martedì 11 ottobre 2016

pc 11 ottobre - Bologna, sciopero per le donne «No al sabato in fabbrica - con samira, con le operaie che non accettano lo stato di cose esistente, contro la violenza padronale sulla loro vita, contro ogni violenza sulle donne - manifestazione nazionale delle proletarie 25 novembre a roma - info mfprnaz@gmail.com

«La prospettiva? Vedere mio marito solo al cambio del turno e i miei figli a 18 anni quando se ne andranno di casa». Un po’ ci scherza sopra, Samira, 42 anni, operaia addetta allo stampaggio di materie plastiche ma il problema che lei e tante sue colleghe e colleghi devono affrontare è molto serio. La Magneti Marelli di Crevalcore (Bologna), azienda in cui lei e il marito lavorano, ha comunicato una nuova organizzazione dei turni che porterà i dipendenti a stare in fabbrica 5 sabati su 6 (riposando in uno degli altri giorni della settimana) per fare fronte a un picco di ordinativi. i lavoratori bolognesi incrociane le braccia venerdì e sabato per uno sciopero indetto dalla sola Fiom ma che ha raccolto adesione unanime.


«Alla baby sitter 200 euro al mese»
Ma come cambierebbe la vita di Samira e delle altre se i nuovi turni partissero? «Non avrei più tempo di seguire i miei due figli di 4 e 6 anni — racconta l’operaia, marocchina, in Italia dal 1997 —, già oggi devo fare delle gran corse per portali all’asilo, a scuola, per tenere testa agli impegni familiari e di lavoro. Il fine settimana è l’unico momento in cui posso spendere tempo con loro ma se io e mio marito dovessimo lavorare anche al sabato, addio. Addio anche la domenica, perché se capitasse il turno di notte, dovremmo anche riposare per poterci ripresentare in fabbrica il lunedì. E parlo solo degli affetti. Perché poi ci sono i costi: dovrei farmi aiutare da una baby sitter che, fatto un rapido conto, ci costerebbe almeno 200 euro al mese...».

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