Di
seguito rendiamo noto il testo (quasi integrale - per lunghezza,
abbiamo eliminato solo frasi ininfluenti) dell'accordo sulle nuove
regole per la rappresentanza sindacale sottoscritto ieri tra Squinzi
(confindustria) e Cgil, Cisl, Uil.
Padroni,
vertici sindacali, governo Letta, PD esultano! Lo definiscono "accordo storico". Ma più di tutti di fatto dovrebbe esultare Marchionne, può dire ora che ha avuto ragione e che chi allora si scandalizzava dei suoi metodi ora è venuto a canossa, visto che la più contenta è la Cgil della Camusso.
La Camusso, infatti, parla di un "accordo storico, che mette fine ad una lunga stagione di divisioni", intendendo chiaramente per "divisioni" quelle con il padronato e con Csil e Uil che ha impedito in un certo periodo che la Fiom sedesse al "tavolo dei servi del padrone".
Epifani, nuovo segretario del Pd, dice che questo accordo "apre una prospettiva di lavoro unitario sulle regole democratiche mentre in Parlamento si e' aperta una stagione di riforme" - a dimostrazione che sindacati/padroni/governo dell'ammucchiata lavorano in tandem per togliere i resisdui diritti democratici dei lavoratori e delle masse e far passare più facilmente i loro piani antioperai e antipopolari.
Squinzi, il presidente di Confindustria sottolinea i vantaggi dell'intesa, a partire dal fatto che questa «rende i contratti di lavoro pienamente esigibili», un elemento che «in un momento difficile questa intesa è un segno tangibile della coesione che le parti dimostrano per risolvere il problema della crescita, che è un imperativo assoluto perché solo con la crescita ci può essere più occupazione». Della serie, che se noi, capitalisti, dobbiamo "crescere" tutti, ma in primis i lavoratori si devono stare zitti e fermi, con la schiena abbassata...
Sono fieri di un pesantissimo attacco alla democrazia sindacale, ai lavoratori, che, in maniera fascista, in contrasto ancora una volta con i principi di democrazia e libertà della stessa Costituzione, toglie la libertà di organizzazione dei lavoratori, toglie la libertà di sciopero - che è un diritto individuale di ogni lavoratore - fino alla libertà di dissenso dagli accordi/contratti svendita sottoscritti dal Cgil, Cisl e Uil che diventano immodificabili e imposti contro la volontà dei lavoratori e delle loro rappresentanze, prevedendo anche sanzioni; vuole disciplinare i lavoratori come dei soldatini - poco ci mancherà che i lavoratori iscritti ai sindacati verranno elencati nei registri prefettizi/della questura; vuole impedire - a fronte dell'ampio dissenso dei lavoratori nelle fabbriche e in tutti i posti di lavoro verso i sindacati collusi con i padroni - che sindacati di base e altre organizzazioni sindacali decise dai lavoratori possano partecipare alle elezioni delle Rsu,
sia mettendo lo sbarramento del 5% di rappresentatività, sia imponendo la sottoscrizione di un impegno a non fare scioperi e a non mettere in discussione accordi firmati da loro.
La Camusso, infatti, parla di un "accordo storico, che mette fine ad una lunga stagione di divisioni", intendendo chiaramente per "divisioni" quelle con il padronato e con Csil e Uil che ha impedito in un certo periodo che la Fiom sedesse al "tavolo dei servi del padrone".
Epifani, nuovo segretario del Pd, dice che questo accordo "apre una prospettiva di lavoro unitario sulle regole democratiche mentre in Parlamento si e' aperta una stagione di riforme" - a dimostrazione che sindacati/padroni/governo dell'ammucchiata lavorano in tandem per togliere i resisdui diritti democratici dei lavoratori e delle masse e far passare più facilmente i loro piani antioperai e antipopolari.
Squinzi, il presidente di Confindustria sottolinea i vantaggi dell'intesa, a partire dal fatto che questa «rende i contratti di lavoro pienamente esigibili», un elemento che «in un momento difficile questa intesa è un segno tangibile della coesione che le parti dimostrano per risolvere il problema della crescita, che è un imperativo assoluto perché solo con la crescita ci può essere più occupazione». Della serie, che se noi, capitalisti, dobbiamo "crescere" tutti, ma in primis i lavoratori si devono stare zitti e fermi, con la schiena abbassata...
