(da operai contro)
Boschi era vice presidente della Banca Etruria, ma non sapeva niente...; Boschi prendeva uno stipendio da nababbo, ma non faceva niente...
dal corriere
Sono
accusati di aver sfruttato a fini personali il ruolo che avevano
all’interno dell’Istituto. E di averlo fatto per godere di finanziamenti
che altrimenti non avrebbero potuto ottenere. Per questo l’ex
presidente di Banca Etruria Lorenzo Rosi e l’ex membro del Cda Luciano
Nataloni sono accusati dalla procura di Arezzo di «omessa comunicazione
di conflitto d’interessi». L’indagine avviata dai magistrati toscani
compie dunque il salto di qualità e punta direttamente ai vertici,
individuando possibili responsabilità nel dissesto.
È il primo passo, le verifiche
affidate al nucleo Tributario della Guardia di Finanza sono tuttora in
corso. E la lista degli indagati potrebbe presto allungarsi, puntando direttamente al management e agli altri componenti del Consiglio di amministrazione. Ma i controlli dovranno anche stabilire come mai né Palazzo Koch, né la Consob misero in guardia dai rischi legati alle emissioni obbligazionarie, e questo nonostante siano state effettuate ben tre ispezioni tra dicembre 2012 e febbraio 2015.
corso. E la lista degli indagati potrebbe presto allungarsi, puntando direttamente al management e agli altri componenti del Consiglio di amministrazione. Ma i controlli dovranno anche stabilire come mai né Palazzo Koch, né la Consob misero in guardia dai rischi legati alle emissioni obbligazionarie, e questo nonostante siano state effettuate ben tre ispezioni tra dicembre 2012 e febbraio 2015.
Le contestazioni del procuratore
Roberto Rossi a Rosi e Nataloni si rifanno alla relazione di Bankitalia
che nel febbraio scorso decise il commissariamento di Etruria. E si
riferiscono al periodo che va dal 2013 al 2014, quando vicepresidente
era Pier Luigi Boschi, padre del ministro delle Riforme Maria Elena. In
particolare nel dossier degli ispettori di Bankitalia veniva evidenziato
come pratiche di finanziamento per 185 milioni si siano svolte in
situazioni di «conflitto d’interesse» generando 18 milioni di perdite. E
subito dopo si parlava del ruolo di Rosi e di due pratiche di
finanziamento intestate a Nataloni: una da 5,6 milioni di euro
riguardante la società «Td Group» finita in sofferenza, una da 3,4
milioni di euro senza però l’indicazione dell’azienda. Quanto basta —
secondo l’accusa — per procedere per «omessa comunicazione del conflitto
di interessi» in relazione all’articolo 2391 del codice civile che
riguarda proprio gli «interessi degli amministratori».
Proprio in questi giorni il nome di
Rosi è finito al centro di una polemica tra il consigliere di Fratelli
d’Italia e la famiglia Renzi. Il politico toscano sostiene che, dopo il
commissariamento, l’ex presidente di Etruria con la sua Nikila Invest è
diventato socio della Party srl, l’azienda che fa capo a Tiziano Renzi,
padre del presidente del Consiglio, ed è impegnata nella costruzione di
outlet. Un’attività alla quale si dedica anche Nataloni ed è proprio
questo ad avere suscitato interesse negli investigatori. I Renzi hanno
smentito, ma ieri il politico toscano ha reso note le visure camerali
confermando l’intreccio societario.
La relazione di Bankitalia
contestava un «buco» di circa tre miliardi di euro. E proprio per
cercare di ripianare le perdite sarebbero state emesse le obbligazioni
subordinate diventate carta straccia dopo il decreto firmato due
settimane fa dal governo proprio per salvare Etruria e altre quattro
banche. Bankitalia ha fatto sapere, pur specificando di non aver alcun
potere di veto, di aver sconsigliato la vendita ai piccoli
risparmiatori. Per questo l’inchiesta dovrà accertare se davvero questa
raccomandazione fosse arrivata ai vertici di Etruria e quali siano state
invece le indicazioni fornite dai vertici ai responsabili delle varie
filiali.
Anche perché si deve tenere
comunque conto che è alla Consob che spetta la vigilanza sull’emissione
dei titoli di debito destinati agli investitori istituzionali e
sopratutto ai risparmiatori, ma non risulta che siano stati mossi
rilievi né tantomeno che ci siano state segnalazioni alla magistratura. E
anche di questo si cercherà adesso di scoprire le cause.
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