La sparizione di Sarah, la ragazza di Avetrana-Taranto, è giunta al 18° giorno. La vicenda viene seguita con viva partecipazione da tantissimi ragazzi e ragazze del paese e della zona che hanno animato giovedì scorso una partecipata fiaccolata.
La stampa e le Tv soprattutto locali sono quotidianamente sul campo, anche se molto spesso unicamente alla ricerca di presunti scoop, retroscena e sgradevolissimi pressing sui familiari perchè facciano appelli o dichiarazioni strappalacrime.
Non si sa quale conclusione questa vicenda possa avere, ma quello che abbiamo espresso come primo giudizio (vedi blog del 3 settembre) ha trovato conferma nello sviluppo negli eventi e nell'analisi concreta della situazione.
Sarah voleva fuggire dalla vita di paese, da una famiglia di testimoni di Geova sicuramente oppressiva; e questo lo ha cercato, utilizzando tutti i mezzi.
Se questo ha portato a una fuga, sarebbe giusto e inevitabile, sarebbe bene che si esprima prima di tutto la solidarietà e la denuncia e ribellione alla vita chiusa, alle catene che vogliono normalizzare o deviare il desiderio di libertà di tante ragazze.
Se invece l'ha portata ad una trappola in cui altre ragazze hanno fatto tragica esperienza, la nostra solidarietà deve essere doppia e va unita all'ulteriore necessità della denuncia di un sistema che tutto questo produce, in particolare per le donne, in particolare per le ragazze, a cui bisogna ribellarsi; e all'invito che facciamo alle tante ragazze e giovani scesi in piazza: mobilitarsi perchè Sarah ritorni è importante e va unito alla necessità di cambiare la vita, di spezzare le catene.
Le compagne del Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario
TA. 13.9.10
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