Comincia con una parola molto in voga di questi tempi: TAGLI! E che tagli!
Visti i tagli del governo ai fondi per le regioni e gli enti locali in generale “Saremo costretti a fare dei tagli e non potremo non prevedere l'abolizione di tutti gli enti regionali. Dobbiamo ridurre le spese per investire risorse nello sviluppo”.
Chiusura di tutti gli enti regionali, dunque, a cominciare dalle Province, per la maggior parte nelle mani dei suoi avversari politici, per contenere le spese di un bilancio sempre più ristretto, e annullamento della gara per l'assegnazione della realizzazione dei termovalorizzatori (con cui Cuffaro si preparava a fare affari d’oro).
Al posto delle Province dovrebbero essere creati liberi consorzi tra i comuni con poteri sovracomunali. Il decentramento di poteri dalla Regione ai Comuni comporterà la riorganizzazione del personale, la delegificazione e la semplificazione burocratica.
Per continuare ad avere a disposizione soldi il presidente ha bisogno anche di una banca, alla vecchia maniera, e visto che Unicredit, che ha inglobato il Banco di Sicilia, ha deciso di dismettere la sua partecipazione “abbiamo bisogno di istituto bancario più vicino al territorio.”
E parte all’attacco anche del governo come Orlando furioso: “Il discorso del presidente del Consiglio sul tema della fiscalità non è stato soddisfacente”, dice Lombardo, perché “eliminare l'Irap non è sufficiente”. “Noi chiediamo per la Sicilia la fiscalità di vantaggio”, aggiunge, anticipando, insieme ad Armao, che le regioni del Sud faranno fronte comune nella conferenza Stato-Regione per i decreti attuativi del federalismo fiscale. “Stamattina chiederò che il Consiglio dei ministri sblocchi fondi per 430 milioni per la Sanità siciliana. E vogliamo partecipare al Consiglio dei ministri perché ci spetta per Statuto. Solleciterò il presidente del Consiglio per rivedere questa situazione”. E a proposito della questione fondi Fas, sulla quale ieri al Senato c'è stata una querelle tra Berlusconi e il senatore del Mpa Pistorio, Lombardo accusa Roma. “Gran parte delle risorse Fas non sono state spese ma sono state date in mano ad Anas e Ferrovie. Quelle rimaste sono state rastrellate con delibera Cipe del 30 luglio per rimpolpare il fondo per il Sud”.
Sono stati finanziati i percorsi formativi triennali. (Regno di grandi carrozzoni clientelari nelle mani dei sindacati confederali). E' stato approvato il nuovo Piano energetico e ambientale che e' stato consegnato all'assessore dell'Energia, Giosue' Marino, per un esame prima di riportarlo in giunta.
A fronte di questo pomposo programma cosa cambia per i disoccupati e le disoccupate con numeri da record, i lavoratori, i giovani, le donne, le masse popolari in Sicilia? A fronte di questo “regolamento di conti” tra settori della borghesia siciliana e un tentativo di riassetto burocratico generale rimangono sul tappeto i problemi di sempre, le statistiche che inchiodano la Sicilia agli ultimi posti di qualsiasi cosa, il programma non prevede infatti innanzi tutto IL LAVORO e LA CASA, per non parlare della sanità, della scuola, dei disastri ambientali che fanno scomparire interi paesi…
Troppo facile in nome della “lotta al malaffare” far finta di dimenticare tutto questo.
Pensiamo che le masse (che danno qualche segnale importante anche con una crescente astensione elettorale) stanche di aspettare miracoli da santa Rosalia, sant’Agata o dal papa di turno, passeranno ad organizzarsi per una opposizione capace di strappare conquiste serie.
Visti i tagli del governo ai fondi per le regioni e gli enti locali in generale “Saremo costretti a fare dei tagli e non potremo non prevedere l'abolizione di tutti gli enti regionali. Dobbiamo ridurre le spese per investire risorse nello sviluppo”.
Chiusura di tutti gli enti regionali, dunque, a cominciare dalle Province, per la maggior parte nelle mani dei suoi avversari politici, per contenere le spese di un bilancio sempre più ristretto, e annullamento della gara per l'assegnazione della realizzazione dei termovalorizzatori (con cui Cuffaro si preparava a fare affari d’oro).
Al posto delle Province dovrebbero essere creati liberi consorzi tra i comuni con poteri sovracomunali. Il decentramento di poteri dalla Regione ai Comuni comporterà la riorganizzazione del personale, la delegificazione e la semplificazione burocratica.
Per continuare ad avere a disposizione soldi il presidente ha bisogno anche di una banca, alla vecchia maniera, e visto che Unicredit, che ha inglobato il Banco di Sicilia, ha deciso di dismettere la sua partecipazione “abbiamo bisogno di istituto bancario più vicino al territorio.”
E parte all’attacco anche del governo come Orlando furioso: “Il discorso del presidente del Consiglio sul tema della fiscalità non è stato soddisfacente”, dice Lombardo, perché “eliminare l'Irap non è sufficiente”. “Noi chiediamo per la Sicilia la fiscalità di vantaggio”, aggiunge, anticipando, insieme ad Armao, che le regioni del Sud faranno fronte comune nella conferenza Stato-Regione per i decreti attuativi del federalismo fiscale. “Stamattina chiederò che il Consiglio dei ministri sblocchi fondi per 430 milioni per la Sanità siciliana. E vogliamo partecipare al Consiglio dei ministri perché ci spetta per Statuto. Solleciterò il presidente del Consiglio per rivedere questa situazione”. E a proposito della questione fondi Fas, sulla quale ieri al Senato c'è stata una querelle tra Berlusconi e il senatore del Mpa Pistorio, Lombardo accusa Roma. “Gran parte delle risorse Fas non sono state spese ma sono state date in mano ad Anas e Ferrovie. Quelle rimaste sono state rastrellate con delibera Cipe del 30 luglio per rimpolpare il fondo per il Sud”.
Sono stati finanziati i percorsi formativi triennali. (Regno di grandi carrozzoni clientelari nelle mani dei sindacati confederali). E' stato approvato il nuovo Piano energetico e ambientale che e' stato consegnato all'assessore dell'Energia, Giosue' Marino, per un esame prima di riportarlo in giunta.
A fronte di questo pomposo programma cosa cambia per i disoccupati e le disoccupate con numeri da record, i lavoratori, i giovani, le donne, le masse popolari in Sicilia? A fronte di questo “regolamento di conti” tra settori della borghesia siciliana e un tentativo di riassetto burocratico generale rimangono sul tappeto i problemi di sempre, le statistiche che inchiodano la Sicilia agli ultimi posti di qualsiasi cosa, il programma non prevede infatti innanzi tutto IL LAVORO e LA CASA, per non parlare della sanità, della scuola, dei disastri ambientali che fanno scomparire interi paesi…
Troppo facile in nome della “lotta al malaffare” far finta di dimenticare tutto questo.
Pensiamo che le masse (che danno qualche segnale importante anche con una crescente astensione elettorale) stanche di aspettare miracoli da santa Rosalia, sant’Agata o dal papa di turno, passeranno ad organizzarsi per una opposizione capace di strappare conquiste serie.
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