domenica 5 febbraio 2012

pc 5 febbraio - 70 mila operai senza posto senza stipendio senza pensione grazie al governo...

Il governo Monti/Napolitano/Berlusconi/Bersani ecc. ecc. che ha la più grande maggioranza parlamentare di tutta la storia del paese dal dopoguerra ad oggi considera gli accordi carta straccia, perché quelli che i sindacati confederali, Cgil-Cisl-Uil, chiamano accordi, che siano stipulati con i padroni o con il governo o con entrambi, sono accordi che vanno a vantaggio solo di una parte, e cioè del governo e dei padroni, e rovinano l’altra, in generale i lavoratori con i falsi contratti di lavoro, in questo caso gli operai...
I sindacati sono bravi a contare i morti sul lavoro e i disoccupati: “Per i sindacati di tratta di una vera emergenza sociale -dice l’articolo- cui si deve trovare soluzione nell’imminente passaggio del testo al Senato (l’iter inizia domani).” Questo è uno dei modi che usano i sindacati per raggirare l’opinione pubblica: creano un problema, poi gridano all’allarme sociale e infine scaricano sulla “politica” la responsabilità delle loro scelte...


riportiamo dalla Repubblica di oggi

Ci sono i dipendenti dell’Alenia, di Irisbus, Termini Imerese, ci sono quelli delle Poste, di Fincantieri e di una miriade di altre aziende. Rischiano tutti di restare scoperti, senza busta paga e senza assegno previdenziale per diversi mesi se non addirittura anni (fino a sei). Sono tutti coinvolti in accordi aziendali o intese individuali che prevedevano l'uscita “morbida” dal lavoro per avviarsi verso la pensione e che ora - con le novità introdotte dalla riforma Fornero sull’età pensionabile - sono rimasti al palo. Il decreto Milleproroghe, appena approvato dalla Camera, prevede che dalla nuova tagliola sulla previdenza siano esclusi solo i dipendenti che hanno “risolto” il rapporto di lavoro entro il 31 dicembre 2011. Chi invece è in cassa integrazione, mobilità o quant'altro non rientra quindi nella categoria protetta. Per i sindacati di tratta di una vera emergenza sociale, cui si deve trovare soluzione nell’imminente passaggio del testo al Senato (l’iter inizia domani).
La Cgil ha cominciato a tracciare un elenco delle tante aziende, oggetto di accordi i cui effetti definitivi sulla risoluzione del rapporto di lavoro si vedranno solo nei prossimi mesi o anni. tutti lavoratori a rischio: si va dai 386 esuberi di Agile/Eutelia ai 747 di Alenia, dai 653 di Fiat Irisbus ai 640 di Termini Imerese. In bilico ci sono 1240 dipendenti di Fincantieri, 230 di Selex Elsag, 495 di Wirpool. Nel settore edile rischiano i 137 lavoratori di Rdb e i 50 di Unical. Per il farmaceutico la questione riguarda 460 lavoratori alla Sanofi, 569 alla Sigma Tau. Ci sono anche i 2000 lavoratori delle Poste e - sempre nei servizi - i 400 della Defendini e i 125 di Telepost. Alitalia/Meridiana ha 5000 dipendenti per i quali sono previsti 4 anni di cig più 3 di mobilità dal 2008. E ancora le tante procedure tuttora aperte, come quella che interessa i 1000 lavoratori di Alcoa.
Un elenco parziale assicura il sindacato. Definire una cifra totale, visto che si dovrebbe tenere conto anche d’intese raggiunte in mini-aziende o posizioni individuali, è forse impossibile: l’unica stima riguarda solo le medio-grandi aziende e già si parla di 70 mila lavoratori coinvolti. Vera Lamonica, segretaria confederale della Cgil denuncia il “drammatico limbo. Si deve trovare subito una soluzione per tutti i lavoratori in mobilità, per gli esodi, gli accordi individuali e collettivi. Lavoratori che per diversi motivi rischiano di rimanere senza lavoro, senza stipendio e senza pensione.”

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