arancione. Presentarsi con la penna pronta per la
firma che sblocca i finanziamenti potrebbe servire a cambiare l’umore di
una piazza difficile per Renzi, duramente contestato a settembre dagli
insegnanti campani “deportati” al nord dall’algoritmo del ministero.
Nessun commento:
Posta un commento