Non basta la buona speranza di Landini, segretario della Fiom, che dice che la partita sullo stabilimento Fiat di Termini Imerese non è ancora chiusa “anzi, a partire dall’ultimo incontro che non è stato positivo, c’è bisogno di rilanciare una iniziativa su Termini. Noi non siamo d’accordo che quel sito chiuda e non siamo disponibili a un totale disimpegno della Fiat visto che la stessa Fiat ha avuto una serie di contributi per il sito siciliano.”
Non siamo d’accordo che il sito chiuda, ci mancherebbe, e c’è bisogno di rilanciare una iniziativa su Termini, certo!
Non siamo d’accordo che il sito chiuda, ci mancherebbe, e c’è bisogno di rilanciare una iniziativa su Termini, certo!
Ma a gelare ogni aspettativa dei 2000 operai e di Landini ci pensa la Fiat di Marchionne che conferma ad ogni incontro come la pensa su Termini Imerese: chiusura! Quindi ci vuole ben altro!
Nell’incontro del 5 ottobre ribadisce infatti tutta la propria fermezza sulle decisioni generali che accompagnano il progetto FABBRICA ITALIA che intende «consolidare e rilanciare la propria struttura produttiva automobilistica» in Italia con un programma di investimenti da 20 miliardi di euro ma che non partirà se non ci sarà un impegno formale delle organizzazioni sindacali ad assumersi precise responsabilità per la riuscita del progetto».
Ancora un fermo ricatto, quindi, ribadito al termine dell'incontro con Fiom, Fim, Uilm e Fismic sul piano industriale.
Ma quale piano industriale!? La Fiat vuole la sicurezza della “governabilità degli stabilimenti” (chiamano così il moderno fascismo padronale) e non è più soddisfatta nemmeno dell’accordo separato e della nascita della newco!
«L'avvio del progetto - ha ribadito l'azienda - è subordinato all'esistenza di condizioni preliminari, che assicurino il quadro di certezze necessario per la sua realizzazione». Secondo l'azienda, «l'importanza delle scelte di destinazione dei nuovi modelli e il volume degli investimenti previsti richiedono un elevato livello di garanzia in termini di governabilità degli stabilimenti e di utilizzo degli impianti».
Questo in generale appunto e quindi non basta rivolgersi alla Regione Siciliana, come fa ancora una volta Mastrosimone, segretario provinciale Fiom, perché “si apra un tavolo di confronto per definire in tempi brevi una soluzione produttiva nell’ambito automobilistico” e non capiamo assolutamente Giovanna Marano, segretario regionale Fiom, quando dice che fino ad ora la Regione sulla Fiat di Termini ha lavorato bene(!), ma che si adesso si deve occupare anche delle tante altre vertenze aperte in tutta la Sicilia!
La speranza che la partita si riapra sono gli operai e le loro mobilitazioni e non certo il “nuovo governo” Lombardo!
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