martedì 29 gennaio 2013

pc 29 gennaio - Assemblea nazionale della Rete: intervento dall'Istituto tumori di Milano e del coordinamento Slai cobas per il sc di Venezia-Marghera


proseguiamo nella pubblicazione degli interventi all'assemblea nazionale della Rete a Taranto, 7 dicembre

DONATO FICCHI

ISTITUTO NAZIONALE TUMORI MILANO


Siamo qui per la seconda volta a Taranto, dopo la manifestazione del 18 aprile 2009, a sostegno della battaglia che si sta conducendo all’Ilva in difesa sia del posto di lavoro e delle condizione della sicurezza sul posto di lavoro, sia in difesa della tutela ambientale e salute dei cittadini.
Queste due cose non dovrebbero essere mai separate, mai un bene contro l’altro. Perché questo crea disunità. Perché chi vede solo una parte del problema, si batterà per quella parte. Come quando noi vediamo la luna, ne vediamo una parte.
Però dobbiamo considerare che se io mi batto per il posto di lavoro, io non posso lavorare in qualsiasi condizione, come diceva l’operaio prima. Questo non vuol dire che sono destinato a perdere il lavoro. Forse sono costretto a battermi sul posto di lavoro. Questo sì, questo è lo sforzo che io sono destinato a fare. Siccome i lavoratori di sforzi ne fanno tanti, tutti quanti lavoriamo e lavoriamo sodo, non è una cosa estranea alla natura del lavoratore fare fatica, per avere il tutto. Questo va bene. Fare fatica solo per ottenere un risultato parziale può essere preludio alla sconfitta completa.

Quindi noi siamo qua per una serie di ragioni.
La prima ragione è proprio per la specificità dell’ambiente di lavoro, dove opero, che vede il nostro Istituto impegnato nella cura di quelle persone che vengono colpite da tumore, anche a seguito di contaminazione, a seguito di condizioni negative sul posto di lavoro e di disastro ambientale. Queste cose vengono sempre perseguite a favore della logica del profitto. Ho conosciuto diverse persone malate di Mesiotelioma Pleurico che venivano da Casale Monferrato, che venivano anche dalla Puglia e che dopo una vita di lavoro si trovavano in un letto destinati a morire.
Un’altra ragione per cui sono qui è perché da quando è scoppiato questo caso, molti tarantini, e in particolare le donne, hanno denunciato abbiano denunciato di come la gente di Taranto, e del sud in generale per curarsi è costretta a venire al Nord, il cosiddetto fenomeno dei “Viaggi della speranza”.
Ma proprio di Milano, la Lombardia Regione della Sanità con l’eccellenza, ultimamente se ne sta parlando in termini di scandali: lo scandalo dell’Ospedale San Raffaele, lo scandalo dell’Istituto Maugeri. E anche il nostro Istituto. Si parlava anni fa di trasferire il nostro Istituto in un’altra area più congeniale, dopo tanti anni sono finiti a proporre, di costruirlo sopra il terreno dell’Acciaieria ex Falk. Quindi noi avremmo sotto le fondamenta 150anni di siderurgia pesante, un’area altamente inquinata. E lì noi andiamo a fare un “nuovo” Istituto Tumori? Cosa completamente assurda! Oltretutto il nostro Istituto non avrebbe motivo di essere ristrutturato, perché per l’80% in buone condizioni. Però questa è la Sanità in Lombardia. Non a caso il precedente proprietario del San Raffaele, don Verzé, pensava di creare qua a Taranto il più grande Polo Sanitario del Mediterraneo. Questi progetti calati dall’alto non hanno niente di genuino, di autentico nella programmazione della cura e dell’assistenza alla popolazione, ma pensano solo ad investire del Capitale, perseguendo sempre la logica del profitto. E così sarebbe stato a Taranto.
Noi come Slai cobas sdc dell’Istituto Nazionale dei Tumori ci siamo già impegnati in altre iniziative, tra cui quella a sostegno dell’Ilva di Taranto. Abbiamo comunicato e sensibilizzato, facendo parte di un Coordinamento Sanità in Lotta milanese, tutto il Coordinamento a sostenere la battaglia che si sta conducendo all’Ilva, a Taranto. Abbiamo promosso un presidio sotto la Sede Legale nazionale dell’Ilva, che ha sede a Milano. Lo stesso Ferrante, Presidente dell’Ilva, noi di Milano lo conosciamo bene. Prima è stato Prefetto di Milano, dopo di ché è stato anche candidato a Sindaco per il centro-sinistra. Quindi è stato sempre un soggetto politico molto “ben disposto” a curare gli interessi padronali. Quindi il fatto che noi l’avessimo conosciuto e che il centro-sinistra si fosse così appoggiato sulla sua figura dice come politicamente in Italia abbiamo una situazione in cui c’è poco da sperare in una coalizione anziché un’altra.
Purtroppo, la differenza la potrebbero fare i lavoratori, dico purtroppo perché non la vedo di facile realizzazione.
I lavoratori che si prendono la responsabilità di condurre direttamente la battaglia che non può più essere delegata a delle RSU che si sono rivelate fallimentari nella gestione di questi anni. Noi all’INT viviamo una situazione di carenza di personale e abbiamo la RSU che addirittura appoggia i doppi turni, fregandosene della stessa legge sulla Sicurezza. Questo perché la carenza d’organico oggi non è più un “problema”, oggi la carenza d’organico non “esisterebbe” più dal momento che io ti faccio lavorare saltando il turno di riposo, pagandoti una Libera Professione. E tu sei ben “contento” di farlo. Però così ho diviso i lavoratori, e ho messo da parte la sicurezza, a cui già il lavoratore ci pensa meno, quando per lui è diventato prioritario pagare la rata del mutuo.

Per quanto detto noi rilanceremo questo percorso unitario, necessario, di lotta, invitando ad aderire e contribuire alla Rete Nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro, affinché si vinca a Taranto come a Milano, e da ogni altra parte.

VENEZIA-MARGHERA


Il coordinamento provinciale di Slai Cobas per il Sindacato di Classe di Venezia-Marghera, si unisce solidarmente alla lotta degli operai ILVA.
Ritiene sempre di più necessario portare la lotta per il posto di lavoro e per i diritti e le retribuzioni dei lavoratori, ad un livello di critica generale che va fatta e praticata con sempre maggiore unità e consapevolezza di classe perchè il marciume e la degradazione del sistema capitalistico che vengono sempre più alla luce possano essere scacciati e le nostre città e il nostro Paese liberato da questo fango e dai padroni che ne sono la più “squisita” essenza, con tutti i loro servi e servitorelli, in primis la concertazione operata dai falsi sindacali, perchè sono LORO, che guastano tutto ed impediscono ai lavoratori una vita ed una esistenza dignitosa e salutare.

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