giovedì 26 maggio 2016

pc 26 maggio - SULLE ELEZIONI: I COMUNISTI RIVOLUZIONARI DEVONO FARE UN'ANALISI CONCRETA DELLA SITUAZIONE CONCRETA E DAL PUNTO DI VISTA DI CLASSE E RIVOLUZIONARIO

Noi, l'abbiamo detto e scritto a proposito delle elezioni amministrative: siamo, e diamo indicazioni, per il boicottaggio elettorale, e abbiamo spiegato il perchè. 
Abbiamo anche detto che questa posizione nasce dall'analisi della fase attuale, guardando sia alla collina della borghesia, sia alla collina del proletariato.
Noi non siamo affatto astensionisti di principio. 
Anche nella storia ricca, decennale che ha preceduto la nostra organizzazione odierna e su cui fondiamo le nostre radici, vi sono state fasi in cui era utile presentare una lista rivoluzionaria, proletaria alle elezioni politiche, e lo abbiamo fatto, ma al servizio e interna alla battaglia e alla via rivoluzionaria.
Ma oggi le motivazioni, nel campo dei movimenti, di aree di compagni, che in generale non presentano proprie liste ma danno indicazioni di voto - (vedi a Napoli) - non hanno a che fare con un'analisi di classe e rivoluzionaria. 

Pubblichiamo un pezzo dall'introduzione di Engels a: "Le lotte di classe in Francia dal 1848 al 1850" di Marx, in cui invece è molto chiaro perchè e quando i comunisti utilizzano le elezioni. 

CHI OGGI DA INDICAZIONI DI VOTO SEGUE QUESTI CRITERI? O PIUTTOSTO ACCOMPAGNA LA VIA RIFORMISTA ELETTORALISTA CONTRO LA VIA RIVOLUZIONARIA?

"...Il suffragio universale esisteva in Francia già da molto tempo, ma era caduto in discredito per l'abuso fattone dal governo bonapartista. Dopo la Comune non era più esistito un partito operaio che potesse utilizzarlo. Anche in Spagna esso esisteva dal tempo della repubblica [12], ma in Spagna l'astensione elettorale era sempre stata la regola di tutti i partiti seri di opposizione. Anche le esperienze svizzere di suffragio universale erano tutto fuorché un incoraggiamento per un partito operaio. Gli operai rivoluzionari dei paesi latini si erano abituati a considerare il diritto di voto come una trappola, come uno strumento di mistificazione governativa. In Germania fu tutt'altro. Già il "Manifesto comunista" aveva proclamato la conquista del suffragio universale, della democrazia, come uno dei primi e più importanti compiti del proletariato militante, e Lassalle aveva ripreso questo punto. Quando poi Bismarck si vide costretto a introdurre questo diritto di voto come unico mezzo per interessare le masse popolari ai suoi piani, i nostri operai immediatamente presero la cosa sul serio e inviarono August Bebel nel primo Reichstag costituente. E da quel giorno essi hanno utilizzato il diritto di voto in un modo che ha recato loro vantaggi infiniti e che è servito di esempio agli operai di tutti i paesi. Secondo le parole del programma marxista francese, il diritto di voto è stato da essi transformé, de moyen de duperie qu'il a été jusqu'ici, en instrument d'émancipation, trasformato da strumento d'inganno, quale è stato sino ad ora, in strumento di emancipazione [13]. E quando anche il suffragio universale non avesse dato altro vantaggio che quello di permetterci di contarci ogni tre anni, di avere, grazie alla regolare verifica del rapido e inatteso aumento dei voti, aumentato in egual misura la fede degli operai nella vittoria e la paura dell'avversario, diventando così il nostro miglior mezzo di propaganda; di darci una nozione esatta delle nostre proprie forze e di quelle di tutti i partiti avversari, fornendoci così un criterio superiore a qualsiasi altro per regolare la nostra azione e preservandoci tanto dalla pusillanimità inopportuna, quanto dalla intempestiva temerità; se questo fosse il solo vantaggio che abbiamo ricavato dal diritto di voto, sarebbe già più e più che sufficiente. Ma il suffragio universale ha fatto molto di più. Nell'agitazione elettorale ci ha fornito un mezzo che non ha l'eguale per entrare in contatto con le masse popolari là dove esse sono ancora lontane da noi; per costringere tutti i partiti a difendere dai nostri attacchi davanti a tutto il popolo le loro opinioni e le loro azioni. Inoltre esso ha aperto ai nostri rappresentanti al Reichstag una tribuna, dall'alto della quale essi hanno potuto parlare ai loro avversari nel parlamento e alle masse con tutt'altra autorità e libertà che nella stampa e nelle riunioni. Di quale aiuto è stata per il governo e per la borghesia la loro legge contro i socialisti, se l'agitazione elettorale e i discorsi socialisti nel Reichstag hanno continuamente aperto in essa delle brecce?..."

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