domenica 26 maggio 2013

pc 26 maggio - FIOM: SI AL PATTO SOCIALE TRA OO.SS E PADRONI

LA FIOM SI DA' LA ZAPPA SUI PIEDI, PUR DI DIRE SI ALLA CGIL DELLA CAMUSSO 

(stralci) Dalla Fiom via libera al patto sociale
di Sergio Bellavita portavoce Rete 28Aprile Fiom

"Non sappiamo come si concluderà la cosiddetta trattativa su rappresentanza e democrazia avviata semiclandestinamente tra i vertici di Cgil Cisl Uil e Confindustria. Trattativa che pareva fino a pochi giorni fa  in dirittura d'arrivo ed oggi e' nuovamente scomparsa nel mellifluo pantano della difficile composizione dei diversi e sostanziosi interessi padronali, politici e sindacali in gioco....
Quello che sappiamo con certezza è che si prefigura un sistema corporativo, liberticida e autoritario in cui il voto dei lavoratori diventa, non già la conquista del diritto democratico a decidere sui contratti che li riguardano, ma esattamente  lo strumento per accompagnare la contrattazione di ricatto, di restituzione e per impedire infine l'esercizio dell'opposizione sindacale. Così come sappiamo purtroppo, che la maggioranza del gruppo dirigente Fiom ha dato via libera proprio a quel patto sociale.
Lo ha fatto in maniera esplicita, senza tentennamenti ne' infingimenti. ll massimo organismo Fiom riunito giovedì 23 maggio era infatti chiamato a esprimere un giudizio compiuto sui contenuti della trattativa a livello confederale.
La seduta cadeva dopo gli esecutivi unitari del 30 aprile scorso che hanno licenziato l'intesa Cgil Cisl Uil su rappresentanza e democrazia che è oggi oggetto della trattativa con Confindustria.
In relazione  Landini ha presentato l'accordo interno a  Cgil Cisl Uil come una sostanziale affermazione delle battaglie della Fiom per il diritto democratico dei lavoratori di decidere sui contratti che li riguardano.
Un giudizio che non condividiamo ed anzi riteniamo reticente rispetto alla vera natura del patto che si profila. Per questa ragione abbiamo provato a ragionare su un solo punto, il tema dell'esigibilità degli accordi. Proponendo di riconfermare quella che pareva un'ovvietà: la contrarietà Fiom al modello Marchionne che esclude i sindacati non firmatari cancellandone la rappresentanza interna e che per questa ragione impedisce il diritto dei lavoratori ad opporsi ad accordi capestro. Il modello, per capirci, che ancora oggi tiene la Fiom e i suoi delegati fuori dai cancelli e senza agibilità.
Eppure quella che doveva essere un'ovvietà, è stata considerata addirittura alternativa al giudizio positivo sull'intesa Cgil Cisl Uil espresso nell'ordine del giorno finale della segreteria nazionale e posta in votazione contrapposta...

Una scelta grave che conferma la linea del progressivo rientro, dopo aver abbandonato ogni volontà conflittuale, negli angusti spazi del sindacalismo complice, ne più ne meno di quello che da tempo fanno le altre categorie della Cgil, della Cisl e della Uil.
Con la sostanziale differenza che chi pagherà il prezzo più alto per questo rientro sono esattamente i delegati e le delegate Fiom che in questi anni hanno lottato, resistito e creduto nel loro sindacato. Non abbiamo detto no a Marchionne perché mancava un posto a tavola, ma esattamente perché volevamo rovesciare quel tavolo imbandito a spese dei lavoratori. La nostra battaglia riparte da qui".


RIPUBBLICHIAMO IL NOSTRO ARTICOLO SULLE NUOVE REGOLE FASCISTE SULLA RAPPRESENTANZA SINDACALE SUI POSTI DI LAVORO.

