mercoledì 5 giugno 2024

pc 5 giugno - Lavoratori e il G7 (da Controinformazione rossoperaia del 4/06)


E’ per noi fondamentale la presa di posizione dei lavoratori rispetto al G7. Abbiamo già dato un'informazione generale sui contenuti del Vertice del G7 e della sua importanza oltre che mondiale e nazionale, oltre che per i temi, per le classi sociali che rappresentano da un lato i governi imperialisti dei 7 paesi che fanno parte del G7, dall'altra il resto del mondo, una parte del quale è nell'orbita del G7 e un'altra parte invece non lo è come altri importanti e centrali potenze imperialiste come la Russia e la Cina e tutta un'altra serie di governi non allineati agli interessi delle potenze occidentali.

Naturalmente come i padroni del mondo in questa struttura si coordinano per la loro azione è evidente che l'altra parte del mondo, rappresentata da innanzitutto dai proletari e dalle masse popolari, è all'opposizione rispetto al G7 ed è obiettivo del G7, dato che tutti le decisioni dei governanti del G7 ricadono sui proletari e sulle masse popolari e nello stesso tempo sono i paesi di trincea in termini di classi sociali, proletari e popoli oppressi che si ribellano e lottano contro i piani dell'imperialismo e dei suoi governi.

A questo G7, oltre che i 7 paesi principali che ne fanno parte, è sicura la presenza su invito del governo italiano - in ogni caso gli inviti sono fatti dal governo italiano perché il G7 si tiene in Italia e l'Italia ha la Presidenza del G7 in questo anno - ma non certo perché siano decisioni che prende solo il governo italiano. Gli ospiti annunciati, a parte quelli “d'immagine”, di facciata, rappresentati dal Papa che sarà presente a una delle sedute sull'intelligenza artificiale e Gutiérrez, il rappresentante dell’ONU, altri sono

invece assicurati: innanzitutto Modi, il capo del governo indiano che sarà sicuramente al G7 e avrà anche un suo momento particolare perché coglierà l'occasione per inaugurare a Brindisi un monumento a Gandhi, ricordando un passaggio particolare di Gandhi a Brindisi nel corso della sua vita. È stato detto pubblicamente che i sarà la presenza di Erdogan e tutto lascia prefigurare che ci sarà in qualche forma Zelensky, perché gli stessi organi di stampa dell'imperialismo parlano di un incontro ad latere sul piano di pace che dovrebbe essere discusso in Svizzera.

La Meloni ha invitato personalmente il capo del governo più reazionario che esista in America Latina in questo momento, il governo argentino di Milei, e naturalmente tutto lascia prevedere che altri ospiti si aggiungeranno nei prossimi giorni, in particolare quelli in questo momento al centro della contesa nel Medio Oriente e in Africa, quindi rappresentanti dell'Organizzazione internazionale dei paesi dell'Africa, la Lega araba per quanto riguarda proprio il centro della contesa, sicuramente ci aspettiamo una presenza, ma non siamo ancora in grado di conoscerla, tenendo conto che quotidianamente, sia pure con maggiore dovizia di particolari sulla stampa locale, vengono date informazioni sulle future presenze del G7.

E’ ben chiaro che il tema di fondo è il tema della guerra e il coordinamento dei paesi del G7 rispetto agli eventi che stanno avanzando in termini impetuosi in quest'ultimi giorni e in forma ormai abbastanza visibile. Certo, vi sono altri temi collaterali, primo fra tutti l'energia e l'intelligenza artificiale, ma vanno considerati collaterali o interni ai piani che riguardano la guerra.

Sotto questo aspetto è il G7 più importante che si sia tenuto in questi ultimi anni. Come simbolismo sostanziale esso può ricordare il G8 di Genova del 2001 proprio perché non solo si tiene in Italia ma si tiene in uno snodo particolare della vicenda mondiale e nello stesso tempo il governo che abbiamo in Italia è quello attualmente che più si avvicina al governo che abbiamo avuto non solo nella gestione nella cabina di regia del G8 di Genova, ma proprio nella gestione dell'apparato repressivo e tutti sappiamo quello che avvenne in quell'occasione.

