La visita della Meloni in India è stata importante e a differenza delle precedenti uscite della signora in altri vertici internazionali e incontri bilaterali con altri capi di Stato e di governi, questa volta la visita è andata realmente molto bene. Molto bene per l’imperialismo italiano, per le sue industrie; bene per gli interessi geostrategici dell’imperialismo inernazionale e italiano nell’area cosi’importante oggi nel mondo.
La cosa non era scontata, dato che le relazioni italo/indiane erano state danneggiate da vicende quali quelle dei due marò assassini di pescatori e altre legate ad una prassi di commesse, innanzitutto militari ottenute con la logica della corruzione e del malaffare, che sia pure molto usuale nei rapporti con la borghesia indiana e i suoi governi, non è ora più esattamente corrispondente al ruolo che l’India assume e ancor più vuole nel contesto internazionale.
Si può dire che con questa visita effettivamente una pagina si sia chiusa e un’altra si sia aperta.
Tutto questo è ben lungi dall’essere un merito particolare della Meloni, anche se in questa occasione è
sembrato 'l’uomo giusto al momento giusto'.Si è presentata e ha coniugato bene l’essere al servizio di molti padroni col servire gli interessi specifici dell’imperialismo italiano.
Essa è giunta all’appuntamento innanzitutto al servizio dell’imperialismo Usa che ha tutto l’interesse a consolidare tutti i tipi di relazioni, innanzitutto militari e geostrategich, con forte base negli interessi economici dell’area che è attivamente impegnata a schierare l’India contro la Cina e a collocare l’India in una posizione utile all’attuale guerra imperialista volta all’indebolimento/sconfitta della Russia.
In questo senso il governo italiano si è schierato lungo questo crinale, in primo elogiando con notevole piaggeria l’India e il suo premier (“Lui è il leader più amato del mondo”); in secondo luogo promettendo di cambiare l’indirizzo del governo italiano rispetto alla “via della seta” ,la grande politica economica mondiale della Cina imperialista; in terzo luogo invitando l’India, in un momento abbastanza importante, in contemporanea con la tenuta del G20-il cui andamento è stato negativo, come gli ultimi G20 in generale - (cosa che non trattiamo in questa nota), ad assumere un ruolo attivo di mediazione obiettivamente anti Russia nell’attuale guerra in corsoin Ucraina.
Quindi,è nel quadro della politica dell’imperialismo Usa/Nato nell’area e degli interessi imperialisti nella contesa con la Cina che si è mossa la Meloni.
Ha potuto svolgere questo ruolo basandolo anche sull’affinita’ ideologica esistente,che non esisteva con i precedenti governi italiani, data la natura fascista, clerico fascista e razzista antimmigrati che unisce il suo governo al regime ddel fascista indutva Modi. Ciò ha favorito in questo caso la buona e interessata accoglienza del regime indiano.
Ma, naturalmente, se questo è stato il contesto geopolitico, strategico internazionale della visita, questa volta sono stati gli interessi dell’imperialismo italiano ad essere coniugati, impostati e praticati , in chiave non certo di Europa ma di concorrenza aperta con gli altri Stati imperialisti europei, tuttora meglio piazzati nei legami economici con l’India; Germania, Francia, in misura minore Inghilterra che chiaramente con l’India vive un rapporto storicamente ambiguo da vero e proprio “Giano bifronte”.
In questo quadro la Meloni e il suo governo hanno potuto agire da grancommis innanzitutto dell’industria bellica, energetica, Leonardo, Fincantieri, Enel, la qualcosa ha portato alla pianificazione di massicce commesse nel campo dell’industria bellica, con il passaggio ulteriore di un vasto piano di legami militari, manovre congiunte, addestramenti, formazione,che effettivamente comportano l’ingresso anche militare dell’imperialismo italiano nell’area nella contesa internazionale. In questo senso il partenariato strategico che ha sancito la visita non è un rituale linguistico che caratterizza spesso questi incontri, ma un fatto vero e significativo
La stampa borghese italiana in diversi articoli ha gia’ elencato l’insieme degli accordi economici militari definiti nella visita (vedi articolo allegato da Sole 24 ore). Su questo torneremo in un altro articoli nei prossimi giorni.
Quali le conseguenze di questa visita e di questi accordi nella lotta di classe nazionmale e internazionale?
Chiaramente abbiamo la ricaduta interna in termini di più industria bellica, più economia di guerra che per lo Stato imperialista significa più spese militari,più impegno militare diretto delle forze armate italiane in questo scacchiere del mondo; più omogenita’ ideologica-politicoa strategica con il regime fascista integralista che ora governa quello che per popolazione da pochi mesi è divenuto lo Stato più popoloso del mondo e uno dei giganti del sistema imperialista mondiale sul piano dell’economia e sempre di più sul piano della contesa militare in quello che appare lo scenario strategico più importante e determinante del mondo, l’Asia/area Pacifico.
Ogni rafforzamento su questo terreno dell’imperialismo italiano e della sua azione è un rafforzamento e consolidamento del governo sul piano interno, che naturalmente si ripercuote sul fronte interno nello scontro di classe tra proletariato e borghesia. Questo comporta anche l’aumento del peso dell’India nel nostro paese e delle contraddizioni interne all’Europa.
Dal lato dei proletari questa visita però è anche una grande opportunita’ per comprendere l’importanza della lotta di classe e della guerra di popolo che si svolge in India contro il regime borghese, alleato e servo dell’imperialismo e della indispensabile unita’ che può e deve esistere tra i proletari e le masse popolari in Italia e le masse proletarie e contadine in lotta in India.
Abbiamo sempre di più comuni nemici, lottiamo contro governi tra di loro alleati e della stessa natura. E questo è un bene per la lotta di classe e l’internazionalismo.
E’ noto che i comunisti marxisti leninisti maoisti Italiani hanno un legame ideologico, politico stretto, consolidato e indissolubile con i comunisti mlm indiani e che siamo promotori e animatori nel nostro paese e nel mondo di un Comitato di sostegno e di solidarieta’ con la lotta e la guerra di popolo in corso in India, guidata dai 'naxaliti' del PCI(Maoista)
E’ per noi evidente che ogni rafforzamento del legame tra la borghesia italiana e la borghesia indiana ne fa deicomuni nemici, e questo è ben dentro la lotta per la rivoluzione proletaria e socialista nel nostro paese e su scala mondiale.
proletari comunisti/PCm Italia
4 marzo 2023
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