L'EMERGENZA LAVORO SI RISOLVE COL LAVORO
IL LAVORO SI CONQUISTA CON LA LOTTA
ripartite a taranto le manifestazioni di lotta dei disoccupati organizzati
I Disoccupati Organizzati dello Slai cobas per il sindacato di classe di
Taranto hanno avviato un anno fa una grande lotta per il lavoro in questa
città, a fronte dell'incremento senza precedenti della disoccupazione, della
cassintegrazione, dei licenziamenti, della precarietà.
Con la nostra lotta abbiamo detto alle Istituzioni, alle aziende pubbliche e
private e a tutte le forze interessate a tradurre nei fatti i discorsi fatti
nei convegni e sui giornali sulla "priorità del lavoro".
Lo abbiamo fatto con la lotta dura, con occupazioni del ponte, del Comune,
dell'Amiu, con cortei, manifestazioni, presidi, ponendo una chiara
piattaforma che partiva dalle esigenze della città e coniugando lavoro con
pulizia, ambiente e salute.
Abbiamo chiesto un piano di raccolta differenziata porta a porta per tutta
la città, capace di dare secondo gli orientamenti espressi dalla stessa Amiu
negli anni passati lavoro per 200 persone.
Abbiamo chiesto un piano di bonifica ambientale che puntasse a risanare i
quartieri, a partire da quelli più disagiati, Tamburi, Paolo VI, Salinella.
Abbiamo chiesto corsi di formazione retribuiti e finalizzati al lavoro.
Abbiamo chiesto di concentrare e distribuire equamente e con trasparenza
forme di reddito sociale che permettessero ai disoccupati, a chi era in
attesa del lavoro, di vivere, per evitare anche forme di disperazione e di
azioni estreme individuali.
E' stata la prima volta da anni che i soggetti interessati, organizzati
collettivamente, abbandonando clientele, elemosine e forme di micro
criminalità, rivendicano in maniera trasparente il lavoro, come diritto
sancito dalla Costituzione.
Qual'è stata la risposta delle Istituzioni? Assolutamente inadeguata!
Si è risposto con cariche poliziesche, denunce, trasformazione del Comune in
un fortino militarizzato, provocazione dei vigili come quella dello sgombero
e distruzione della Tenda per il Lavoro. Una volontà pervicace di
trasformare la lotta per il lavoro in problema di ordine pubblico.
A questo si aggiunge l'indegno comportamento del Prefetto di Taranto che dal
suo insediamento non ha mai ricevuto i Disoccupati Organizzati, rompendo con
una storia e una tradizione in questa città che aveva visto altri prefetti
in grado di fornire un punto di mediazione e di incontro per la soluzione
dei problemi e delle vertenze per il lavoro.
Abbiamo visto il Presidente Vendola impegnarsi pubblicamente con i
Disoccupati Organizzati, con le Istituzioni, con l'opinione pubblica, anche
a mezzo stampa in campagna elettorale, per un progetto pilota di raccolta
differenziata porta a porta che potesse essere una fonte effettiva di lavoro
e mettesse la città in grado di affrontare per tempo il problema dei
rifiuti.
Questo impegno non è stata mantenuto dopo le elezioni a presidente della
Regione!
Si sono riciclati fondi già esistenti in misura inadeguata e piani nel
cassetto da anni e non realizzati, con il risultato di lasciare la
situazione come era prima.
.
Provincia e ATO hanno cercato di fare di più, ma in forme assolutamente
inadeguate all'emergenza lavoro posta dai Disoccupati Organizzati.
Il mini piano sulla raccolta differenziata in corso di realizzazione ancora
non ha raggiunto la sua conclusione, e comunque riguarderebbe una piccola
parte della città per poco più di una ventina di posti di lavoro. I corsi di
formazione sono ancora al palo e privi di una verifica della loro effettiva
utilità a formare e occupare i Disoccupati Organizzati per la raccolta
differenziata.
Sul Tavolo, da noi richiesto, per la bonifica e risanamento ambientale i
passi sono burocratici e non ancora in grado di produrre qualcosa di
significativo per il lavoro e il risanamento effettivo.
