mercoledì 25 maggio 2016

pc 25 maggio - Sbirri assassini, carcerieri torturatori. Vigliacchi di Stato all'ombra di Renzi/Alfano assolti, impuniti

Lecco / Assolti i carabinieri accusati del pestaggio di Isidro Diaz

Subì la perforazione di un timpano e perse la vista da un occhio. L’avvocato Anselmo: “Tutte le lesioni sono dovute alle violenze perpetrategli dopo il fermo da parte dei carabinieri”. Già condannato in Cassazione un agente.

24 maggio 2016 - 17:02

Luciano Isidoro Diaz

Ancora un’auto assoluzione da parte dello Stato nei confronti di Luciano Isidoro Diaz, il ragazzo argentino che sette anni fa venne fermato lungo l’autostrada per Voghera da una volante dei carabinieri e ha denunciato le violenze che seguirono al fermo. A renderlo noto dal suo profilo Facebook, è stato l’avvocato Fabio Anselmo che da tempo segue la causa: “Oggi pomeriggio è stata confermata la sentenza di assoluzione per insufficienza di prove nel processo contro i carabinieri accusati di aver pestato violentemente Luciano Isidro Diaz, nella caserma di Voghera. Attenzione: nessuno può gioire o cantare vittoria. Il 5 aprile del 2009, Luciano ha subito – a causa del pestaggio – la perforazione timpanica sia all’orecchio destro, sia a quello sinistro. Ha avuto un doppio distacco della retina con perdita della funzione visiva di un occhio e compromissione grave per l’altro. Per queste violenze è stato già condannato – con sentenza confermata dalla Suprema Corte di Cassazione – il carabiniere Iachini. Anche la sentenza di oggi, purtroppo confermativa di quella di primo grado, riconosce che tutte le lesioni subite da Luciano sono state dovute alle violenze perpetrategli quel 5 aprile dopo il fermo da parte dei carabinieri. Ci rivedremo in Cassazione, avendo comunque come punto fermo che la vita di Luciano è stata gravemente e irrimediabilmente compromessa dallo Stato e nessuno potrà mai affermare il contrario”

Milano / Michele Ferrulli, lo Stato assolve sé stesso

Sentenza di appello per gli agenti di polizia imputati dell’omicidio preterintenzionale del manovale morto nel 2011 per arresto cardiaco mentre veniva ammanettato. L’accusa aveva chiesto pene comprese tra i 16 mesi e i 7 anni.

24 maggio 2016 - 14:48

(di Checchino Antonini da Popoff)

Murales per Michele Ferrulli«E’ una sentenza vergognosa arrivata solo perché sul banco degli imputati c’erano quattro appartenenti alle forze dell’ordine – dice Domenica, da cinque anni in cerca di verità e giustizia – con questa sentenza perde l’Italia intera, ma noi non ci fermeremo e andremo avanti perché mio padre deve avere giustizia». Parla con le lacrime agli occhi, Domenica Ferrulli, figlia di Michele, il manovale morto nel 2011 per arresto cardiaco mentre veniva ammanettato, dopo la sentenza che ha confermato in appello l’assoluzione per i quattro poliziotti imputati. Sembra proprio l’ennesima volta che lo Stato assolve sé stesso, così pensano gli attivisti di Acad che hanno seguito il processo e, con la stessa Domenica, hanno dato vita recentemente a una delegazione di vittime di abusi in divisa al Parlamento europeo. Per i legali dei quattro agenti, gli avvocati Massimo Pellicciotta e Paolo Siniscalchi, «la verità trionfa sempre e questo era un processo in cui il fatto era prevalente su tutto». I difensori hanno sottolineato come «per fortuna c’era un video che ha fatto giustizia sull’emotività e sulle suggestioni». Il riferimento è a un filmato che ha ripreso la scena dell’arresto ed è stato acquisito agli atti dell’inchiesta e dei processi ma per avere idea su quale sia la ratio di questa sentenza bisognerà attendere le motivazioni con le quali la corte d’Assise d’Appello di Milano ha confermato le assoluzioni dei 4 poliziotti che erano imputati per omicidio preterintenzionale nel processo per la morte di Michele Ferrulli mentre gli uomini delle volanti lo stavano ammanettando a terra. In primo grado, nel luglio 2014, gli agenti erano stati assolti. Il sostituto pg di Milano aveva chiesto di ribaltare il verdetto di assoluzione di primo grado (decisa il 3 luglio 2014 dal Tribunale) e condannare i poliziotti a pene comprese tra i 16 mesi e i 7 anni e 8 mesi di carcere, distinguendo le responsabilità e le accuse di omicidio preterintenzionale e colposo.

Pestato a sangue il detenuto che denunciò le torture in carcere


Cella, carcere.
Richiesta di aiuto.
Si è conclusa pochi minuti fa l’ ispezione del deputato Vittorio Ferrairoli e dell’ Avv. Fabio Anselmo nel carcere di Piacenza dove è detenuto attualmente Rachid Assarag, il detenuto che registrò il personale del carcere di Parma mentre praticava e ammetteva torture e violenze dentro la struttura carceraria. Rachid è stato trovato in condizioni GRAVISSIME, PIENO DI SANGUE E CON ENORMI EMATOMI.
L’ on Ferrairoli è stato costretto ad abbandonare con la forza la struttura penitenziaria. UN FATTO GRAVISSIMO.CARCERE PIACENZA, M5S: IL DEPUTATO FERRARESI OFFESO E ALLONTANATO CON LA FORZA DURANTE ESERCIZIO DELLE PROPRIE FUNZIONI IN ISPEZIONE A SORPRESA
“Continuano le aggressioni e le violenze contro il detenuto Rachid Assarag che ha denunciato il clima di violenze e vessazioni nelle carceri italiane. Oggi ho potuto constatare di persona quanto sta succedendo nel carcere di Piacenza. In merito a quanto denunciato dallo stesso Assarag. Una chiazza enorme di sangue sul pavimento, sangue anche sul materasso totalmente bagnato, ematomi da violente percosse al di sotto le gambe, i pantaloni strappati, un occhio pesto. Tutto questo in una cella dalle condizioni gravi e intollerabili con finestra chiusa, senza acqua e con feci nel wc. La polizia penitenziaria e la vice direttrice hanno provato a smentire quanto era chiaramente visibile”.
Vittorio Ferraresi, capogruppo M5S del Movimento Cinque Stelle denuncia quanto avvenuto oggi nel carcere di Piacenza, a seguito di una sua ispezione a sorpresa accompagnato dall’avvocato difensore di Assarag, Fabio Anselmo: “Ho avvertito un pesante clima di intimidazione anche nei miei confronti che cercavo di documentare quanto era successo. Mi è stato impedito di continuare la mia ispezione con la forza, sono stato offeso dalla vicedirettrice, nell’esercizio del mio mandato ispettivo parlamentare, semplicemente perché cercavo di ribadire che le carceri non sono luoghi di tortura e di barbarie. Quanto è avvenuto è gravissimo e non ammissibile”.
Fonte: Acad (Associazione Contro gli Abusi in Divisa)

Nessun commento:

Posta un commento