Una “gravissima situazione amministrativa, patrimoniale e finanziaria”, con “ripetuti ed immotivati deficit di bilancio”. E’ con questa spiegazione che il Comitato direttivo della Cgil nazionale ha deciso di sciogliere il direttivo e la segreteria della sezione della Campania e della Camera del lavoro metropolitana di Napoli, commissariando entrambe. Questo dopo che, all’inizio di dicembre, il segretario regionale Franco Tavella ha dato le dimissioni ufficialmente per divergenze con la direzione nazionale “sulla gestione e le linee del sindacato”, seguito a ruota dall’intera segreteria regionale formata da Enza Sanseverino, Luigi Savio e Alfonso Viola. Ora al loro posto arrivano i commissari Giuseppe Spadaro, attuale segretario generale dello Spi della Puglia, e Fabrizio Solari, segretario confederale, autorizzati a nominare a loro volta dei sub“La rilevantissima situazione debitoria mette a rischio la sussistenza stessa delle strutture con il progressivo e profondo venir meno della presenza attiva e del radicamento nel territorio metropolitano di Napoli della Cgil, delle sue categorie e del sistema delle tutele individuali”, si legge in una nota della Cgil nazionale, secondo cui il direttivo “ritiene preoccupante la critica situazione relativa alla sede storica della Cgil di Napoli di via Torino, nonché i sempre più consistenti segnali di crisi del tesseramento“.
Una situazione, prosegue il sindacato di Corso Italia, “non più sostenibile”, come “l’impossibilità degli organismi dirigenti ed esecutivi regionali e della città metropolitana di assumere coerenti ed efficaci decisioni utili al radicale risanamento della situazione finanziaria delle strutture e delle società”. Tutto questo, dunque, “unitamente ai deteriori riflessi pubblici di questa perdurante situazione, rende impossibile la corretta direzione della struttura e lede gravemente l’immagine della Cgil in Campania, a Napoli ed anche al livello più generale”.
Il segretario generale Susanna Camusso il 3 dicembre aveva anticipato “iniziative straordinarie” per le strutture campane “perché un’organizzazione non può vivere in uno stato di difficoltà come questo, dobbiamo metterla in sicurezza”.