giovedì 17 dicembre 2015

pc 17 dicembre - Bada Renzi che poi la 'guerra torna a casa' - bada Renzi che 'chi semina vento raccoglie tempesta' - i soldati italiani sono soldati imperialisti e non "i nostri ragazzi". Colpire l'imperialismo italiano che serve gli interessi dei padroni e del profitto è giusto e necessario!

La guerra di Matteo: soldati al fronte per proteggere appalti privati


" ... La diga infatti non è sull'orlo del crollo; tale affermazione, fatta per dare più valore morale all'invio di truppe, è stata smentita dallo stesso direttore dell'impianto che ha dichiarato che l'impianto opera in assoluta normalità. L'investimento di miliardi di euro serve ad un potenziamento dell'opera e la vittoria all'asta dell'azienda di Cesena fa parte della normale giostra dei grandi affari. All'interno dei quali rientrano anche le spese sulla sicurezza. ... "

La presa di posizione di un pacifista che pubblichiamo perchè si sappia che bisogna dire tutti:
non in nostro nome e fermatevi!

L'annunciato dispiegamento di soldati italiani alla diga di Mosul e' una follia

FERMATEVI. IL GOVERNO NON PRECIPITI L'ITALIA NELL'ABISSO DELLA GUERRA E DEL TERRORE

L'annunciato dispiegamento di soldati italiani alla diga di Mosul e' una follia.
Receda il governo da questa insensata e illegale, stoltissima e scelleratissima decisione.
Il governo non precipiti l'Italia nell'abisso della guerra e del terrore.
*
L'Italia operi invece contro la guerra e contro il terrorismo, per il disarmo e la smilitarizzazione, per la pace con mezzi di pace, per la protezione dei diritti umani con strumenti coerenti e adeguati, per un'azione di polizia internazionale che e' l'esatto
contrario della guerra.
Non soldati ed armi occorre inviare nei luoghi sconvolti dalle guerre, dalle dittature e dal terrorismo, ma aiuti umanitari che salvino le vite, corpi civili di pace che salvino le vite, e risorse a sostegno della costruzione di esperienze di difesa popolare nonviolenta che salvino le vite, risorse a sostegno del ripristino dei servizi essenziali e di un'amministrazione civile funzionante che salvino le vite; ed insieme a questo occorre un forte sostegno politico e reali incentivi materiali al dialogo, alla cooperazione ed alla riconciliazione tra tutte le parti in conflitto disponibili a convergere su un impegno comune per la pace, la democrazia, la legalita', il rispetto dei diritti umani e dei popoli.
Non un intervento militare, ma un'azione politica e diplomatica che isoli i terroristi e salvi le vite.
Non ulteriori atti di guerra, ma un'opera di contrasto politico ed economico che costringa i governi complici dei terroristi - dalla Turchia all'Arabia Saudita, dal Kuwait al Qatar - a cessare di sostenerli.
Non alimentare la catena del terrore, ma opporsi al terrore con l'iniziativa civile, giuridica, politica, certo anche di polizia, ma altresi' culturale e sociale, ed innanzitutto e decisivamente: umanitaria e nonviolenta, di aiuto materiale alle vittime, intesa a salvare le vite anziche' a distruggerle.
*
L'annunciato dispiegamento di soldati italiani alla diga di Mosul e' una follia.
Receda il governo da questa insensata e illegale, stoltissima e scelleratissima decisione.
Il governo non precipiti l'Italia nell'abisso della guerra e del terrore.

Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani"

Viterbo, 17 dicembre 2015

Mittente: "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani", strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.

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