Tutti quelli che se ne stanno interessando tendono a vedere le distinzioni con quel Vertice. Chiaramente la principale distinzione è che quel Vertice fu vissuto a livello nazionale e internazionale come quello che fu realmente e quindi vide una enorme partecipazione e un'enorme attenzione a livello mondiale. Questa enorme partecipazione ed enorme attenzione furono fronteggiata con quello che tutti sappiamo.

In questa occasione quello che manca è l'enorme attenzione e l'enorme partecipazione. Naturalmente, se non c'è un'enorme attenzione e un'enorme partecipazione, fare dell'opposizione al G7 in questa occasione come il centro della vicenda internazionale, diventa abbastanza difficile per le masse popolari in generale in Italia e nel mondo, e per la parte che organizza i lavoratori sindacalmente innanzitutto, perché politicamente, come tutti sappiamo, almeno nel nostro paese, manca una forza politica che rappresenti la classe operaia, i proletari e le masse popolari nello scontro con l'imperialismo, i padroni e il governo.

Questa è una condizione oggettiva differente che influenza la posizione soggettiva innanzitutto dei lavoratori e delle loro organizzazioni. Se questo è un dato di fatto su cui è inutile sprecare in questi ultimi 15 giorni parole, non è certo un dato di fatto invece il silenzio delle organizzazioni sindacali di base rispetto all'opposizione dei lavoratori al G7.

Dobbiamo fare un'eccezione: la Confederazione Cobas, anche perché ha una base organizzata significativa proprio a Brindisi, e da diversi mesi è impegnata nella campagna intorno a questo G7. Il coordinamento Anti G7 regionale con il Centro Brindisi è rappresentativo di questa posizione e di questa attività. Quindi dobbiamo tenere fuori dal discorso del disimpegno rispetto al G7 la Confederazione Cobas e questo indipendentemente dagli elementi di concordanza e anche di differenze che vi possono essere tra lo Slai Cobas per il sindacato di classe e la Confederazione Cobas e sappiamo tutti delle differenze che esistono tra le altre organizzazioni sindacali di base, sia rispetto alla Confederazione Cobas sia tra di loro.

Innanzitutto sono assenti da qualsiasi attività per il G7 le due organizzazioni sindacali di base più forti: l'USB e il SiCobas. L'USB è stata la principale forza sindacale sostenitrice della manifestazione nazionale che si è tenuta sabato a Roma contro il governo. Ci auguriamo che da questa manifestazione e da questo impegno prodotto per la riuscita di questa manifestazione contro il governo ne discenda un interesse negli ultimi 10/15 giorni per partecipare alla campagna di iniziative di opposizione sindacale, sociale e politica al G7 di Puglia, ma chiaramente non abbiamo molta fiducia in questo perché per partecipare alla manifestazione del 1 giugno questa organizzazione sindacale ha fatto grandi sforzi organizzativi e ha messo dei pullman da diverse città e pensiamo che difficilmente farà uno sforzo in direzione di organizzare una partecipazione al G7.

C'è da dire che le realtà sul territorio a titolo individuale partecipano a riunioni o iniziative che si stanno facendo ma non esiste nessuna presa di posizione della USB della Puglia, di Taranto, Brindisi, Bari, Lecce, che vada in direzione di un proprio impegno nell'organizzazione della partecipazione alla iniziativa.

