l'udienza dell'8 febbraio
La prima udienza si ferma ai preliminari!
Ieri a Bologna il processo contro 12 compagni che fanno (o facevano) parte del (nuovo)Partito comunista italiano, del Partito dei CARC e dell’Associazione Solidarietà Proletaria accusati di associazione sovversiva con finalità di terrorismo (art. 270 bis del c.p.) si è fermato ai preliminari.
In aula
Subito dopo la costituzione delle parti (l’elenco dei presenti e degli assenti), i nostri avvocati hanno presentato una prima eccezione sulla validità del rinvio a giudizio deciso dal GUP Gamberini perché non solo ci sono state diverse irregolarità procedurali, ma soprattutto perché la sentenza era già scritta, nel vero senso della parola. La comunicazione di rinvio a giudizio inviata ad alcuni imputati recava dattiloscritta la data del 13 luglio, mentre ci sono state altre due udienze (il 15 e il 21 settembre) durante le quali gli avvocati hanno illustrato i motivi per cui non vi erano le basi per istruire un processo (così come aveva già concluso il GUP Zaccariello nel 2008)… l’unico accorgimento del GUP Gamberini è stato quello di aggiungere a mano la data del 21 settembre!
Il rinvio a giudizio fatto da Gamberini, inoltre, è un taglia e incolla del rinvio a giudizio fatto nel 2007 da Giovagnoli, mentre la Corte Cassazione (che aveva annullato il “non luogo a procedere” deciso dal GUP Zaccariello) aveva dato mandato al nuovo GUP di verificare se “l’organizzazione avesse effettivamente programmato, in termini di concretezza e attualità, azioni violente” e di valutare “in ogni caso se nella condotta emergente dagli atti sia comunque configurabile altra ipotesi delittuosa, quale quella di cui all’art. 416 c.p.” (ndr: associazione a delinquere). Questi e altri fatti evidenziano una manifesta parzialità del giudice Gamberini e un’evidente violazione dei diritti degli imputati alla difesa (gli avvocati hanno sostanzialmente parlato al vento nelle udienze del 15 e 21 settembre, il GUP aveva già preso la sua decisione il 13 luglio).
In secondo luogo gli avvocati hanno presentato un’eccezione sulla competenza del Tribunale di Bologna, visto che nel rinvio a giudizio si parla di “reati commessi in Italia, a Modena e altrove e in Francia, a Parigi”.
Sia l’avvocato dello Stato Mario Zito sia il PM, che nel frattempo è cambiato, non è più Massimiliano Rossi ma Antonio Gustapane, si sono opposti alle eccezioni sollevate dagli avvocati. In particolare il PM ha detto che quella seguita dal GUP Gamberini è prassi corrente (!!!), che il (n)PCI e il P.CARC sono organizzazioni clandestine, quindi non è possibile stabilire dove operino e ha iniziato a indicare gli imputati per nome e cognome affermando che erano clandestini e quindi non si sapeva dov’erano… salvo fermarsi quando uno di essi si è alzato dicendo che era presente in aula!
La Corte, presieduta dal giudice Leonardo Grassi, dopo essersi ritirata in camera di consiglio ha chiesto al PM di presentare i verbali di tutte le udienze preliminari, sia quelle presiedute dal GUP Gamberini nel 2011 sia quelle presiedute dal GUP Zaccariello nel 2008 e si è riservata di decidere in merito alle eccezioni presentate dalla difesa in una nuova udienza che ha fissato tra tre mesi, il 2 maggio 2012 alle h. 10.00.
Alla fine dell’udienza abbiamo assistito, come già successo in altre occasioni, al provocatorio atteggiamento della Digos di Bologna: due agenti in borghese fermano due compagni per “identificarli”, facendo vedere “al volo” i tesserini e rifiutandosi di fornire il loro numero di matricola.
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