L'ennesima cisterna della morte a Capua, la terza nel giro di un mese, si aggiunge alle sei cisterne assassine degli ultimi tre anni, da Molfetta in poi - insieme alla nuova catena di morti sul lavoro di questa estate, tra cui operai immigrati, l'ultimo ieri un operaio rumeno a Pistoia - dovrebbe portare all'ordine del giorno di tutti come sia importante la lotta reale contro questa espressione concentrata dello sfruttamento del capitale e della condizione operaia odierna; dovrebbe riproporre l'urgenza di una costante mobilitazione di massa operaia e popolare, sociale e politica, perfino ideologica e culturale, su questo fronte, aggravatosi per la crisi, per la precarietà diffusa, per la mancanza di difesa sindacale reale, per l'azione criminale al servizio dei padroni da parte del governo Berlusconi con ruolo di punta di ministri quale Sacconi e Tremonti nello smantellamento del testo unico della sicurezza, nel camcellare le norme e i controlli, nell'incentivare la giustizia negata a lavoratori e familiari.
Ebbene solo la rete nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro si batte constantemente su questo e ha cercato con manifestazioni nazionali e campagne di dare una risposta a questa esigenza- poche altre realtà sono attive,segnatamente i ferrovieri e le forze attive per la strage di Viareggio, alcune associazioni amianto, alcune associazioni familiari...
Sindacati confederali e sindacati di base sono poco attivi o assenti, perfino i gruppi che si dicono operai o che si dicono comunisti non producono azione e ancor meno in questi ultimi mesi sostegno alla attività della rete.
Proletari comunisti che ha avuto un ruolo promotore, insieme allo slai cobas per il sindacato di classe della rete si battono spesso da soli e oltre le proprie forze su questo terreno, ottenendo invece frequente il sostegno delle masse in forme trasversali.
Per questo tocca ancora a noi rilanciare la rete nazionale e la sua azione sin da questo autunno, nelle condizioni concrete di questa fase politica e sociale.
Lo facciamo da taranto a Napoli, da Palermo a Ravenna, da bergamo a Marghera, dalle città delle stragi delle cisterne, dal imporre la lotta sul legame immigrati-morti sul lavoro, dalla presenza e mobilitazione per i processi Thyssenkrupp, quasi ala conclusione, Eternit a Torino, dalla catena dei processi Ilva-Taranto verso la costruzione di una nuova campagna nazionale e di una nuova manifestazione nazionale di lotta e di combattimento nel senso letterale della parola, come parte della affermazione della necessità dello sciopero generale contro padroni e governo, della lotta operaia contro il fascismo padronale che uccide sul lavoro, come lotta per far pagare un costo politico il più alto possibile ai ministri e al governo dell'abolizione delle norme della sicurezza, come risposta alternativa alla giustizia negata nei tribunali del padrone ,come percorso dentro la rivoluzione politica e sociale che metta fine al sistema del primato del profitto sulla vita degli operai e lavoratori,
proletari comunisti
12 settembre 2010
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