lunedì 2 dicembre 2024

pc 2 dicembre - La giornalista pro-palestinese Marine Vlahovic trovata morta a Marsiglia - crimine di matrice sionista all'ombra del legame Macron/Netanyahu


Una voce libera e impegnata ridotta al silenzio

Marine Vlahovic si era affermata come una delle figure giornalistiche più impegnate a favore della Palestina. Rifiutando gli stereotipi mediatici, denunciava regolarmente il trattamento iniquo dei palestinesi nei media occidentali. Il suo impegno andava oltre il giornalismo: inviava attrezzature e medicinali ai suoi colleghi di Gaza e cercava di aiutarli a sfuggire alle violenze.

«Non era solo un’osservatrice. Era una militante per l’umanità, un’amica, una voce coraggiosa», ha

dichiarato un ex collega. Il suo lavoro univa rigore professionale ed emozione sincera, offrendo una rara combinazione di compassione e verità cruda.

Un contesto preoccupante per i difensori dei diritti palestinesi

La morte di Marine Vlahovic si inserisce in un contesto in cui le voci pro-palestinesi sono spesso marginalizzate, se non minacciate. Difensori dei diritti palestinesi, siano essi attivisti o giornalisti, affrontano una crescente sorveglianza e rischi significativi.

I familiari di Marine chiedono un’indagine approfondita per fare piena luce sulla vicenda. Molti vedono nella sua morte una perdita irreparabile per il giornalismo indipendente e, soprattutto, per i palestinesi, il cui racconto portava avanti con rara intensità.

Un’eredità indimenticabile

Marine lascia un’eredità potente, simboleggiata dai suoi documentari e reportage, ma anche dal suo impegno incrollabile verso le cause che difendeva. Come ha sottolineato un suo collaboratore: «Il mondo ha perso una giornalista eccezionale e un’anima profondamente umana. Il suo lavoro continuerà a ispirare coloro che credono in un giornalismo veramente al servizio degli oppressi

* da Awras

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