L'amministrazione comunale e il Sindaco Stefano proprio su questa questione
del lavoro hanno mostrato tutta la loro inadeguatezza, incapacità e
nell'ultima fase un vero e proprio degrado, anche morale.
Serviva un'Amministrazione e un Sindaco capace di prendere in mano la
situazione, fare fatti e non parole, forzare la mano a tutte le Istituzioni
facendo leva sull'emergenza e sulla lotta in corso con progetti e decisioni,
per dare risposta a quella che è l'esigenza primaria della città.
Abbiamo, invece, assistito allo scaricabarile, a impegni, sanciti da
verbali, non mantenuti, al fatto di ridurre le decisioni a lettere e appelli
assolutamente inutili.
Impegni elementari non sono stati mantenuti, uno fra tutti: il Consiglio
Monotematico, che mobilitasse l'intero consiglio comunale e la città;
l'inadeguatezza e l'incompetenza si sono trasformati in arroganza, fino alla
grave decisione di sgomberare con la forza la Tenda del Lavoro.
Ma nell'ultima fase abbiamo assistito ad un vero degrado dell'azione del
Sindaco sulla questione del lavoro. Da un lato si sbatteva la porta in
faccia ai Disoccupati Organizzati, alle loro proposte semplici e lineare,
all'affermazione della Lista di Lotta come fattore di dignità, trasparenza,
bisogno reale al diritto al lavoro; e dall'altro si è dato sfogo ad
un'attitudine "compassionevole" verso i singoli casi di disoccupati
disperati - che non ha fatto altro che alimentare questa prassi non giusta
che trasforma un diritto in una questua quotidiana alle porte del Comune -
dando vita ad una prassi di "segnalazioni", vale a dire di assunzioni di
disoccupati presso ditte, tesa ad alimentare lavori precari, guerra tra
poveri; ritornando ad una pratica che in forme più grandi era quella della
giunta Di Bello/Tucci.
A questo si è aggiunta, la copertura dell'attuale azione dell'Amiu e della
sua presidenza, i cui risultati sono sotto gli occhi di tutte e sotto le
denunce quotidiane che vengono dai quartieri, dai cittadini, e che
raggiungono il loro punto più basso proprio rispetto alla raccolta
differenziata, restata al palo e con un impianto, come quello della
Pasquinelli, sottoutilizzato, con rifiuti anche raccolti in forme
differenziate, ma poi buttati in maniera indifferenziata nella discarica.
E' inutile sprecare parole per partiti parlamentari o aspiranti tali per
sindacati confederali e burocrazie e consorterie incapaci di produrre
lavoro, progettualità, e impegnate nella riproduzione di un ceto politico,
economico che è divenuto una sorta di escrescenza parassitaria, o dei
cosiddetti sindacati di base, centro sociale cloro rosso, comitato di
quartiere città vekkia che sono fuori dalla lotta e costituiscono una sorta
di ceto politico minore in questa città
.
Tutti hanno seminato sfiducia e divisione tra i disoccupati per lasciare le
cose come stanno e mantenere la città sotto il dominio non solo della
disoccupazione, precarietà, povertà, disagio sociale, degrado, sotto la
cappa di un sistema fondato sul clientelismo, il malaffare e la gestione
malsana della Pubblica Amministrazione e delle attività ad essa connesse.
Ma la lotta per il lavoro non si può fermare. Può avere battute d'arresto,
può pagare un costo alla politica di repressione, divisione e clientele. Ma,
finchè soluzioni effettive non rispondono alle esigenze di lavoro e dignità,
la lotta non può che riprendere, crescere e diventare più incisiva.
La lotta dei Disoccupati Organizzati di Taranto si è andata unendo a quella
di un settore dei Disoccupati di Napoli, dei disoccupati e precari di
Palermo e del Sud in genere per preparare una nuova fase di lotta verso una
manifestazione nazionale a Roma che imponga con la forza della lotta un
piano di lavoro per il sud e le città più martoriate, Napoli, Taranto,
Palermo; un salario garantito.
TA. 17.9.10
DISOCCUPATI ORGANIZZATI Slai Cobas per il sindacato di classe
via Rintone, 22 TA - T/F 0994792086 - 3475301704 - cobasta@libero.it
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