venerdì 7 giugno 2024

pc 7 giugno - La proposta di accordo per il cessate il fuoco in Palestina non ferma il genocidio in atto ma legittima il terrorismo dello Stato israeliano


Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza, 14 maggio 2024

La Palestina vorrebbe che la guerra si fermi, che il genocidio si fermi. Il popolo palestinese vorrebbe che le sue immani sofferenze abbiano fine. La Palestina è sicuramente per un accordo di pace che metta fine alla guerra in atto contro il suo popolo. La Palestina vuole su questa base continuare la sua lotta, la sua resistenza, per avere un proprio Stato, uno Stato vero, uno Stato sovrano che realizzi le aspirazioni nazionali e sociali del popolo palestinese e che metta fine allo Stato sionista di Israele, un orrore partorito dopo la Seconda guerra mondiale dall'imperialismo.

Hamas è una delle forze del popolo palestinese. Le forze della resistenza armata palestinese sono unite contro il genocidio dello Stato sionista di Israele appoggiato dall'imperialismo. E sono forze serie che hanno a cuore gli interessi del proprio popolo e che per il proprio popolo lottano e muoiono.

Certo, noi non siamo col programma di Hamas, noi pensiamo che siano le masse in armi, gli organismi di potere popolare nelle mani del popolo palestinese che libereranno la Palestina. Non abbiamo fiducia

nella organizzazione Hamas e nella sua ideologia, anche perché laddove questa organizzazione è al potere per le masse non c'è stata un'autentica liberazione nazionale e sociale. 

Ma oggi siamo perché venga messo fine con un accordo all'attuale stato di cose che ci comunica quotidianamente l'orrore della morte di donne e bambini, l'orrore della distruzione di tutte le strutture civili ospedaliere, l'orrore di chi spara sulla gente e impedisce gli aiuti umanitari, questo orrore è prodotto da uno Stato dell'orrore, il miglior erede, nei confronti del popolo palestinese, del nazismo e del suo genocidio.

Siamo tutti per il cessate il fuoco, per la fine della guerra e per la possibilità di ricostruire la Palestina attraverso una proprio autorità statale, effettiva, riconosciuta.

Però sappiamo che è un gioco delle parti. Biden, a fronte della fortissima protesta negli Stati Uniti per la politica di sostegno militare, di ogni genere e tipo, allo Stato sionista d'Israele, in vista delle elezioni cerca di costruire un accordo che faccia contento soprattutto lo Stato sionista di Israele, legittimi il genocidio finora attuato e l'occupazione/distruzione della Striscia di Gaza.

Ma sappiamo bene che per Netanyahu, il suo governo e la sua classe dominante l'obiettivo è la distruzione, l'occupazione integrale della Palestina, l'esodo, la cacciata di un intero popolo. Questa è la nuova Nakba, è l'espansione - anche territoriale - di Israele che annette la Striscia di Gaza e quando dice “fino all'ultima presenza di Hamas” dice fino all'ultima presenza del popolo palestinese.

E' evidente che questo accordo è voluto dallo Stato sionista di Israele che pretende che Hamas firmi qualcosa che legittimi lo stato di cose esistenti e l'occupazione definitiva della Striscia di Gaza.

Quindi è evidente che la lotta a sostegno del popolo palestinese e le manifestazioni che ci sono in tutto il mondo, le generose iniziative degli studenti che stanno contestando in tutte le università, in tutte le forme, la presenza di legami con lo Stato di Israele e con l'industria della guerra, questa lotta non può che continuare fino a fermare il genocidio, fino a permettere al popolo palestinese e alla sua resistenza di esistere e di costruirsi e continuare la lotta per la liberazione dell'intera Palestina.

Ma dall'altra parte hanno nemici che sembrano enormi. Negli Stati Uniti parti rilevanti anche del Parlamento attaccano la Corte di giustizia europea che, sulla base di un'analisi semplice dei fatti, sancisce che quello che fa lo Stato sionista di Israele con a capo Netanyahu è un crimine contro l'umanità, è un crimine di guerra. E sancisce che quello che è in corso è un genocidio, non c'è niente da fare, e che quindi è giustificato l'arresto di Netanyahu - un fatto simbolico chiaramente ma che può contribuire a mettere alcuni punti fermi in questa vicenda di fronte alla odiosa campagna di disinformazione condotta dai mass media asserviti ai governi imperialisti e sionisti in tutto il mondo.

Quindi intensifichiamo le manifestazioni per la Palestina, non ci possiamo fermare.

Dobbiamo evitare che manifestando sempre la partecipazione diminuisca, e che dopo ogni manifestazione siamo sempre un pò di meno per un "processo naturale". Non accettiamo questo "processo naturale", continuiamo la nostra battaglia a sostegno del popolo palestinese, nelle grandi come nelle piccole città, in tutte le forme.

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