L'altro silenzio che ci sembra abbastanza “non giustificato” - se possiamo usare questo termine – è quello del SiCobas che è stato sicuramente negli ultimi anni l’organizzazione sindacale che più si è impegnata sul terreno dell'opposizione dei lavoratori alla guerra e nella solidarietà con la Palestina. Anzi, in alcune scadenze ha fatto sforzi di relazioni internazionali che potessero rappresentare uno schieramento internazionale dei lavoratori contro le guerre imperialiste e in solidarietà con la Palestina. Quindi ci sembra abbastanza “non giustificato” il fatto che il SiCobas finora non abbia preso posizione rispetto al G7, né che abbia dichiarato in forme esplicite né in forme organizzate in che modo intende partecipare alle iniziative di opposizione al G7 che ci saranno nei famosi 3 giorni in cui esso si terrà.

Sulle altre organizzazioni sindacali contavamo molto meno, nello stesso tempo però, anche su questo terreno, si assiste ad un silenzio imbarazzante. Quindi parlare di come i lavoratori faranno sentire la loro presa di posizione e opposizione al G7 è molto difficile in una condizione di questo genere, perché i lavoratori nelle fabbriche, nei posti di lavoro, possano esprimere la loro posizione collettiva attraverso le organizzazioni che sono presenti nelle loro file (e che le rappresentano più o meno bene questo è da vedere).

Nello stesso tempo, partecipare a questo G7 richiede uno sforzo organizzativo che se non vede le strutture che organizzano i lavoratori impegnate, i lavoratori non possono materialmente partecipare alle iniziative. Si possono trovare 10-100-1000 giustificazioni perché i lavoratori oggi hanno una grande difficoltà a rapportarsi a un evento di questa natura, in cui innanzitutto la loro condizione materiale, le questioni del lavoro, del salario, dello sfruttamento, le lotte particolari in cui sono impegnati con grandissima difficoltà nei confronti degli attacchi di padroni e governo, il basso livello di coscienza politica esistente tra i lavoratori a cui il sindacalismo di base non ha dato un gran contributo alla crescita nonostante le tante iniziative lodevoli di lotta che ci sono.

Infine, il problema consistente del sistema di comunicazione dei mass media che fanno quello che vogliono dell'informazione, che in un certo senso condizionano in queste forme l'attenzione e gli interessi dei lavoratori su questo.

Pesano anche visioni abbastanza sbagliate in questa vicenda. Abbiamo partecipato alla videoconferenza organizzata dal coordinamento regionale anti G7 che è il luogo dove gli organizzatori delle iniziative principali che ci saranno hanno spiegato lo stato delle cose. Il primo problema, dicono, è che ci sono tanti G7 in giro per l'Italia e quindi questo è uno dei tanti G7. Si tratta chiaramente di una clamorosa sciocchezza e di un livello di conoscenza dei processi reali imbarazzante. È chiaro che il governo in primo luogo ha moltiplicato il G7 sempre in raccordo con i paesi che l’organizzano per utilizzarli nella campagna sia politica, economica e perfino clientelare, per dare un ruolo a tutto ciò che è la sua struttura decentrata e permettere a tutti, “un posto al sole” in quello che, oltre che un evento politico importante, è anche un business importante, così come chiaramente il G7 così veniva alleggerito di tutta la fiera delle chiacchiere, perchè attraverso la distinzione tematica si affrontano tutti i temi, parlando di tutto e il contrario di tutto, per approvare documenti che normalmente sono destinati a non avere alcun tipo di importanza sul piano politico.

Laddove vi è stata un'opposizione, in particolare a Torino, è stata molto positiva e si è dimostrato che questi G7, nonostante i luoghi in cui vengono organizzati e nonostante l'apparato repressivo che viene messo in campo, risultano essere facilmente violati da iniziative fatte da gruppi e movimenti di opposizione che scelgano di opporsi adesso. Alle iniziative di Torino hanno partecipato, nel momento migliore, 300 persone. Eppure, grazie all'organizzazione della determinazione e l'intelligenza con cui quest'opposizione è stata prodotta, hanno guastato di molto le uova nel paniere al G7 stesso.