Andando avanti nella scellerata strada di unità sindacati confederali/industriali per salvare la competitività - uguale profitti - delle imprese, che ha visto nelle scorse settimane la firma di un "protocollo", ora la Cgil (tutta, ad esclusione della Rete 28 Aprile) insieme a Cisl e Uil, lancia una proposta sulla rappresentanza sindacale per un nuovo patto con la Confindustria.
Si tratta di una proposta che vuole nettamente peggiorare le regole delle Rsu che già hanno pochissima funzione e potere e già sono blindate dalle segreterie sindacali - in questo, la situazione presente all'Ilva è esemplare!
"Il centro di questa proposta è che i sindacati che concorreranno alle elezioni per le Rappresentanze sindacali unitarie aziendali (RSU) dovranno accettare preventivamente di non poter dichiarare sciopero su accordi
firmati da almeno il 51% dei rappresentanti aziendali, siano essi RSU o RSA; inoltre si dice che la consultazione dei lavoratori non è obbligatoria!"
Come avevamo già denunciato per il protocollo sulla competitività, tutta la linea e l'azione dei sindacati confederali ha un unico scopo, in una situazione di gravissimo peggioramento della condizione dei lavoratori sul fronte della difesa del posto di lavoro, del salario e dei diritti, non di difendere i lavoratori ma quello di difendere i padroni, e ora con questa proposta, impedire che la salvaguardia dei loro profitti venga messa in discussione dagli scioperi dei lavoratori. 

Squinzi, presidente degli industriali, l'ha detto: "a noi interessa una sola cosa: la certezza che gli accordi raggiunti a qualsiasi livello non saranno poi stravolti", e Cgil, Cisl e Uil la stanno attuando.
 

Si tratta nei fatti di una esplicita azione antisciopero e del tentativo di tappare la bocca agli operai, di impedire che i lavoratori dicano NO ad accordi svendita e possano scendere in lotta... 
Le Rsu cesserebbero di essere, anche formalmente, rappresentanze sindacali dei lavoratori ma diventerebbero a tutti gli effetti rappresentanze delle segreterie sindacali - che non si accontentano più di avere come accade ora (comunque, anche se non prendono neanche un voto ale elezioni) un terzo dei posti dei delegati, cosa già profondamente antidemocratica, ma vogliono il controllo del 100%, per evitare che non siano tutti saldamente fedeli alle decisioni, agli accordi fatti dalle segreterie dei sindacati confederali.

 
Ma soprattutto con questa proposta, si vuole impedire che alle elezioni delle Rsu si presentino liste alternative, dei sindacati di base, slai cobas, decise liberamente dai lavoratori, e chiaramente in opposizione ai sindacati confederali. Si vuole soffocare la volontà degli operai di poter dire anche nelle elezioni delle Rsu: basta con il monopolio dei sindacati filopadronali, basta con delegati che, nella loro maggioranza, non difendono i lavoratori quotidianamente, o non ci sono (come all'Ilva) usando la loro carica per farsi i propri comodi. 
Ai sindacati che vogliono presentare liste alle elezioni  le Rsu si chiede una sottomissione, un'abiura preventiva della difesa degli interessi dei lavoratori, un'accettazione a priori e comunque degli accordi svendita.  
Si tratta nei fatti di una "dittatura" sindacale a cui neanche i partiti sul fronte delle regole antidemocratiche del parlamento (che è parvenza di democrazia e reale comitato d'affari della borghesia) sono arrivati esplicitamente a tanto...
 

Ma, vediamo anche un altro aspetto. Questa proposta  della Cgil, è anche frutto della paura che hanno sia sindacati che padroni.
E' un'azione, questa sì "preventiva", di cautelarsi di fronte all'inevitabile esplosione di rabbia, scioperi, lotte che l'attacco sempre più pesante alle condizioni di lavoro e di vita sta portando e porterà sempre più nelle fabbriche e su tutti i posti di lavoro.
Sanno bene i sindacati confederali, in primis la Cgil (gli altri non se ne importano molto di avere consenso tra i lavoratori), che i lavoratori che in tante realtà rompono con i sindacati confederali, e con la stessa Fiom ma che hanno bisogno dell'organizzazione sindacale di classe, si autorganizzano e possono sempre più autorganizzarsi; per questo li vogliono "blindare".
Nello stesso tempo, la Cgil di Camusso e la Fiom di Landini con questo vogliono rientrare in pieno nella grazie del padronato, da cui hanno rischiato di essere emarginati...

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