Carcere è ancora morte: Detenuto si uccide a Torino un altro muore a Trani
Submitted by anonimo on Mon, 02/01/2012 - 09:48 a fuoco le carceriinternazionalenotizierepressioneAltre città
Detenuto si uccide a Torino
un altro muore a Trani
E ci sono stati due tentati suicidi Vigevano e Vasto. La denuncia dei sindacati: "La polizia penitenziaria è sempre più sola. Avremmo voluto dal governo misure veramente risolutive". Nel 2011 si sono tolti la vita 66 prigionieri
Detenuto si uccide a Torino un altro muore a Trani (fotogramma)
ROMA - Un inizio d'anno tragico nelle carceri italiane, afflitte da un cronico sovraffollamento che comporta condizioni di vita insostenibili. Un detenuto si è tolto la vita impiccandosi nel penitenziario delle Vallette 1, a Torino. Un secondo è morto nella prigione di Trani 2 per cause ancora da accertare. E ci sono stati anche due tentativo di suicidio a Vasto e Vigevano. Secondo i dati dei sindacati di polizia penitenziaria, nel 2011 sono 66 i prigionieri che si sono uccisi.
"La polizia penitenziaria - commenta Leo Beneduci, segretario generale dell'Osapp - è sempre più sola nel fronteggiare questo tipo di emergenze e, purtroppo, sempre meno in grado di risolverle. Avremmo voluto che per il 2012 il governo avesse varato misure veramente risolutive, e non i palliativi che lasciano le cose come stanno. Comprese le morti nelle carceri".
C. A., un romeno di 37 anni in attesa di giudizio, si è impiccato con un lenzuolo nella sua cella nel carcere delle Vallette un paio d'ore prima della mezzanotte.
Trani. A Trani, durante un giro di ispezione, gli agenti della polizia penitenziaria hanno trovato cadavere
un detenuto di 34 anni 3, Gregorio Durante di Lecce, detenuto per reati contro la persona e il patrimonio. I genitori dell'uomo, secondo i quali il figlio non era in condizioni fisiche tali da poter sopportare il regime carcerario, chiedono che si faccia chiarezza sulle circostanze della morte. "Nel carcere di Trani - sottolinea il vicesegretario
generale nazionale dell'Osapp, Domenico Mastrulli - ci sono circa 400 detenuti uomini e 39 donne contro una capienza regolamentare di 233 posti letto".
Dopo la denuncia presentata dai familiari, la Procura della Repubblica locale ha aperto un'inchiesta sulla morte di Durante. L'ipotesi di reato è di omicidio colposo a carico di sconosciuti. I parenti del recluso da tempo avevano chiesto la scarcerazione dell'uomo per incompatibilità con il regime carcerario, in seguito ai postumi di encefalite virale che l'aveva colpito in passato.
Le condizioni di salute dell'uomo, secondo i familiari, sarebbero ulteriormente peggiorate per una punizione che gli è stata inflitta negli ultimi tempi dalla polizia penitenziaria. Il detenuto era stato costretto a rimanere tre giorni in isolamento diurno - affermano i familiari - perchè era stato accusato di aver "simulato una malattia".
"Me lo hanno ucciso - dice la madre, Ornella - me lo hanno fatto morire in cella da solo come un cane. Quando siamo andati a trovarlo a Natale era su una sedia a rotelle, aveva gli occhi chiusi, non parlava e si faceva persino la pipì addosso, aveva ai polsi persino i segni delle corde con le quali veniva legato al letto e mi dicevamo invece che stava simulando".
Vigevano. Il segretario generale della Uil penitenziari, Eugenio Sarno, ha riferito che nel carcere di Vigevano, intorno alla mezzanotte, un detenuto trentasettenne di nazionalità italiana ha tentato di "impiccarsi con una striscia di stoffa ricavata dalle lenzuola" e "fortunatamente l'agente di sorveglianza si è accorto di quanto stava capitando ed è intervenuto per liberarlo", salvandogli la vita.
"Il bilancio registrato nelle carceri italiane nel 2011 - denuncia Sarno - riporta 66 suicidi di detenuti, circa 1.000 tentati suicidi (con almeno 395 vite salvate in extremis dalla polizia penitenziaria), circa 430 agenti aggrediti e feriti da detenuti e 5.400 atti di autolesionismo grave. Questi numeri sono la cifra esatta della disperazione che alberga negli istituti di pena".
Vasto. Un altro tentato suicidio è avvenuto nel carcere di Vasto, in provincia di Chieti. Un cittadino tunisino ha tentato di togliersi la vita con una lametta da barba procurandosi delle ferite al polso sinistro. Sono stati gli agenti della polizia penitenziaria in servizio nel reparto ad accorgersi del tentativo. Il detenuto, di 25 anni, è stato trasportato al pronto soccorso dell'ospedale San Pio da Pietrelcina. Dopo qualche ora è stato riportato in carcere.
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