Sono fieri di un pesantissimo attacco alla democrazia sindacale, ai lavoratori, che, in maniera fascista, in contrasto ancora una volta con i principi di democrazia e libertà della stessa Costituzione, toglie la libertà di organizzazione dei lavoratori, toglie la libertà di sciopero - che è un diritto individuale di ogni lavoratore - fino alla libertà di dissenso dagli accordi/contratti svendita sottoscritti dal Cgil, Cisl e Uil che diventano immodificabili e imposti contro la volontà dei lavoratori e delle loro rappresentanze, prevedendo anche sanzioni; vuole disciplinare i lavoratori come dei soldatini - poco ci mancherà che i lavoratori iscritti ai sindacati verranno elencati nei registri prefettizi/della questura; vuole impedire - a fronte dell'ampio dissenso dei lavoratori nelle fabbriche e in tutti i posti di lavoro verso i sindacati collusi con i padroni - che sindacati di base e altre organizzazioni sindacali decise dai lavoratori possano partecipare alle elezioni delle Rsu,
sia mettendo lo sbarramento del 5% di rappresentatività, sia imponendo la sottoscrizione di un impegno a non fare scioperi e a non mettere in discussione accordi firmati da loro.
Contro
queste regole da dittatura sindacal/padronale non serve la noia delle "critiche e dissensi" che fanno tante parole e nessun fatto - neanche
quello minimo di cacciare da assemblee e iniziative di lotta i dirigenti
sindacali.
Occorrono
rotture concrete. Occorrono vaste azioni di protesta. Occorre prendersi
ed esercitare nei fatti i diritti che vogliono togliere: il diritto di
sciopero, in primis, il diritto dei lavoratori di eleggere direttamente i
propri delegati nelle assemblee.
PROTOCOLLO D’INTESA
Con la presente intesa le parti
intendono dare applicazione all’accordo del 28 giugno 2011 (...)
in materia di rappresentanza e
rappresentatività per la stipula dei Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro,
fissando i principi ai quali ispirare la regolamentazione attuativa e le
necessarie convenzioni con gli enti interessati.
Le disposizioni della presente
intesa si applicano alle Organizzazioni firmatarie e sono inscindibili in ogni
parte.
Misurazione della
rappresentatività.
Come definito al punto 1
dell’accordo 28 giugno 2011, la certificazione della rappresentatività delle
organizzazioni sindacali, ai fini della contrattazione collettiva di categoria,
assume i dati associativi riferiti alle deleghe relative ai contributi
sindacali conferite da lavoratrici e lavoratori e i consensi ottenuti (voti
espressi) dalle organizzazioni sindacali in occasione delle elezioni delle RSU.
Il numero delle deleghe viene
acquisito e certificato dall’INPS…
Ai fini della misurazione del voto
espresso da lavoratrici e lavoratori nella elezione della Rappresentanza
Sindacale Unitaria varranno esclusivamente i voti assoluti espressi per ogni
Organizzazione Sindacale aderente alle Confederazioni firmatarie della presente
intesa. Lo stesso criterio si applicherà alle RSU in carica, elette cioè nei 36
mesi precedenti la data in cui verrà effettuata la misurazione…
La certificazione della
rappresentatività di ogni singola organizzazione sindacale aderente alle
Confederazioni firmatarie della presente intesa, utile per essere ammessa alla
contrattazione collettiva nazionale, così come definita nell’intesa del
28/6/2011 (ossia il 5%), sarà determinata come media semplice fra la
percentuale degli iscritti (sulla totalità degli iscritti) e la percentuale dei
voti ottenuti nelle elezioni delle RSU (sul totale dei votanti), quindi, con un
peso pari al 50% per ognuno dei due dati.
