Tutto questo va contrastato con la lotta all'imperialismo, la mobilitazione contro lo stato d'emergenza, l'azione nelle banlieues a sostegno dei giovani proletari e della comunità musulmana criminalizzata e demonizzata; costruendo la vera guerra interna necessaria nella Francia imperialista come in tutti i paesi imperialisti, indicata dallo striscione che i maoisti hanno lanciato a un mese degli attentati di Parigi
“Mi ha aggredito col coltello un militante Isis”. Scatena il panico a Parigi, ma è tutto inventato
In una scuola materna della banlieue di Aubervilliers un insegnante racconta di essere stato vittima di un attentato. Scatta la caccia all’uomo. Poi ritratta: «È tutto falso»La finta vittima ricoverata questa mattina in ospedale si sarebbe inflitto da solo le lesioni riportate al fianco e alla gola. Inventato anche il grido del suo immaginario aggressore:
«Sono di Daesh, questo è un avvertimento». L’insegnante della materna, 45 anni, è ora sottoposto a un altro interrogatorio per cercare di capire quali siano stati i motivi che l’hanno spinto a simulare l’aggressione subito riportata dai media francesi e internazionali. In mattinata era stato ricoverato con ferite superficiali al collo e alla fronte all’ospedale Lariboisère, nel nord di Parrigi. Mentre Polizia e Gendarmerie Nationale erano partiti a caccia dell’inesistente fuggitivo. L’antiterrorismo ha addirittura aperto un’indagine per tentato omicidio legato ad associazione per delinquere con scopi terroristici. Nella zona della scuola è stato allestito un imponente dispositivo di ricerca. E invece non era vero niente. «È un prof “apprezzato”, “noto a tutti i genitori”, che insegna da vent’anni in quello stesso istituto, aveva detto il sindaco comunista di Aubervilliers, Pascal Beaudet, in quelle ore di angoscia. Ma ora le famiglie esprimono rabbia, incredulità e preoccupazione, per quell’insegnante che fino a pochi giorni fa sembrava così normale e che ora sembra invece aver dato di matto.
«Sono di Daesh, questo è un avvertimento». L’insegnante della materna, 45 anni, è ora sottoposto a un altro interrogatorio per cercare di capire quali siano stati i motivi che l’hanno spinto a simulare l’aggressione subito riportata dai media francesi e internazionali. In mattinata era stato ricoverato con ferite superficiali al collo e alla fronte all’ospedale Lariboisère, nel nord di Parrigi. Mentre Polizia e Gendarmerie Nationale erano partiti a caccia dell’inesistente fuggitivo. L’antiterrorismo ha addirittura aperto un’indagine per tentato omicidio legato ad associazione per delinquere con scopi terroristici. Nella zona della scuola è stato allestito un imponente dispositivo di ricerca. E invece non era vero niente. «È un prof “apprezzato”, “noto a tutti i genitori”, che insegna da vent’anni in quello stesso istituto, aveva detto il sindaco comunista di Aubervilliers, Pascal Beaudet, in quelle ore di angoscia. Ma ora le famiglie esprimono rabbia, incredulità e preoccupazione, per quell’insegnante che fino a pochi giorni fa sembrava così normale e che ora sembra invece aver dato di matto.
LA PSICOSI TERRORISMO
Questa mattina, si era mobilitato anche il ministro dell’Istruzione, Najat Vallaud-Belkacem, subito giunta nell’istituto di Aubervilliers protetta da un muro di bodyguard. «Atto di grande gravità», aveva detto assicurando che il governo «continuerà a rafforzare» le misure di sicurezza in un contesto in cui «la scuola si sente minacciata». La ministra ha inoltre riferito che insegnanti e personale saranno formati al primo soccorso. «Con il ministro dell’Interno, Bernard Cazeneuve, abbiamo un piano che pubblicheremo tra qualche giorno», aveva precisato a questo proposito. La scuola “Jean Perrin” di Aubervilliers (Parigi)
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