Alla fine del mese Invitalia dovrà dare il parere definitivo sul piano di sviluppo presentato dalla DR Motor per Termini Imerese che doveva ripartire dal 1° gennaio di quest'anno ma che è stato rinviato perché l'azienda ha chiesto e ottenuto un rinvio di alcune settimane.
In questo piano ci sarebbe una novità rispetto all'oggetto della produzione, infatti a quanto pare la DR, fondata da Massimo Di Risio (il quale controlla oltre il 99% delle azioni), intende allargarsi alle attività che riguardano le energie alternative. Fino a questo momento i passaggi certi della DR sono quelli dello spostamento della sede sociale da Macchia d'Isernia a Roma e l'ampliamento appunto dell'oggetto sociale che, come riporta il sole24ore, - a quello originario di produzione e vendita di autoveicoli si aggiungono infatti, nel nuovo statuto, “produzione e vendita di energia ricavata da fonti rinnovabili”; “progettazione, costruzione, manutenzione e gestione di impianti per la produzione di energia”.-
Ma le notizie che ancora lasciano nel dubbio sulla capacità di questa azienda di dare l'avvio alla produzione secondo il piano stanno 1- nell'entità del capitale sociale – 11,5 milioni di euro raccattati in vario modo; 2- nel fatto che - la società non ha ancora depositato il bilancio 2010, che è stato approvato – afferma DR – lo sorso 3 novembre; la pubblicazione, obbligatoria entro 30 giorni dall’assemblea, era definita “questione di giorni”, lo scorso 25 novembre. DR Motor è stata a lungo impegnata in una trattativa con le banche creditrici (in prima fila Unicredit) per un riscadenziamento dei debiti. Come finanzierà la società molisana la propria quota dell’investimento di Termini Imerese?-.
Ma più di tutto a rendere le cose ancora più gravi c'è la “novità” che fino ad oggi non è stato risolto il problema di quegli operai che secondo il patto previsto dovevano essere accompagnati alla pensione secondo le leggi precedenti la manovra del governo, infatti, come riporta un articolo di Repubblica di oggi, i 640 operai di Termini Imerese rientrerebbero tra quelli che - Rischiano tutti di restare scoperti, senza busta paga e senza assegno previdenziale per diversi mesi se non addirittura anni (fino a sei). … coinvolti in accordi aziendali o intese individuali che prevedevano l'uscita “morbida” dal lavoro per avviarsi verso la pensione...-
- Il decreto Milleproroghe, appena approvato dalla Camera, prevede che dalla nuova tagliola sulla previdenza siano esclusi solo i dipendenti che hanno “risolto” il rapporto di lavoro entro il 31 dicembre 2011. Chi invece è in cassa integrazione, mobilità o quant'altro non rientra quindi nella categoria protetta...-
Agli operai della Fiat di Termini Imerese tutti, quindi, beffati dagli accordi tra governo, sindacati e padroni, tocca riprendere la lotta, che questa volta non faccia sconti a nessuno.
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