L'uomo del Monte (dei Paschi) ha detto
sì... alla corruzione, al malaffare, all'inganno premeditato per
lungo tempo; anzi, è meglio dire gli uomini, dato che a contribuire
all'ennesimo scandalo, sono stati in tanti in Italia e all'estero.
Tutta questa faccenda del Monte dei
Paschi di Siena potremmo chiuderla con la battuta del grande borghese
Scalfari, padrone del quotidiano La Repubblica, oramai deluso
sostenitore di Monti, che nell'edizione di domenica scorsa dice che
il problema in fondo è semplice: “... un gruppo di mascalzoni si
impadronì della fondazione e della banca, si dedicò ad operazioni
arrischiate di finanza speculativa, falsificò i bilanci, occultò le
perdite e probabilmente lucrò tangenti e altrettante ne
distribuì...”.
E i relativi reati per cui questa gente
dovrebbe andare in galera e perseguiti dai magistrati sono truffa,
corruzione, ecc.
Il fatto in sé quindi sarebbe
“semplice” ma qui, l'unica semplicità che troviamo consiste
nelle forme che la delinquenza ad alto livello, a livello di
presidenti e dirigenti di banche, di politici e funzionari statali,
prende di volta in volta, quando vengono a galla i vari scandali, in
un “sistema-paese”, come a questi signori piace chiamarlo, in cui
uno dei punti di potere principali è legato alle fondazioni bancarie
che controllano le banche; nelle fondazioni e nei consigli di
amministrazione delle banche ci sono uomini dei partiti e quindi la
“politica” delle banche deve venire incontro alle necessità dei
partiti quando questi ne hanno bisogno: per alimentare le clientele
soprattutto. Questo controllo, come si vede, è diventato una delle
forme di arricchimento personale e uno dei canali di
approvvigionamento di soldi da parte dei partiti borghesi.
È una corruzione che si incancrenisce
ogni giorno di più, perché è connaturata cosciente e premeditata e
assolutamente insensibile rispetto agli effetti e quindi più
crudele.
E' per questo che la “semplicità”
di uno Scalfari riduce a banalità la corruzione propria di questo
sistema e quindi se è in fondo così banale, ci porta a pensare
Scalfari, e con lui tutti quelli interessati a non alzare più di
tanto polveroni, perché occuparsene troppo, passiamo avanti perché
i problemi del paese sono tanti...
E infatti lo stesso Scalfari si
“consola” subito, dicendo che “Ora finalmente la situazione è
più chiara, la banca è stata affidata a mani sicure, i mascalzoni
hanno un nome, la magistratura è all'opera; 150 [!!!] dirigenti dei
settori più compromessi sono stati licenziati... La banca non è a
rischio di fallimento e i depositi del pubblico sono al sicuro...”
E così Scalfari, e con lui tanti ricconi che investono nelle banche,
può stare più tranquillo.
Ma ricapitoliamo, e commentiamo, questa
storia, che se è semplice dal punto di vista delinquenziale, e cioè
gente che imbroglia per arricchirsi, è, invece, complicata dal punto
di vista “tecnico” e cioè per l'utilizzo dei tanti trucchi
possibili nella finanza, con le parole, interessate, del Sole 24 ore
di oggi:
1. “All'origine dei problemi odierni
di Banca Mps c'è l'acquisizione di Antonveneta dalla banca spagnola
Santander. È il novembre 2007 e la banca senese acquista gli
sportelli della banca padovana per circa 9,3 miliardi complessivi, un
prezzo che, secondo molte stime, è superiore al valore reale del
gruppo. [Il “valore” di quella banca era, secondo le stime degli
“esperti” di circa 6 miliardi, quindi si sborsano circa 3
miliardi in più, e non perché i dirigenti della Banca siano
cretini!]
2. “L'operazione Antonveneta viene
finanziata attraverso un aumento di capitale da 6 miliardi, cui si
aggiunge l'emissione dei cosiddetti “Fresh”, titoli subordinati
la cui cedola (che andrà nelle tasche dei sottoscrittori, tra cui la
Fondazione) può scattare solo in presenza di bilancio in utile. Un
dettaglio, questo, oggi nel mirino delle inchieste. [Questi 6
miliardi la Banca non li ha e quindi li deve “trovare” e ottenere
anche il benestare dell'organo di controllo e cioè della Banca
d'Italia che dopo uno scambio di lettere lo concede!]
3. “Mps inizia a siglare operazioni
di finanza strutturata, i cosiddetti derivati (Santorini, Alexandria)
che sul momento servono ad “abbellire” i bilanci alla luce della
precedente operazione su Antonveneta, ma che, complice la crisi
finanziaria in arrivo, avranno però una valenza tossica. [“Tossici”,
o titoli spazzatura, vengono considerati quei titoli che non valgono
più niente ma che le banche si ritrovano in cassa e vengono messi in
giro lo stesso, contribuendo ad avvelenare ancora di più il sistema
della finanza mondiale!]
4. “Mps inizia ad accumulare perdite
sui derivati Santorini e Alexandria nel 2009, dopo il crack di Lehman
Brothers e il conseguente crollo dei mercati. Da qui nasce la
necessità di ristrutturarli per posticipare le perdite e generare un
avanzo di bilancio.”
Il Sole 24 ore continua elencando il
coinvolgimento in questo tentativo di salvataggio tra banche, con
relativo profitto, della Duetsche Bank e della banca giapponese
Nomura e alla fine, secondo le stime ufficiali, il risultato ad oggi
è una perdita effettiva tra i 500 e i 750 milioni di euro e un
ricorso allo Stato per un altro salvataggio con un “prestito” di
quasi 5 miliardi di euro.
Non è strano che mentre uno viene
indagato per truffa, ecc. ecc, trova lo Stato che gli si concede un
prestito...?
Ma di cose “strane” in tutta questa
operazione ce ne sono tante: Mussari, ex presidente del Montepaschi,
viene rieletto presidente dell'Abi, Associazione Bancaria Italiana,
“dopo essere stato estromesso dalla presidenza di Monte dei Paschi.
I banchieri che lo hanno eletto non sapevano nulla di quanto era
accaduto a Siena?” si chiede ancora Scalfari.
Draghi attuale presidente della Bce,
Banca centrale europea, e allora presidente della Banca d'Italia che
doveva controllare, fa lo gnorri: ho chiesto i documenti ma non me li
hanno dati!
A Monti, attuale capo del governo,
anche se dimissionario (a proposito di stranezze!), hanno risposto i
terremotati dell'Emilia che invece hanno capito bene: “I soldi alle
banche e a noi niente...”
Alla fine, infatti, a pagarne le
conseguenze sono proprio le masse popolari perché ogni provvedimento
che viene preso per ovviare a tutta questa schifezza si scarica in un
modo o nell'altro su di esse, vedi il prestito dello Stato che
significa nell'immediato aumento del debito pubblico, a rischio per
giunta, ma un rischio calcolato dato che i politici pensano che alla
fin fine se proprio si deve possono nazionalizzare la banca. E qui le
chiacchiere sulla nazionalizzazione come metodo per dare una risposta
alle esigenze della masse popolari nelle attuali condizioni risultato
chiarissime. Oscar Giannino, l'“economista” candidato permier
(ancora più a proposito di stranezze!!) alle prossime elezioni, per
esempio, sul problema Montepaschi ha detto con una grande naturalezza
che la banca va nazionalizzata, ripulita e rivenduta entro due
anni!!!
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