Il pseudo giornalista Antonio Rossitto di Panorama (n. 37 - “Esclusivo la verità sul sabotaggio di Melfi. Gli eroi bugiardi”) tutto sommato va ringraziato.
Nel tentare di dare una versione negativa, diversa, facendo parlare presunti “testimoni”, dello sciopero nella notte tra il 6 e 7 luglio alla Fiat Sata, della situazione tra gli operai alla Sata, del ruolo dei 3 operai licenziati; in realtà, nonostante la sua volontà, dà una visione buona, di unità di classe, di ampia solidarietà, ma anche di dignità e forza operaia a fronte della pavidità, indecenza degli intervistati - tanto che i “pidocchi” che parlano col giornalista si devono nascondere dai loro compagni di lavoro.
Ma dobbiamo ringraziare Panorama anche per un altro aspetto: ha scritto di fatto che: lo sciopero è sciopero, che lo sciopero ha come scopo di bloccare la produzione, di creare un danno produttivo ed economico ai padroni. Certo, se no, che sciopero è?! Le affermazioni di Panorama dovrebbero essere una ovvietà, quasi affermazioni alla “catalano” maniera; ma evidentemente oggi non è così, e se qualcuno lo afferma sembra che dica una aberrazione.
Ma cosa dichiarano i presunti “testimoni dipendenti Fiat”:
“Se rilascio un'intervista con nome e cognome, mi linciano. Succederebbe di tutto, la mia vita diventerebbe un inferno. Non camperei più. Dovrei cambiare stabilimento e anche nel mio paese avrei problemi, dato che molti lavorano alla Fiat”.
Un delegato: “Parlo solo ad una condizione: l'anonimato. Altrimenti in fabbrica ho chiuso. Mi darebbero del traditore. Il voto non me lo darebbe più nessuno. La gente pensa che dobbiamo schierarci con i tre, a prescindere... stanno tutti con la Fiom”.
Quindi, dicono che la stragrande maggioranza, anzi tutti gli operai della Sata, stanno con i tre licenziati, addirittura anche tutta la gente del paese del primo “testimone”, che verrebbero considerati dei “traditori”, ecc. Che bel clima di classe!
Quindi, dicono, loro malgrado, che nella Fiat Sata c'è un buon clima di unità di classe tra gli operai; dicono che i tre licenziati rappresentano di fatto tutta la fabbrica. Mentre i servi si devono nascondere, come il “delegato” che non rappresenta neanche chi lo avrebbe votato (e ora, se lo sentisse, non lo voterebbe più). Ma questo non vuol dire che chi è illegittimo è chi si è fatto eleggere e poi tradisce, mentre i due delegati licenziati lottano e rappresentano tutti i lavoratori, al di là della loro tessera sindacale?
Ma continuiamo nelle testimonianze, perchè questi più parlano e più si danno la zappa sui piedi:
“Lo sciopero parte alle 2 meno un quarto. “doveva durare un'ora, un'ora e mezzo al massimo” racconta a Panorama il sindacalista. “Quelli della Fiom, armati di fischietto e vuvuzela, cominciano il corteo. Fra noi sindacalisti si discute di cosa fare. Io, nell'attesa, vado a fumare una sigaretta”... “Quando rientro, verso le 2,15, vedo che davanti ai colleghi ci sono una decina di responsabili dell'azienda...”.
Quindi, nel pieno di uno sciopero, di un corteo interno, questo “sindacalista” se ne va per almeno mezz'ora a fumare... Poi torna, con comodo, e che fa? Comincia a fare il suo dovere di delegato per far andare bene lo sciopero? No! Cerca di convincere i due delegati Fiom e il terzo operaio licenziato (che non si sono certo allontanati a fumare una sigaretta), a fare quello che vuole il responsabile aziendale di reparto, che gli sta praticamente urlando che devono smettere di stare lì e li sta già minacciando di licenziamento.
