Nuove esplosioni in tutto il Libano, media:
“Scoppiati i walkie talkie usati da Hezbollah. Tre morti, centinaia di
feriti anche durante il funerale di un membro del gruppo”.
L'”asse del male” da Taiwan a Israele e Ungheria - estratti
La parte tecnologica dell’offensiva terroristica di Israele contro Hezbollah in Libano è, con il passare delle ore, relativamente chiara e semplice.
Il New York Times, citando funzionari americani e di altri paesi, riferisce che Israele ha nascosto materiale esplosivo all’interno di un nuovo lotto di cercapersone ordinati qualche mese fa da Hezbollah ad una società di Taiwan, la Gold Apollo.
Secondo il quotidiano newyorkese, gli esplosivi sono stati piazzati accanto alla batteria di ogni cercapersone ed è stato inserito un interruttore per causare le esplosioni a distanza. I dispositivi sono stati fatti esplodere simultaneamente con un messaggino.
Il capo dell’azienda taiwanese, Hsu Chin-kuang, ha smentito che i cercapersone siano stati prodotti dalla Gold Apollo. Come si usa dire in questi casi, “non poteva far altro”. il terrore del fallimento si è immediatamente spalancato davanti ai dirigenti di Gold Apollo (chi mai comprerà più qualcosa da loro?), che hanno dopo qualche ora diramato una nota in cui scaricano ogni responsabilità sul partner ungherese Bac Consulting Kft.
I cercapersone AR-924 utilizzati dai militanti di Hezbollah sarebbero stati prodotti da Bac Consulting
KFT, azienda con sede nella capitale ungherese. “Secondo l’accordo di cooperazione, autorizziamo Bac a utilizzare il nostro marchio per la vendita di prodotti in regioni designate, ma la progettazione e la produzione dei prodotti sono di esclusiva responsabilità di Bac“, ha precisato Gold Apollo.In pratica, il Mossad è venuto in qualche modo a sapere dell’ordinativo inviato alla Gold Apollo o alla Bac Consulting, ha contattato i vertici dell’azienda per verificare la possibilità di inserire una carica di esplosivo all’interno dei “teledrin” (come venivano chiamati una volta) e – una volta ricevuto l’ok e fissato il prezzo – ha fornito il “componente letale” da montare.
L’intera partita è stata “taroccata” direttamente nella catena di montaggio, sicuramente automatizzata. I dispositivi in questione, infatti, sono troppi (diverse migliaia) e troppo piccoli per essere stati modificati in un secondo momento.
Anche lo spazio necessario per ospitare la carica esplosiva deve aver richiesto una modifica del disegno ingegneristico originale, e in qualche modo i tecnici a diretto contatto con i vari componenti devono essere stati invitati alla cautela nel maneggiare le microbombe, per evitare incidenti.
Evidentemente
è questa soltanto una “copertura” utilizzata per schermare chi
materialmente ha ricevuto l’ordine e provveduto a costruire i
dispositivi pronti ad esplodere. Il che, obiettivamente, riporta la
responsabilità a Taiwan o a una fabbrica israeliana che ha utilizzato la
Bac per ricevere l’ordine senza apparire.
Poi la spedizione, l’arrivo in Libano, la distribuzione a dirigenti e militanti di Hezbollah e infine l’esplosione comandata con un messaggio inviato a tutti i cercapersone di quella partita.
E’ chiaro che la reputazione internazionale di Taiwan e/o dell’Ungheria (il paese governato da fascisti che si è offerto di ospitare le partite di calcio casalinghe di Israele) esce devastata da questa vicenda. Una delle regole basilari del “mercato” è che si consegna al ”cliente” quel che aveva ordinato, non certo un ordigno costruito per eliminare tutti i suoi ”dipendenti”.
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