Ma si tratta di episodi insignificanti. C'era una cosa che diceva il Segretario nazionale del Cobas Confederazione, il compagno Vincenzo Miliucci che obiettivamente condividiamo: stiamo riempiendo le manifestazioni, le piazze, di strilla e grida e contro questi signori del G 7, una volta che ce li abbiamo fisicamente presenti tutti insieme, non succede niente, nessuno pensa di contrastarli, nessuno pensa effettivamente di andarglielo a dire in faccia, con coraggio, dignità e responsabilità rispetto ai proletari e alle masse, là dove si ritroveranno tutti concentrati e tutti insieme. Questa è sicuramente una frase giusta e di buon senso. E su questo lo Slai Cobas fa leva nel tracciare la sua iniziativa e la sua proposta che ci sia una presa di posizione dei lavoratori e che ci sia una presenza di rappresentanza dei lavoratori alle iniziative contro di esse.

Il G 7 è il luogo giusto per portare tutte le istanze di lotta dei lavoratori, perché nel contesto internazionale che ha una netta prevalenza - come ognuno può capire - in fasi di guerra, Palestina, di repressioni generalizzate, di contesa all'ultimo sangue nel mercato mondiale delle fonti d'energia e delle materie prime, nel quadro dell'unificazione concorrenziale al ribasso delle politiche economiche dei governi nella forma di scaricare sui proletari le masse popolari gli effetti di questa situazione mondiale, nel quale perfino in una fase in cui è in discussione l'assetto politico dell'Europa attraverso le elezioni europee, tutti dovrebbero ben capire che i fatti interni rappresentano l'elemento secondario rispetto ai fatti internazionali, e che i fatti interni sono “fatterelli” - certo, a volte di pesante impatto sulla vita dei proletari - e in ogni caso sono ultradeterminati dai piani e dalle decisioni internazionali che trovano nel G7 il paradigma di tutte le questioni.

Dovrebbe essere facile capire che l'opposizione al G7 è molto più importante di uno sciopero o di una vertenza che si sta seguendo in una delle nostre città pensando di poter migliorare in qualche modo la condizione degli operai e dei lavoratori. Questo dovrebbe essere una questione essenzialmente di buon senso, non tanto di particolare intelligenza politica. Ebbene, questa è una fotografia in negativo della debolezza, non occuparsi del G7 è un segno di pesante debolezza, di arretratezza politico/sociale/sindacale, di una mancanza di spirito di lotta e di visione che guidi le lotte nei confronti dei padroni reali della situazione mondiale e chiaramente dei padroni che sono le borghesie e i padroni imperialisti.

Il nostro è un discorso politico che giustifica innanzitutto l'esistenza di un'organizzazione sindacale differente in questo paese che è lo Slai Cobas per il sindacato di classe. Siamo assolutamente convinti di interpretare le ragioni immediate e future degli interessi dei lavoratori, anche se sappiamo quanto lunga possa essere la strada, perché questa nostra buona intenzione si possa trasformare in movimento reale. Quindi noi proseguiremo, da oggi fino alle giornate del G7, tutti gli sforzi per ottenere adesioni virtuali, rappresentative, alla battaglia contro il G7, adesioni effettive di partecipazione di rappresentanze sindacali che possono arrivare direttamente a Brindisi e per questo ci organizziamo.

Non abbiamo delegato a nessuno il diritto di rappresentare i lavoratori, perché anche nel nostro campo non è questo diritto sia consolidato dall'esistenza di un centro del sindacalismo di base e di classe che almeno rispetto al G7 abbia svolto un ruolo in direzione di organizzare la partecipazione autonoma dei lavoratori. E quando si dice “autonoma” questa è coerente con la nostra concezione delle lotte dei lavoratori e del loro ruolo generale nello scontro di classe su tutti i fronti, tra Classe e governi, Classe e Stato, Classe e Capitale, classi e Capitale, masse e Stato, masse e governi, masse e Capitale, a livello locale, nazionale e internazionale. 

