Arriva la stangata sugli immigrati, tassa fino a 200 euro sui permessi di soggiorno
Il decreto del pacchetto sicurezza del governo Berlusconi sarà in vigore dal 30 gennaio con il benestare del nuovo governo dei padroni e dei banchieri.
Partecipiamo e costruiamo l'opposizione a partire dallo sciopero generale con manifestazione a Roma del 27 gennaio dei sindacati di base
da controlacrisi.org
Le tracce di leghismo il governo Monti se le porta appresso. Si tratta di scorie che vengono dal vecchio governo e che non sono state rimosse. Da ieri, per poter rinnovare il permesso di soggiorno o per poterlo ottenere, si dovrà pagare una cifra pro capite da 80 a 200 euro. Tutto era stato deciso dal pacchetto sicurezza del 2009, ma era rimasto sulla carta. Un decreto firmato a ottobre 2011 dagli allora ministri dell'Interno Roberto Maroni e dell'Economia Giulio Tremonti e ora pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, lo rende operativo a partire dal 30 gennaio prossimo. L'importo di quello che si chiama «contributo per il rilascio e rinnovo del permesso di soggiorno» varia in base alla durata del permesso: 80 euro se è compresa tra tre mesi e un anno, 100 euro se è superiore a un anno e inferiore o pari a due anni, 200 euro per i «soggiornanti di lungo periodo», la cosiddetta «carta di soggiorno». L'esborso si aggiunge al contributo di 27,50 euro per il rilascio del permesso di soggiorno elettronico. La nuova tassa non riguarda i permessi dei minori, gli stranieri che entrano in Italia per sottoporsi a cure mediche e i loro accompagnatori, cos come chi chiede un permesso per asilo, richiesta d'asilo, protezione sussidiaria o motivi umanitari. Il contributo non tocca neanche a chi chiede solo di aggiornare o convertire un permesso di soggiorno in corso di validità. Dopo il danno, ovviamente, la beffa: la metà degli introiti che se ne ricaveranno servirà a finanziare il «Fondo rimpatri», quello cioè dal quale lo Stato attinge per rimandare in patria i migranti che arrivano in modo irregolare. L'altra finirà al Viminale per spese di ordine pubblico e sicurezza e per finanziare gli sportelli unici. Lo Stato scarica insomma sui migranti regolari l'onere di rimandare a casa gli irregolari. Protestano le associazioni di migranti e quelle di tutela contro il fatto che ci si ricordi dei 5 milioni di migranti solo quando si tratta di spremerli. Sarà una tassa a cui non ci si potrà ribellare unita alle tante che chi è venuto a costruirsi un futuro qui, paga regolarmente. Bel messaggio di inclusione sociale, o qualcuno pensa che in fondo "anche loro debbono contribuire a risanare il debito"?
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