Se l’Italia è la patria del lavoro nero, Napoli è la sua capitale.
Abbiamo a che fare tutti i giorni con una realtà lavorativa fatta di diritti, tutele e sicurezza negati, contratti inesistenti o fasulli (il cosiddetto “lavoro grigio”: lavori più ore, con mansioni e retribuzioni differenti da quelle indicate). Questa situazione riguarda settori e figure lavorative differenti: la commessa che lavora per quattro spiccioli e senza contratto, il barman, il cuoco, il bracciante, l’insegnante della scuola privata, l’operaio della piccola (o grande) fabbrica, solo per elencarne alcuni.
Oggi, se provi a reclamare i tuoi giusti diritti in merito a tempi, modi e orari delle mansioni svolte ti rispondono: “Se non ti sta bene sei fuori! Quella è la porta!”. Se ti ammali, ti fai male, se resti incinta, ti viene detto “è un problema TUO!”. Invece no, da domani dobbiamo farlo diventare un problema LORO: dei padroni, di chi ci sfrutta, di chi, come l’Ispettorato del Lavoro, si rende complice non effettuando i giusti controlli.
Abbiamo a che fare tutti i giorni con una realtà lavorativa fatta di diritti, tutele e sicurezza negati, contratti inesistenti o fasulli (il cosiddetto “lavoro grigio”: lavori più ore, con mansioni e retribuzioni differenti da quelle indicate). Questa situazione riguarda settori e figure lavorative differenti: la commessa che lavora per quattro spiccioli e senza contratto, il barman, il cuoco, il bracciante, l’insegnante della scuola privata, l’operaio della piccola (o grande) fabbrica, solo per elencarne alcuni.
Oggi, se provi a reclamare i tuoi giusti diritti in merito a tempi, modi e orari delle mansioni svolte ti rispondono: “Se non ti sta bene sei fuori! Quella è la porta!”. Se ti ammali, ti fai male, se resti incinta, ti viene detto “è un problema TUO!”. Invece no, da domani dobbiamo farlo diventare un problema LORO: dei padroni, di chi ci sfrutta, di chi, come l’Ispettorato del Lavoro, si rende complice non effettuando i giusti controlli.
Combattere la piaga del lavoro nero non è
solo necessario, è possibile: ci sono tanti strumenti da utilizzare sul
piano legale per avere una giusta retribuzione o buonuscita, noi
abbiamo provato a raccoglierli e spiegarli nel “manualetto di
autodifesa” che presenteremo giovedì 17 dicembre. Ma c’è di più: se
il singolo lavoratore è isolato e impotente, se ci organizziamo e ci
mettiamo assieme per rivendicare i nostri diritti, può cambiare molto. Da soli non possiamo fare nulla, ma tutti uniti siamo una forza!
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