Fermo restando quanto già sopra
definito in materia di RSU, nonché quanto previsto dall’accordo del 28/6/2011,
le parti convengono che:
…In ragione della struttura attuale
della rappresentanza, che vede la presenza di RSU o RSA, il passaggio alle
elezioni delle RSU potrà avvenire solo se definito unitariamente dalle
Federazioni aderenti alle Confederazioni firmatarie il presente accordo.
le RSU scadute alla data di sottoscrizione dell’intesa saranno
rinnovate nei successivi sei mesi;
le RSU saranno elette con voto
proporzionale;
il cambiamento di appartenenza sindacale da parte di un componente la
RSU ne determina la decadenza dalla carica e la sostituzione con il primo
dei non eletti della lista di originaria appartenenza del sostituito.
Confindustria, Cgil, Cisl e Uil si impegnano a rendere coerenti le
regole dell’accordo interconfederale del dicembre 1993, con i suddetti
principi, anche con riferimento all’esercizio dei diritti sindacali e,
segnatamente, con quelli in tema di diritto di assemblea in capo alle Organizzazioni
sindacali firmatarie della presente intesa, titolarità della contrattazione di
secondo livello e diritto di voto per l’insieme dei lavoratori dipendenti.
Titolarità ed efficacia della
contrattazione
Sono ammesse alla contrattazione
collettiva nazionale le Federazioni delle Organizzazioni Sindacali firmatarie
del presente accordo che abbiano, nell’ambito di applicazione del contratto
collettivo nazionale di lavoro, una
rappresentatività non inferiore al 5%, considerando a tale fine la media
fra il dato associativo (percentuale delle iscrizioni certificate) e il dato
elettorale (percentuale voti ottenuti su voti espressi).
Nel rispetto della libertà e
autonomia di ogni Organizzazione Sindacale, le Federazioni di categoria - per
ogni singolo CCNL - decideranno le modalità di definizione della piattaforma e
della delegazione trattante e le relative attribuzioni con proprio regolamento.
In tale ambito, e in coerenza con
le regole definite nella presente intesa, le Organizzazioni Sindacali
favoriranno, in ogni categoria, la presentazione di piattaforme unitarie.
Fermo restando quanto previsto al
precedente punto 1, in assenza di piattaforma unitaria, la parte datoriale favorirà, in ogni categoria, che la negoziazione si
avvii sulla base della piattaforma presentata da organizzazioni sindacali che
abbiano complessivamente un livello di rappresentatività nel settore pari
almeno al 50% +1.
I contratti collettivi nazionali di lavoro sottoscritti formalmente
dalle Organizzazioni Sindacali che rappresentino almeno il 50% +1 della
rappresentanza, come sopra determinata, previa consultazione certificata delle
lavoratrici e dei lavoratori, a maggioranza semplice - le cui modalità saranno
stabilite dalle categorie per ogni singolo contratto – saranno efficaci ed esigibili. La sottoscrizione formale dell’accordo,
come sopra descritta, costituirà l’atto vincolante per entrambe le Parti.
Il rispetto delle procedure sopra
definite comporta, infatti, oltre l’applicazione degli accordi all’insieme dei
lavoratori e delle lavoratrici, la piena esigibilità per tutte le
organizzazioni aderenti alle parti firmatarie della presente intesa.
Conseguentemente le Parti firmatarie e
le rispettive Federazioni si impegnano a dare piena applicazione e a non promuovere iniziative di contrasto
agli accordi così definiti.
I contratti collettivi nazionali di
categoria, approvati alle condizioni di cui sopra, dovranno definire clausole e/o procedure di
raffreddamento finalizzate a garantire, per tutte le parti, l’esigibilità degli
impegni assunti e le conseguenze di eventuali inadempimenti sulla base dei
principi stabiliti con la presente intesa.
Le parti firmatarie della presente
intesa si impegnano a far rispettare i principi qui concordati e si impegnano,
altresì, affinché le rispettive strutture ad esse aderenti e le rispettive
articolazioni a livello territoriale e aziendale si attengano a quanto
concordato nel presente accordo.
Le parti sono impegnate, nel
rispetto di quanto definito, a monitorare la puntuale attuazione dei principi
qui concordati, nonché a concordare modalità di definizione di eventuali
controversie sorte come conseguenza della loro concreta applicazione.
CONFINDUSTRIA CGIL CISLUIL
ROMA, 31 MAGGIO 2013
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