Il 30 ottobre all'interno del Magazzino Kamila srl di Brignano, al termine di una riunione indetta dalla Coop. Lotharservice con i lavoratori vi è stata una pesante aggressione verbale a due delegati dello Slai cobas per il sindacato di classe che non si è trasformata in aggressione fisica solo per l'intervento degli altri lavoratori. Questo episodio è stato preceduto da altri simili sempre nei confronti dei due delegati.
Il 3 dicembre i lavoratori iscritti allo Slai cobas sc (carrellisti e pikeristi) della cooperativa Lotharservice, iniziando il loro turno di lavoro sono stati improvvisamente sostituiti nella loro mansione da altro personale, senza fornire loro altre spiegazioni.
Tutto sembra frutto di una ritorsione antisindacale.
Il 6 dicembre ugualmente i lavoratori si vedono cambiare, con telefonate in ultima ora, la turnazione per il giorno successivo, senza alcun ordine di servizio.
A questo punto i lavoratori si presentano invece al lavoro nel loro turno normale.
Il 9 dicembre, all'uscita del primo turno, circa 40 lavoratori sono stati fermati e
controllati alla portineria: guarda caso tutti iscritti al sindacato
slai cobas per il sindacato di classe.
Guarda caso, sempre il 9 dicembre viene sospeso un lavoratore iscritto allo Slai cobas sc, accusato di avere "minacciato" un altro lavoratore che nei giorni precedenti, durante un'agitazione sindacale, aveva detto ai lavorato in lotta di andare a lavorare.
Ma la cosa non finisce qui. Avviene uno oscuro episodio fuori dalla fabbrica nei confronti dello stesso lavoratore, che sembra costruito apposta e collegato al provvedimento aziendale. Il lavoratore viene fatto oggetto di perquisizione da parte delle forze dell'ordine, che gli contestano il ritrovamento nella sua macchina di una pistola giocattolo, regolarmente acquistata. I giornali riportano la questione in maniera scandalistica collegando falsamente questo fatto con quanto era avvenuto in fabbrica, tacendo invece sul fatto che questo lavoratore, quando era delegato slai cobas sc, era stato oggetto in passato in due diverse circostanze di un'aggressione armata e di un pestaggio fuori dalla fabbrica, proprio per la sua attività di delegato.
Il 10 dicembre lo Slai cobas sc e i lavoratori denunciano agli enti competenti il clima di pressione sempre più pesante, le condizioni di lavoro estreme che vivono al magazzino, con capi che arrivano a minacce, anche fisiche, che vogliono arbitrariamente imporre, al di fuori di norme contrattuali e diritti sindacali, turnazioni, instaurando un clima di terrore.
I lavoratori sono preoccupati anche per la loro incolumità perchè negli ultimi giorni si sono moltiplicati gli incidenti nel magazzino con pericolosissimi rovesciamenti di bancali dai carrelli a seguito di un modo di lavorare non corretto.
A tutto questo lo slai cobas e i lavoratori riuniti in assemblea rispondono il 13 dicembre proclamando un pacchetto di ore di
sciopero.
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