Continua, poi, il nostro “testimone”: “... Barozzino: i cortei sono il suo pane”. E infatti rivela il sindacalista, è lui alla guida del corteo: decide il percorso e dove far sostare gli scioperanti. E' il delegato più votato dello stabilimento: 161 preferenze alle ultime elezioni di giugno. E' al quinto mandato...”.
Cioè, un delegato che finalmente fa il delegato! E' questa la “testimonianza scoop” di Panorama? Certo, visto come si comportano la maggiorparte dei delegati sindacali, purtroppo anche parte di quelli della Fiom, può sembrare una novità. Ma questa dovrebbe essere la normalità! Anche se se ne è persa memoria.
Viste le “grandi e inedite notizie”, a questo punto, il giornalista di Panorama, insiste e intervista un altro testimone, pure sindacalista, che “entra in macchina dopo essersi guardato intorno circospetto” (tutti “grandi coraggiosi”, questi testimoni “sindacalisti” al servizio di Marchionne!), e racconta:
“I responsabili dello stabilimento avevano riorganizzato la produzione, spostando gli operai che non scioperavano su un unica linea produttiva: la Fiom si è resa conto di non aver fatto grandi danni e ha studiato un'azione più eclatante... porta il corteo verso i carrellini, con l'idea di bloccare la linea di montaggio, rimasta in funzione”.
Certo, sindacati venduti, mass media, partiti anche di “sinistra” quasi hanno fatto dimenticare che cosa è uno sciopero. Panorama, suo malgrado, lo ricorda.
Anche se fosse andata come racconta questo “sindacalista”, ma cosa pensano lor signori che lo sciopero vuol dire solo che gli operai devono perdere la loro giornata di lavoro? Mentre l'azienda, comunque, o con comandate, o con straordinari, o mettendo a lavorare anche gli impiegati fa andare lo stesso gli impianti e perde al massimo qualche centesimo? “E' chiaro che durante uno sciopero le linee si fermano - spiega paziente uno dei licenziati il delegato Fiom Lamorte al giornalista di Panorama – solo dopo abbiamo capito che si riferivano ai carrelli. E quando ci siamo spostati, non sono ripartiti. Vuol dire che qualcuno aveva già spento tutto”.
Ma se uno sciopero è uno sciopero, le linee, la produzione si deve fermare! E se, cari padroni, le OO.SS. cisl, uil, ugl, fismic, spesso anche la cgil, vi hanno abituato a scioperi virtuali, in cui comunque l'attività produttiva va avanti, non è così che va la lotta vera tra operai e padroni. Certo che gli operai pagano dalle loro tasche lo sciopero, ma una vera lotta sindacale per ottenere risultati deve far pagare anche un alto costo ai padroni.
Come più avanti nell'articolo dichiara (sempre in incognito, per carità!) un altro “testimone”, questa volta uno dei “nove quadri della Fiat che quella notte si scontra con i tre operai” (uno, quindi, proprio “al di sopra di ogni sospetto”...): “Quei tre sono stati licenziati perchè gli è stato chiesto per un quarto d'ora di spostarsi da quella zona, per potere riprendere la produzione... il resto è irrilevante”.
Quindi, i 3 operai sono stati licenziati, perchè stavano scioperando loro e gli altri operai, punto e basta! E perchè la produzione doveva riprendere. “la Fiat ha calcolato pure i danni che avrebbe causato il loro presunto “sabotaggio” durato più di mezz'ora: 22 vetture perse, per 250 mila euro di valore”. E il “nostro quadro aziendale” il cui stipendio non è certo quello degli operai che hanno scioperato dice, chiaro, chiaro, che ha avvertito più volte i 3 operai: “ti contesto l'ostacolo all'attività produttiva e la perdita di produzione”. In altre parole: Ti contesto lo sciopero!
Quindi, se la Fiat perde – come dovrebbe essere normale in ogni sciopero (se no, ripetiamo, che sciopero è?) - qualche vetture e soldi, è “sabotaggio”; quindi, se si sciopera si viene licenziati. Quindi, è vietato lo sciopero! Quindi siamo allo schiavismo legalizzato! Questa è la questione!