Quindi faremo quello che diciamo, chiaramente nel fare quello che diciamo sappiamo bene che dobbiamo, da qui ai giorni in cui queste cose le faremo, fare tutti gli sforzi perché si allarghino a tutti coloro che possono condividere, e che comunque abbiano il valore visibile di una testimonianza, dell'impegno di una parte del sindacalismo di base, di classe e dei lavoratori nel far sentire la loro voce proletaria e antagonista in occasione di questo G7.

Per questo faremo in forma scritta, con un testo, l'appello a una giornata nazionale di lotta. 

Sappiamo bene che in queste condizioni poi far arrivare decine, centinaia, migliaia di lavoratori al G7 di Puglia non è facile e non per la repressione che è l'ultima cosa che deve interessare ai compagni: l'immenso apparato repressivo messo insieme conta sul fatto che l'opposizione è debole e fragile nei numeri, nella determinazione e nei contenuti, non certo perché è in grado di impedire alcunché.

Tutto quello che i lavoratori vogliono e possono fare in questo G7 si potrà fare tranquillamente in quelle giornate. Certo, col conflitto, ma il conflitto è la ragione stessa dell'esistenza del sindacalismo di base e di classe, ed è la ragione stessa dell'opposizione.

Ma comunque che potrà succedere di fronte al fatto di quello che succede al mondo? A fronte tutto ciò che avviene oggi in Palestina, in Ucraina, in tante altre parti del mondo, a tutto quello che succede ogni volta che ci sono movimenti seri - in questo paese di movimenti seri sono quelli che abbiamo visto di solidarietà alla Palestina e le iniziative degli studenti - lo stato borghese reagisce, ma, nonostante tutti i suoi sforzi, non ferma la lotta dei palestinesi e della solidarietà ai palestinesi in nessun posto, e certamente non è certo servito a fermare il movimento degli studenti ma anzi lo ha amplificato, ne ha fatto un movimento nazionale. E quindi la repressione è l'ultimo problema. Dove c’è ribellione c'è repressione, dove c'è lotta c'è reazione e certamente abbiamo un governo che peggio non si potrebbe proprio sul fronte della repressione, non solo per i pacchetti sicurezza che approva ma per il modo con cui evidentemente gestisce l'ordine pubblico .

Non è la repressione il problema! Il problema è come organizzare la partecipazione, poi chiaramente i numeri hanno sempre un valore nella lotta sociale e ancor più nella lotta sindacale. Ma, come diciamo sempre, ci sono forme di lotta per tutti i numeri, abbiamo chiesto in maniera diretta una piazza autonoma per i lavoratori. E alla fine questa piazza autonoma ci sarà e ce l'hanno data.

Tutto quello che è previsto contro il G7 potrà essere revocato se lor signori decidono che potranno avere qualche segnale di pericolo per i lavori, ma sostanzialmente noi abbiamo due cose che faremo sicuramente. Una è chiaramente una giornata nazionale di informazione/controinformazione/denuncia del G7 che va fatta ovunque, in ogni città, in tutti i posti di lavoro e chiaramente laddove noi siamo presenti, anche se la proposta è rivolta a tutti: il 13 davanti alle fabbriche noi dobbiamo spiegare ai lavoratori il significato del G7 e rappresentare l’opposizione dei lavoratori proprio perché materialisticamente è impossibile che qualcuno stia organizzando gruppi consistenti di lavoratori per venire al G7 e quindi è chiaro che quella è l'unica forma con cui possono esprimere la loro posizione. Più posti di lavoro, più fabbriche, più realtà saranno investite di queste iniziative potremmo dire di aver fatto il nostro e di aver rappresentato una fascia certo piccola degli operai e dei lavoratori, ma l'unica fascia che ha fatto delle iniziative concrete in quei 3 giorni contro i padroni e il governo e il G7.

L'altra iniziativa è la piazza autonoma del 15 al centro di Fasano dalle ore 10 che abbiamo strappato al comitato per la sicurezza del G7 di Brindisi dove i rappresentanti dei lavoratori, siano 10/100/1000, potranno partecipare.

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