Nel fascismo padronale anche uno sciopero può essere considerato alla stregua di un atto “terrorista”. Tutto il resto, come dice il delegato Barozzino, è volersi arrampicare sugli specchi.
E il fascismo padronale crea e vuole creare un humus fascista, che oggi viene fuori nel chiuso di una macchina sfogandosi con il giornalista di regime, domani, se non trova il freno della lotta di classe, verrà fuori senza riserve.
“Per inciso - confida il “sindacalista” con paura e deferenza, evidentemente verso la Fiat - a me 'stì cortei all'interno dello stabilimento non piacciono per niente. Non si può passare davanti agli operai che non scioperano e insultarli... vedo brave persone in difficoltà, costrette a calare la testa... (queste “brave persone” si chiamavano e si chiamano: crumiri – ndr)... i cortei sono costretti a farli per compiacere la Fiom. Per me basterebbe chiudersi in una saletta e discutere. I cortei servono ad umiliare la gente che non vuole manifestare (sempre i crumiri – ndr). E tanti, pur di non essere insultati, scioperano controvoglia” -
Quindi, chi parla è uno che vede come fumo negli occhi le lotte? E questi sarebbero i sindacalisti che dovrebbero difendere il diritto di sciopero?! O piuttosto sono tra coloro che non vedono l'ora che padroni e governo lo cancellino definitivamente?!
Quindi, il “sindacalista” vorrebbe difendere gli operai dal piano fascista di Marchionne, chiudendosi “in una saletta a discutere” e preferibilmente a firmare gli accordi come a Pomigliano? Bene, capiamo perchè teme tanto dire il suo nome a Panorama.
Quindi, gli operai sciopererebbero di controvoglia, solo per compiacere alla Fiom? E, allora, come spiega quanto lui stesso prima ha dichiarato, che: “La gente pensa che dobbiamo schierarci con i tre, a prescindere... stanno tutti con la Fiom”, o il fatto che non può dire nome e cognome, altrimenti “Dovrei cambiare stabilimento. E anche nel mio paese avrei problemi...”?
Certo, non escludiamo affatto, né ci potremmo meravigliare, che vi siano alla Sata, come in altre fabbriche, lavoratori, per fortuna molto pochi, così viscidi, lecchini, o timorosi, ma più spesso, come i “testimoni” di Panorama, sindacalisti e capi; ne abbiamo visti anche durante i 21 giorni - la famosa impiegata sindacalista cisl che si inventò di essere stata malmenata durante i blocchi davanti alla fabbrica perchè lei, unica, pretendeva di entrare a lavorare; la storia della lotta degli operai deve fare i conti con questi crumiri della lotta e della dignità di classe, e non basta essere operai (anche se a volte si scoprano essere “colletti bianchi”) per avere la coscienza da operai. Ma sappiamo anche che certi giornalacci sono usi a pagare persone per fare uno squallido scoop giornalistico.
Ma chiaramente questa squallida campagna stampa ha una regia che è fuori dalla redazione di Panorama e che si chiama Fiat, Marchionne, ma anche Confindustria, governo.
In questa fabbrica “indomabile” ci avevano tentato anche nel 2007, accusando di “terrorismo” noi che facevamo un lavoro ai cancelli della Fiat Sata dai 21 giorni e 4 operai della Fiat anche licenziati oltre che accusati di “gravi reati”, 270 bis ecc. Non ci sono riusciti e oggi ci ritentano.
Ma questo dimostra solo che in realtà Marchionne, il padronato si mostrano forti, ma hanno paura; perchè tutto il loro, questo sì, terrore, fascismo antioperaio, si regge se riescono a far piegare la testa agli operai e a fare di una parte dei lavoratori (ma soprattutto capi, impiegati, sindacalisti) anche degli sciocchi replicanti delle loro politiche e idee. Ma se i lavoratori non si piegano e si ribellano, e scioperano, allora le cose cambiano...
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